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Autore: c_capp

Elementor #249

CATANIA

Pubblicato Gennaio 6, 2021
Categorie: Uncategorized

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MUSEI RAGUSA...


  • Museo del Tempo Contadino - Raccolta Civica Carmelo Cappello (Ragusa) 4,0
  • All'interno di Palazzo Zacco si custodiscono i tesori della storia e della cultura contadina, quali la Raccolta Civica "Carmelo Cappello” , attrezzi e gli utensili che raccontano come si svolgeva la vita nelle masserie ragusane nei vari mesi dell'anno.
    Biglietto Gratuito
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo Civico "L'Italia in Africa" (Ragusa)
  • Il Museo racconta attraverso uniformi, oggetti e documenti vari il periodo colonialista Italiano in Africa che va dal 1885 al 1960.
    Biglietto Intero 2€
    ☞ Info e contatti  
  • Museo Della Cattedrale di San Giovanni Battista (Ragusa) 5,0
  • Nel 1998 grazie ad un acquisto ad opera della Cattedrale di San Giovanni Battista, anche Ragusa Superiore si dota di un museo, con lo scopo di costituire la memoria storica attraverso abiti sacri, cimeli e mappe storiche.
    Biglietto Intero 2€/ Ridotto 1€/ Gratuito sotto i 10 anni
    ☞ Aggiornamento orari
  • Museo del Duomo di San Giorgio 4,3
  • Il Museo del Duomo di S. Giorgio si offre oggi ai Visitatori non solo come la maggiore realtà museale di arte sacra dell’intera Provincia di Ragusa, ma come unica opportunità di completare una corretta visione storico-religiosa della città di Ragusa negli ultimi mille anni di storia.
    Biglietto Intero 3€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Obsculta - Museo Benedettino 4,00
  • Il museo raccoglie testimonianze della vita Benedettina, manuali sacri, un prezioso ostensorio, e documenti storici, presentati grazie ad un sapiente restauro degli ambienti sovrastanti le navate.
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Castello di Donnafugata 4,4
  • Antica dimora sorta ai tempi dei Chiaramonte e ricostruita nelle forme attuali sul finire dell'800' fu realizzata in stile neogotico, il nome "Donnafugata", prende le sue origini dalla leggenda che vede la regina Bianca di Navarra imprigionata qui dal Conte Cabrera. Al suo interno si trovano una miriade di stanze e saloni, la casina di caccia, il parco del Castello e un curioso labirinto.
    Biglietto Intero 6€/Ridotto 3€
    ☞ Aggiornamento orari  

...E DINTORNI!


  • Museo Civico di Modica “F.L. Belgiorno” (Modica - Rg) 4,2
  • Il Museo civico Belgiorno ospita come nucleo principale, collezioni archeologiche provenienti dalla provincia ordinate secondo un criterio cronologico, inoltre si aggiunge una ricca collezione di oggetti e documenti di epoca storica, presente anche la collezione artistica del grande maestro Enzo Assenza, inventore della ceramica metallizzata.
    Intero 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo del cioccolato di Modica (Modica - Rg) 4,0
  • Una straordinaria raccolta di documenti archivistici che raccontano la storia del piu' antico cioccolato al Mondo, da non perdere la grande scultura dell'Italia realizzata interamente in cioccolato.
    Ingresso su preventivo
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo Casa natale Salvatore Quasimodo (Modica - Rg) 4,4
  • Arredamento novecentesco, libri e riproduzioni audio di versi quasimodiani nella casa natale del poeta.
    Biglietto intero 2€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Grotte Museo "A rutta ri Ron Carmelu" (Scicli- Rg) 4,7
  • La grotta riproduce l'ambientazione pittoresca della vita contadina di un tempo, la visita sarà accompagnata dai racconti del proprietario, il signor Carmelo che detiene anche uno spazio dedicato alle spezie da poter acquistare e molte altre chicche tutte home-made.
    Biglietto intero 3€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo d'Arte Sacra (Chiaramonte Gulfi - Rg 4,0
  • Il museo racchiude quattro sezioni espositive tra cui: la sala dedicata al rito religioso, la sala D'arte plastica, la sezione pittorica, l'arredo e il rivestimento ceramico.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo dei cimeli storici (Chiaramonte Gulfi - Rg) 3,0
  • Il museo vanta di una raccolta di oltre mille reperti, acquisiti dal grande collezionista Emanuele Gulino, testimonianze militari che attraverso cimeli raccontano gli eventi di battaglie storiche che vanno dalla prima alla seconda guerra mondiale.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Il Museo degli strumenti etnico Musicali (Chiaramonte Gulfi - RG) 4,3
  • Situato al piano nobile di Palazzo Montesano, all'interno di 7 sale sono raccolti piu' di 600 strumenti musicali provenienti da tutto il mondo, realizzati con svariate tecniche artigianali che li hanno resi dei veri e propri reperti rari.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Casa Museo del Liberty (Chiaramonte Gulfi- Rg) 4,5
  • La casa museo è un tuffo nel passato, dove l'allestimento degli arredi rievocano il gusto liberty dell'epoca, tutta la collezione privata appartiene a Emiliana Figliuoli.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
  • Museo ornitologico (Chiaramonte Gulfi - Rg) 4,5
  • Il museo nasce nel 1996 con lo scopo di costituire la collezione ornitologica dei fratelli Giuseppe e Paolo Azzarra, con piu' di 600 specie perfettamente imbalsamate, il museo rappresenta il luogo ideale per l'appassionato di studi naturalistici.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • La Pinacoteca "Fiovanni De Vita" (Chiaramonte Gulfi - RG) 4,5
  • La sala dedicata alle arti ospita la collezione ad oli, tempere, acquarelli che diedero fama all'artista natale Giovanni De Vita.
    Biglietto cumulativo intero 10€ / Ridotto 8 euro€/singolo 3,50€
    ☞ Aggiornamento orari  
  • Museo del Ricamo (Chiaramonte Gulfi - RG) 4,0
  • Situato nella famosa scalinata di San Giovanni all'interno delle mura della città si trova il museo del ricamo, che raccoglie strumenti e suppellettili utilizzati per realizzare tavolati, centrini e coperte secondo la tecnica quattrocentesca dello sfilato siciliano.
    ☞ Aggiornamento orari  

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Il guerriero di Castiglione
Museo di archeologico Ibleo (Ragusa)



La scultura in pietra ospitata all'interno del Museo archeologico di Ragusa, doveva rappresentare probabilmente un monumento celebrativo ad un guerriero, posizionato forse al di sopra di un arco d'accesso. La scoperta avvenne nel 1999 nei pressi di una necropoli sicula in contrada Castiglione, risalente al VI sec. a.C.
Al centro è raffigurato un guerriero a cavallo, le due estremita del blocco hanno invece le forme scolpite di un toro e una sfinge, mentre in alto si scorge il rilievo frontale di un cavallo di profilo.

Fonte: Izi Travel

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Il transito della Vergine - Scuola Gaginiana 1536
Chiesa di Santa Maria le Scale (Ragusa)



Una delle piu' importanti opere custodite all'interno della Chiesa di Santa Maria le Scale è il basso rilievo in terracotta che rappresenta "Il transito della vergine", opera di scuola gaginiana risalente al 1536, racchiusa all'interno di un arco della campata laterale.
La scena mostra l'episodio biblico della morte e ascensione della vergine, la scena è divisa in due parti, il registro in basso rappresenta la deposizione di Maria con la presenza di 11 apostoli, in basso a destra si scorge la figura del diavolo.
Il registro superiore mostra invece una figura in lontananza, è San Tommaso, colui che non aveva creduto alla morte e resurrezione di Cristo, mentre assiste al corpo della vergine che ascende ai cieli di Dio, grazie a questo evento Tommaso riacquista la fede.

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Taledda quaresimale - Duomo di San Giorgio (RG)



La taledda o telero quaresimale è un'opera ad olio su canapa in monocromato realizzata dai fratelli Vaccaro di Caltagirone nel 1842. Al Centro si trova la crocifissione che avviene sul Monte Calvario, Cristo si trova al centro affiancato dai due ladroni, ai piedi le pie donne, Maria e San Giovanni, a seguire Sacerdoti e farisei. L'opera si ispira al gusto rinascimentale e seicentesco, è possibile ammirare la tela solo durante il periodo quaresimale quando la viene calata e ricopre tutto l'altare.

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Cona di San Giorgio
Sacrestia - Chiesa Madre di San Giorgio (Ragusa)



Custodita all'interno della Sacrestia del Duomo, in origine la Cona doveva essere un molto piu' grande e maestosa, oltre che contenere circa 18 statue di santi che in pose eroiche e vestiti di armature contornavano la figura di San Giorgio a cavallo. Il lavoro fu commissionato a due dei piu' importanti scultori dell'epoca, ovvero Antonio e Domenico Gagini che realizzarono questo splendido retablo in pietra per essere collocato nell'ex Chiesa di San Giorgio crollata durante il terremoto del 1693, quel che ne rimane oggi è una piccola porzione.

Al centro in una scultura a tutto tondo posta all'interno di una nicchia di forma semicilindrica con catino a conchiglia contornata da colonne libere, si presentano a sinistra San Ippolito e a destra San Mercurio, entrambi vestiti di abiti militari.

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Cristo appare a Santa Gaudenzia - Antonio Manno (1782 )
Duomo di San Giorgio (Ragusa - RG)



Questo magnifico quadro custodito all'interno del Duomo di San Giorgio, rappresenta il contributo di Antonio Manno all'evento storico della traslazione del corpo della martire nel 1623 dalle catacombe di San Sebastiano alla cittadina di Ragusa. Per tale ragione la società del SS. Sacramento e dell'Unione del SS. Viatico, commissionarono la realizzazione dell'opera a lei dedicata, consacrandola poi a co-patrona insieme a San Giorgio. Il quadro rappresenta, a destra Santa Gaudenzia inginocchiata al cospetto del Cristo in Gloria che tiene in mano la croce e nell'altra la palma del martirio, in basso a sinistra un putto offre alla santa un giglio, simbolo di purezza.

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Eracle di Cafeo
Museo civico Belgiorno di Modica (RG)



Questa statuetta in bronzo alta 22 cm racchiusa all'interno del Museo civico di Modica, rappresenta uno dei piu' importanti ritrovamenti di età ellenistica del territorio, tanto da essere identificata ad oggi come "l'Eracle di Modica". La statua rappresenta l'eroe, figlio di Zeus ed Alcmena, raffigurato con indosso la spoglia del leone feroce Nemeo, ucciso durante la prima fatica.

Fonte: www.retecivicacomunemo.wixsite.com

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Il giudizio di Paride: Hidrya del pittore di Modica
Museo civico Belgiorno di Modica (RG)


Ritrovata nel 1913 in contrada Oreto nei pressi di Modica, quest'Hydria proviene dal Museo Archeologico "Paolo Orsi" ad oggi si trova in esposizione all'interno del Museo Civico di Modica. Datata al V sec. a.C. raffigura l'epico episodio delle narrazioni omeriche, "Il giudizio di Paride".
Il mito racconta che durante il banchetto nuzionale di Peleo e Teti, i futuri genitori di Achille, la dea Eris detta "della discordia", lanciò una mela d'oro con un'iscrizione che annunciava "alla piu' bella", contrariata per il mancato invito. Subito le tre dee Era, Atena e Afrodite litigarono l'un l'altra per la mela e chiesero a Zeus di decretare chi davvero fosse la piu' bella, ma lui si rifiutò e ordinò ad Ermes di condurre le tre dee dal figlio del Re Troiano Paride per decidere.
Le tre dee per vincere la competizione promisero ognuno qualcosa; Era prometteva di renderlo ricco, Atena lo avrebbe reso sapiente e imbattibile, mentre Afrodite gli promise l'amore della donna piu' bella del mondo, così lui scelse quest'ultima, e infatti a Sparta conobbe Elena, moglie di Menelao, di cui si innamorò, rapendola e portandola a Troia scatenò la guerra piu' famosa al mondo.

Fonte: www.retecivicacomunemo.wixsite.com

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


La Cona di San Rocco - Ignoto
Chiesa San Rocco (Ragusa Ibla)



Cona monumentale dedicata a San Rocco, probabilmente risalente al XVII sec. si trova oggi all'interno della Chiesa omonima a Ragusa Ibla, divisa in 3 ordini da lesene ed architravi intagliati da motivi vegetali che riprendono un gusto manieristico.
Al primo livello si trovava l'altare centrale che ad oggi è collocato sul retro del retablo dove si trova la Sagrestia.
Al secondo livello si trova invece la statua seicentesca di San Rocco "protettore degli appestati", sulla nicchia di destra si trova il bassorilievo dell'Arcangelo Raffaele che tiene per mano il piccolo Tobia e gli indica la strada da percorrere, mentre nella nicchia di sinistra il bassorilievo dell'Arcangelo Michele, che con la spada sguainata ricaccia all'inferno il demonio.
Al terzo livello sono presenti i bassorilievi della resurrezione, con il Cristo che esce vittorioso dal sepolcro, Santa Maria Maddalena e Santa Marta la prima testimone della resurrezione di Cristo.


Fonte: Comune di Ragusa

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Patena in argento di Kaukana -V sec. d.C.
Museo archeologico di Kaukana



Nel V sec. Kaukana serviva come emporio e porto sicuro per Malta, ed è qui che le navi del generale Belisario approdavano da Constantipoli e questo ritrovamento probabilmente apparteneva agli empori della Capitale d'Oriente. L'opera di argenteria presenta una fattura tipica dei "vasi sacri" facente parte del tesoro imperiale, poichè nella dedica incisa è possibile leggere il nome di Teodosio II. La natura dell'oggetto doveva avere dei rimandi sacrali e simbolici, solitamente era usata per la distribuzione ai fedeli dei pani durante le celebrazioni liturgiche della chiesa orientale.

Fonte e Foto: Antonio Randazzo blog

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


San Giorgio a Cavallo - Giuseppe Bagnasco (1842)
Duomo di San Giorgio (Catania)



La statua processionale del Santo Patrono di Ragusa Ibla fu realizzata dallo scultore palermitano Giuseppe Bagnasco nel 1842. Nel complesso fu realizzata interamente in legno di pioppo e tiglio per il corpo del Santo, mentre in castagno e quercia fu realizzata la base e il baiardo su cui viene portato, per un totale di oltre 500 kg di peso. E' stato invece utilizzata la tecnica dell'argento geminato d'oro per la corazza, l'elmo piumato e le varie rifiniture del cavallo.

Fonte: Comune di Ragusa

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Martirio di San Bartolomeo - Francesco Pascucci (1779)
Chiesa di San Bartolomeo (Scicli - RG)



Opera raffigurante il Martirio di San Bartolomeo, venne commissionato all'allora 32enne Francesco Pascucci da un membro della nobile famiglia Penna, che faceva parte dell'accademia di San Luca proprio come l'autore del dipinto. Il quadro venne realizzato a Roma nel 1779 e venne esposto prima a Palazzo Venezia nell'ambito di una mostra di pittori Romani e poi inviato nel 1779 a Scicli.
Al centro si trova San Bartolomeo consapevole del martirio che sta per subire, mentre volge lo sguardo al cielo, ai piedi si trova: una corda, la caldaia e un coltello che verranno usato dagli strozzini per martirizzarlo.
A sinistra si vede il re armeno Astiage, colui che ha ordinato l'esecuzione mentre si gode la scena, a destra si ha la situazione opposta, un gruppo di donne si dispera per la sofferenza del Santo. Dall'alto giunge un puttino che lo cinge della corona del martirio, mentre piu' alto Cristo attende la sua anima tra gli angeli.

Foto: Claudio Magro Fonte: Scicli Sacra

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


L'urna sacra di San Bartolomeo
Chiesa di San Bartolomeo (Scicli - RG)



Intorno al XVII e XVIII era usanza in Sicilia e tra le confraternite, utilizzare le urne sacre in argento sbalzato per le processioni dei Santi , questa in particolare fu realizzata dalla confraternita di San Bartolomeo per essere trasportata durante i festeggiamenti del Santo omonimo il 24 di agosto, anche se in realtà non conteneva le sue spoglie, ma quelle di altri santi, il suo significato era propriamente simbolico. Esisteva una vera e propria competizione per chi realizzasse l'urna piu' bella, anche se poi alla fine questa non fu piu' utilizzata e ad oggi viene portata in processione solo il giorno di Natale; al posto della statua originale del santo, si trova una statuetta raffigurante Gesu' bambino.

Sui 4 lati all'interno di ovali sono rappresentate in argento sbalzato le 4 scene di vita del Santo tra cui:
1. La predicazione di San Bartolomeo
2. San Bartolomeo amministra il battesimo al re degli armeni Polimnio convertito al cristianesimo
3. San Bartolomeo viene fatto arrestare dal nuovo re degli armeni Astiage
4. Il re Astiage fa martirizzare San Bartolomeo.

Foto: Claudio Magro
Fonte: Scicli Sacra

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Simulacro della Madonna di Gulfi
Santuario della Madonna di Gulfi (Chiaramonte Gulfi-RG)



All'interno del Santuario di Maria Santissima di Gulfi, si trova un importante simulacro che risale al IV e VI d.C. , secondo la leggenda, un giorno una cassa approdò sulla spiaggia fra Scoglitti e Santa Croce Camerina, dopo essere sfuggita alle persecuzioni iconoclaste a Costantinopoli; al suo interno si trovavano un simulacro del Salvatore e una statua delle Vergine. Alla vista di ciò gli abitanti della zona, cominciarono a contendersi le due statue, alla fine risolsero la questione lasciandole su due carri trainati da buoi, il punto in cui si sarebbero fermati avrebbe anche indicato il luogo dove le due statue sarebbero state destinate. Così il carro che trasportava la Vergine si fermò a Gulfi e lì fu eretto il Santuario.
Da allora ogni anno durante la domenica in Albis di Pasqua, i cittadini trasportano la statua dal Santuario alla Chiesa Madre che si trova in paese.

Fonte: FAI

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Annunciazione - Antonello Gagini (1520/30)
Chiesa del Carmine (Modica - RG)



Il gruppo marmoreo dell'Annunciazione venne realizzato su commissione dell'Ordine Carmelitano ad Antonello Gagini intorno al 1520/30 per la Chiesa del Carmine di Modica. Precedentemente il Gagini, grande scultore palermitano, aveva già realizzato una simile opera per la Chiesa del Carmine di Erice, in questa variante, l'Arcangelo Gabriele non appare interamente inginocchiato, mentre tiene un cartiglio in mano si rivolge alla Vergine e annuncia la lauta notizia, Maria è rappresentata con un volto delicato e chinato, accoglie il messaggio cingendo le braccia al petto in segno di graditudine.

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Annunziata - Vito D'Anna
Chiesa dell'Annunziata di Ispica (RG)



Il dipinto settecentesco dell'Annunziata si trova sull'altare maggiore della Chiesa Madre di Ispica, seppure non firmato per stile, luce e cromatica dei colori viene attribuito al Palermitano Vito D'Anna, a rappresentanza dell'ultima testimonianza artistica. Di particolare bellezza appare il blu e il rosso cromatico in contrasto con la pelle bianca di Maria illuminata dall'alto dove spicca la colomba, segno dello Spirito Santo, sulla sinistra appare invece l'arcangelo Gabriele in un tono cromatico dove spicca un azzurro tenue.

E' usanza dei fedeli affidarsi all'Annunziata procurandosi un cordoncino e facendo un nodo ogni giorno dal 25 al 24 Marzo recitando per ogni nodo la seguente preghiera "O Matri Annunziata, vui siti a mia avvucata, quantu è beddu u vuostru visu, quannu muoru purtatimi ‘npararisu”, seguita da tre Ave Maria e un Padre Nostro. Alla fine viene creata una coroncina composta da 365 nodi divisi in 36 decine che viene fatta benedire la mattina del 25 in Chiesa.

Fonte e foto di Archivio: storiofiliaci.it

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Nascita di San Giovanni Battista - Ignoto pittore siciliano (XVIII)
Museo del Duomo (Ragusa Ibla)



All'interno della sala dedicata al culto del Santo Patrono, insieme alla nota Arca Santa, si trova un dipinto che celebra la nascita del Santo patrono di Ragusa Superiore. Il richiamo allo stile si presenta prettamente tardo-barocco data dall'impronta dialettale lasciata volutamente dall'artista nel ripetere gli schemi pittorici del tempo.
La scena è divisa da due registri, in un'atmosfera architettonica troviamo nel primo registro la scena principale data dall'anziana Santa Elisabetta che ha dato al mondo il Battista, con la sua mano tende a protrarsi verso una donna, forse una nutrice che tiene in braccio il nascituro (il rimando a Maria è escluso perchè non presenta l'aureola come S.Elisabetta).
Sulla destra si trova invece seduto il padre Ezechiele, probabilmente nell'atto di scrivere il nome del nuovo nato, privato della parola per non aver creduto alla venuta annunciata dall'arcangelo Gabriele (secondo il vangelo riuscì a parlare solo 8 giorni dopo la nascita durante il battesimo del figlio). Le figure secondarie sono balie e nutrici in primo piano, anziani e uomini che vengono a portare omaggi in secondo piano; nel registro superiore in un turbinio di puttini danzanti si lanciano fiori, un cartiglio intorno ad una croce viene tirato giu' dal regno dei cieli, dove si riporta la scritta "Ecce Agnus Dei".

Fonte e foto di Archivio: Tesi di laurea di Salvatore Mercadante "Indagine, analisi e catalogazione del patrimonio pittorico delle raccolte ecclesiastiche del Val di Noto".

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Madonna con il Bambino e Santi - Ignoto pittore Siciliano (XVII)
Museo del Duomo di San Giorgio (Ragusa Ibla)



Questo singolare dipinto seicentesco proviene dall'ex Chiesa di San Nicola distrutta durante il sisma del 1693 che si trovava dove oggi sorge il Duomo di San Giorgio, seppure di periodo barocco qui l'artista ha volutamente riprendere lo stile dell'arte Bizantina, caratterizzato dai visi a mandorla e dai tratti orientali e gli ori dello sfondo. L'iconografia ha volutamente ripreso al centro la Madonna dell'Odigitria ovvero "Colei che conduce alla via", il suo manto è decorato dalle tre stelle bizantine che stanno a significare colei che perpetua la sua verginità sia prima che durante il parto. Il bambin Gesu' invece si trova in braccio alla madre, vestito dell'himation di colore rosso, ad indicare la natura divina, con lo sguardo si rivolge alla madre, mentre lei invita lo spettatore ad attenzionare il figlio di Dio. Alle spalle sulla sinistra San Nicola di Mira e un santo ignoto eremita assistono alla scena, mentre dall'alto due putti incoronano Maria, regina dei cieli.

Fonte e foto di Archivio: Tesi di laurea di Salvatore Mercadante "Indagine, analisi e catalogazione del patrimonio pittorico delle raccolte ecclesiastiche del Val di Noto".

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Martirio di San Giorgio - Ignoto pittore siciliano (1686)
Museo del Duomo di San Giorgio (Ragusa Ibla)



All'interno della collezione del Duomo di San Giorgio, esposta nella sala dedicata alla collezione Zipelli si trova una tela ad olio dedicata al martirio del Santo Patrono di Ragusa, San Giorgio, datata al 1686, seppure ignoto, l'artista ha saputo lasciare la sua impronta esaltando la concezione artistica tardo - rinascimentale tipica del manierismo del seicento. La scena è divisa in piu' registri, ma nel complesso ricorda una grande battaglia; al centro si staglia l'episodio principale, dove si osserva la decapitazione del Santo, mentre il suo aguzzino tiene ancora la spada in mano. La capacità di aver risaltato l'evento è dato dai soldati a cavallo disposti in forma circolare, l'insegna di Roma della bandiera rimanda ai richiami tipici della pittura di Raffaello, il contrasto è dato dall'ambientazione seicentesca che non rispetta invece l'evento reale avvenuto invece durante le persecuzioni cristiane.
Nell'ultimo registro si trova invece il Santo Martire in gloria, vestito di bianco e adagiato su delle nubi luminose, ai lati degli angeli gli consegnano la palma e la corona, simboli del martirio.

Fonte e foto di Archivio: Tesi di laurea di Salvatore Mercadante "Indagine, analisi e catalogazione del patrimonio pittorico delle raccolte ecclesiastiche del Val di Noto".

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Cristo alla colonna - Antonio e Vincenzo Manno (1780)
Museo del Duomo di San Giorgio (Ragusa Ibla)



Capostipite di una delle piu' gloriose botteghe d'arte palermitana, Antonio Manno fu allievo del grande maesto Vito D'Anna, da cui trarrà l'eredità artistica alla sua morte, è in questa occasione che dopo varie esperienze e commissioni, insieme al fratello Vincenzo vengono chiamati a Ragusa per le tele: " il Cristo che appare a Santa Gaudenzia" e il "Cristo alla Colonna".
Il dipinto si sviluppa in verticale, il corpo di Gesu' appare monumentale, avvolto solo da un velo bianco cinto alla vita, il tratto anatomico è quello che viene definito dai critici di tipo " barocchetto classico". Una luce cupa illumina il busto dall'alto, il volto è segnato dal dolore, le cromie dei colori appaiono fredde, le mani legate alla schiena, a ricordare che il momento che viene raffigurato è quello subito dopo alla flagellazione riprendendo il tema della "passione di Cristo".

Fonte e foto di Archivio: Tesi di laurea di Salvatore Mercadante "Indagine, analisi e catalogazione del patrimonio pittorico delle raccolte ecclesiastiche del Val di Noto".

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Visione di San Giovanni Evangelista a Patmos - Ignoto Pittore Siciliano (XVIII-XIX)
Museo del Duomo di San Giorgio (Ragusa Ibla)



Il dipinto fa parte di una serie di tele realizzate dal medesimo artista ignoto tra fine dell'ottocento e gli inizi del novecento, la composizione si presenta semplice, contornata da un ghirlanda ovale, che racchiude al suo interno la figura del Santo Evangelista, rappresentato con accanto il simbolo Tetramorfo dell'acquila. Il vestiario presenta una tunica verde con un mantello rosso (simbolo del martirio), come in tutte le composizioni di questo genere, il santo è interrotto nel momento della scrittura della pergamena da una visione dall'alto che lo rende in estasi. Sulle sue ginocchia poggia infatti un rotolo con la inequivocabile iscrizione riferita alla Donna dell'Apocalisse che recita Mulier Amicta Solis. Nel registro in basso si notano numerosi testi lasciati disordinatamente ai suoi piedi, mentre un paesaggio marino caratterizza lo sfondo e l'ambientazione.

Fonte e foto di Archivio: Tesi di laurea di Salvatore Mercadante "Indagine, analisi e catalogazione del patrimonio pittorico delle raccolte ecclesiastiche del Val di Noto".

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


Portale di San Giorgio
Via dei Normanni, Ragusa Ibla



Il portale di San Giorgio rappresenta l'ultima testimonianza storica e artistica della presenza dell'antica chiesa dedicata al Santo omonimo, questa venne fatta costruire dai Normanni e doveva avere forme monumentali maestose, composta da tre grandi navate e un alto campanile dalla forma conica, che crollò insieme al resto della Chiesa con il terremoto del 1693.

Il portale superstite non rappresentava l'entrata principale, ma doveva servire la navata sinistra della Chiesa, i materiali usati sono quelli della pietra calcarea locale che oggi risultano corrosi. Nel complesso spiccano le belle colonnine a fascio che seguono la strombatura da parte a parte, decorate da fiori e sculture che rappresentano le arti e i mestieri. Al centro nella lunetta viene rappresentato in alto rilievo "San Giorgio che uccide il drago e libera la regina di Berito", conclude la scena lo stupendo arco gotico-catalano che si unisce a cuspide in alto. Ai lati si notano due losanghe scolpite dentro rombi con all'interno l'aquila aragonese che scandisce gli spazi della facciata.

Fonte e foto di Archivio:Ragusa, La Nuova guida - Giuseppe Iacono

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


I MAGNIFICI MASCHERONI DEL BAROCCO RAGUSANO


Palazzo Zacco - Via San Vito, Ragusa Superiore



Palazzo Zacco sorge nella seconda metà del 700', fu inizialmente l'abitazione di campagna della famiglia Menfi, per poi passare agli Zacco e infine acquistato dal Comune di Ragusa.
La posizione dell'edificio si trova ad angolo tra Via San Vito e Corso Vittorio Veneto, dove la facciata viene scandita da 6 balconi decorati interamente da mensoloni di carattere barocco.
E' possibile dunque distinguere due facciate, una principale e una laterale all'edificio:
  • Facciata principale - lato via San Vito
  • Il balcone centrale si trova sull'ingresso dell'edificio, presenta un'inferriata a petto d'oca decorata con motivi floreali, collegato a sua volta da due colonne in pietra pece con capitelli corinzi, che poggiano su alti plinti che lo sostengono.
    Ai lati si presentano i due balconi sostenuti da mensoloni rappresentati da personaggi grotteschi, per ogni volto si collega un tema particolare legato alla vita quotidiana, tra questi si riconosce sul balcone destro, nella mensola inferiore il mascherone ghignante e linguacciuto e sulla parte superiore il musico che suona le maracas.


  • Facciata laterale - lato Corso Vittorio Veneto
  • Sul prospetto laterale si trovano altri tre balconi sorretti da mensole decorate, al centro il piu' singolare risulta quello detto "della sirena", rappresentato nella parte superiore da questa figura femminile che tiene in mano un flauto, mentre al di sotto un marinaio dal sorriso raccapricciante tiene in mano due pesci. Nel resto dei mensoloni si trovano altre figure musicanti, tra cui si riconosce il suonatore del flauto e della tromba, infine in una delle cornici si trova racchiusa tra le lesene e il timpano la figura di San Michele.


Palazzo Bertini - Corso Italia 35, Ragusa Superiore



Edificio realizzato dalla famiglia Floridia intorno al 700', passò di mano ai Bertini da cui oggi prende il nome e furono gli stessi che apportarono diverse modifiche tra cui il rialzo del piano stradale dello stesso.
La caratteristica principale che contraddistingue questo edificio è la presenza di tre mascheroni, denominati dai ragusani "i tre potenti", questi si stagliano nella chiave di volta dell'edificio e ognuno racchiude un significato differente:
  • Il Povero - A sinistra
    Il primo mascherone guarda a sinistra ed è caratterizzato da un volto dal naso grande, un'espressione di smorfia con la lingua di fuori e i denti mancanti, è il povero deforme, la cui unica potenza è quella di non avere niente e per questo non può essere privato di niente.
  • Il nobile - Al centro
  • Il secondo mascherone guarda al centro ed è rappresentato dal signore nobile, rappresentato con il cappello, i baffi curati e lo sguardo superbo, rappresenta colui che detiene il potere e gode del compiacimento dell'aristocrazia, la sua potenza è data dal diritto che può esercitare su tutto e tutti.
  • Il Ricco - A destra
  • Il terzo mascherone guarda a destra e rappresenta il ricco commerciante, rappresentato con dei baffi curati e un'aspetto tranquillo, il suo potere è dato dal denaro, poichè con esso può comprare tutto.

    Un'altra interpretazione che vede schierate le due fazioni di Ragusa Superiore e Ragusa Ibla, raccontano che quando il passante saliva e andava verso la nuova Ragusa, veniva accolto prima dal sorriso del primo mascherone, ma quando saliva il secondo diventava piu' serio, fino all'altro mascherone che guardando con una smorfia di disprezzo indicava che stava uscendo dalla "nobile" Ibla per dirigersi verso la Ragusa povera "dei massari".

    Palazzo Cosentini - Corso Mazzini, Ragusa Ibla



    Palazzo Cosentini viene realizzato nel pieno 700', situato ad angolo fra le scale della Salita Commendatore e Corso Mazzini, si affaccia su Piazza della Repubblica, la sua facciata viene così esaltata dalle caratteristiche forme barocche che l'hanno reso uno degli edifici meglio decorati di Ragusa Ibla.
    Ad angolo dell'edificio è possibile osservare la statua di S. Francesco di Paola, la cui posa si racconta fu per mettere in protezione tutte quelle persone che intraprendevano il cammino verso Ragusa Superiore, quando le scale rappresentavano l'unico collegamento tra le due città.
    I balconi in tutto sono quattro e sono così rappresentati :
    • Facciata laterale - lato Salita Commendatore
      L'entrata laterale un tempo rappresentava l'ingresso principale, sorretto da semipilastri corrosi e una cornice spezzata sovrastata da un superbo balcone decorato da maschere di esseri ghignanti e burloni alternati a figure femminili a busto scoperto.
      Lo stile delle maschere è rappresentato da personaggi che tengono animali in bocca come topi, serpi e rane in bocca, i visi sono caratterizzati da nasi enormi, deformità, e linguacce rimandando ad allegorie scaramantiche a beffa dei passanti che si facevano meraviglia della ricchezza della famiglia che vi viveva.


    • Facciata principale - lato Corso Mazzini
      Nel primo balcone continuano i soliti mascheroni deformi, questa volta i volti sembrano rappresentare una scena presa dalla strada, dove vengono rappresentati un gruppo di cantastorie immortalati nel momento antecedente alla storia che sta per essere narrata. La figura al centro ha un rotolo in mano, forse il copione che reciterà, ai lati le figure lo accompagnano suonando strumenti come lo zufolo, il mandorlino e il tamburo.

      I mensoloni del balcone centrale è ricco di simboli che rimandano all'abbondanza e al benessere della famiglia, tra questi spiccano figure femminili a seno scoperto, frutti e cornucopie.
      L'ultimo balcone sembra rimandare invece ad una scena all'interno di una osteria locale, da una parte l'oste calvo porta sulle spalle una botte di vino, un suonatore di zufolo intona la scena, mentre una figura femminile nuda offre le sue grazie ad un nobile dalle fattezze normali, la cui figura forse rimanda ad un personaggio della famiglia.

    Palazzo La Rocca- Corso Mazzini, Ragusa Ibla


    L'elegante Palazzo La Rocca fu costruito nel 1760 e fu dimora della nobile famiglia da cui prende nome, i suoi balconi in tutto sei si differiscono per vari temi a cui spesso il significato è legato alla tipologia di stanza su cui si affacciano.

    Partendo da destra i mensoloni del primo balcone sono rappresentati da angeli dall'aspetto tenero, il secondo presenta un telamone dalla fronte corrucciata per lo sforzo di reggere il balcone , nel terzo c'è un rimando alla maternità rappresentato dalla donna che cura il bambino in fasce chiudono la scena due mascheroni contornati da foglie d'acanto, segue poi il balcone dei suonatori di mandola e flauto, probabilmente un rimando al salone delle feste che vi corrisponde, infine si può osservare il balcone che raffigura i personaggi nobili del tempo.

    Fonte e foto di Archivio: Ragusa - La Nuova Guida di Giuseppe Iacono

Le piu' belle opere di Ragusa e dintorni


LE EDICOLE VOTIVE


Madonna del Rosario detta "del colera" -Via XXIV Maggio, Ragusa Superiore



L'edicola della Madonna del Rosario detta anche "del colera", fu realizzata nel 1838 in onore della Vergine in ringraziamento per la fine dell'epidemia che decimò la popolazione ragusana.
La sua architettura particolare la vede eretta su un basamento su cui poggiano lesene laterali, decorata elegantemente da due fregi su cui forse poggiavano dei vasi.
Al di sopra del tabernacolo centrale è posizionato un baldacchino delineato da due cimase laterali che chiudono la composizione con la statuetta della vergine fra santi, è qui che si avverte l'espressione della cultura popolare, che esalta in maniera teatrale il proprio bisogno di rassicurazione nella fede.

Al di sotto dell'apparato contornato da un'inferriata circolare si legge su una lastra di marmo: «saeviente morbo cholera septembris et octobris mensibus MDCCCXXXVII pietate ac devotione per moti fideles sacellum hoc deiparae dicatum excitavere ut eius intercessione a divinis flacellis evaderent». Un rimando al tragico evento subito, che la popolazione era riuscita a superare grazie all'intercessione divina.

Madonna del Rosario - Via Giusti, Ragusa Ibla



Scendendo verso Ragusa Ibla, nei pressi di Piazza della Repubblica, all'angolo con via Giusti si trova un'altra edicola rappresentante una scultura a tutto tondo della Madonna del Rosario.
L'immagina raffigura la Madonna con il Bambino sul braccio sinistro, nel registro in basso, sotto i piedi della madonna due teste di angeli e anime purganti sono tra le fiamme, mentre sulla sinistra si nota San Giovanni con in mano una croce e sulla destra Sant'Antonio Abate.
Chiudono la scena i due puttini che incoronano la vergine Regina dei cieli.

Sacra Famiglia - Via giusti, Ragusa Ibla



Continuando a percorrere la Via Giusti si trova un'altra edicola votiva che rappresenta la Sacra Famiglia, questa ancora in discreto stato di conservazione si lega profondamente allo stile popolare della scultura a tutto tondo. Solitamente questo tipo di icone votive vengono arricchite da decorazioni di frutta e foglie di alloro durante le celebrazioni di San Giuseppe.

Madonna del Rosario - Lungo la SS. 115, Ragusa Ibla



Una delle piu' pregevoli edicole votive, si trova in una zona extra-urbana proprio di fronte la "valle dei ponti", rappresentata ancora una volta dalla Madonna del Rosario. Questa in particolare è rappresentata dalla Vergine con in braccio il bambinello che porge il Rosario nelle mani di San Domenico di Guzman, uguale fa la Madonna rivolgendosi ad un'altro santo, il tutto in una composizione cromatica esaltata dai colori del rosso e del blu.

Fonte e foto di Archivio: Ragusa - La Nuova Guida di Giuseppe Iacono
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Manganelli Palace




   

Why visit: a beautiful and well-kept palace which attracts both tourists and city dwellers. This place hosts events, congresses, and private celebrations.

Don’t miss:behind the palace, you can explore the meandering streets of the restored San Berillo district, a bright and colourful neighbourhood of artists and clubs.



  

Details and history of a noble palace




The Manganelli palace was built in 1400, in perfect Catalan style. Its structure lies on Larmisi lava, an ancient lava flow from 4-5000 B.C.

Today the entrance is decorated in the purest baroque style and is surmounted by the family’s coat of arms consisting of the coat of arms of the Paternò family on the right and that of the Borghese family (an eagle surmounting a dragon) on the left.

The name of the palace embodies the main attribute of the family’s nomenclature and refers to a “manganello” or baton that was used in past centuries for spinning silk, the Paternò family in fact ran a wealthy business in this area, with a hundred workers.

Unfortunately, all the 18th cent furniture was lost, and the 19th cent furniture was either destroyed or stolen when Garibaldi’s soldiers sacked the palace.

In the entrance hall, built by Sebastiano lttar, you will find a statue representing the family history.

The hanging garden




The current Manganelli Palace, rebuilt after the earthquake of 1693, retains the 15th Cent. perimeter walls. Commissioned by Antonio Paternò, the rebuilding began in 1694 and was conducted by the architects Alonzo Di Benedetto and his disciple Felice Palazzotto.

On the Via di Sangiuliano seven large streetlights illuminate underground stores and their mezzanine level balconies, resulting from the lowering of the street level.

The robust wall, which contains the land, incorporates a segment of what once were the 16th century city walls.

The Manganelli Palace, besides its refined interiors, elegant furnishings, decorations, and paintings, is the only palace in the city with a hanging roof garden, a peaceful and refined refuge from the chaos of the city.

The splendid wrought iron balconies are supported by beautiful consoles adorned with angel faces, typical of the Catanese baroque style, each different from the other.

The top floor was only added in the 1870’s.

Sangiorgi Theatre




   

Why visit:this historic theatre introduced a sense of modernity to Catania, an artistic and architectural experimentation created by Mario Sangiorgi, a great mind and someone who really influenced the culture of the city.

Don’t miss: the nearby Piazza Vincenzo Bellini with its majestic Teatro Massimo.





  

The history of a modern theatre




The Sangiorgi Theatre was inaugurated on July 7, 1900, with Puccini's Bohème.

The multi-use nature of the theatre complex was a real novelty for the time. li fact, Cavalier Mario Sangiorgi’s edifice housed a summer theatre for operas, operettas and prose shows, an indoor café-concert hall, a restaurant, a skating rink, various spaces used for meetings and refreshments as well as a hotel.

The Liberty (Art nouveau) architecture along with the innovative project proposed by the engineer Salvatore Giuffrida as well as the stuccoes and decorations by the Neapolitan painter Salvatore Di Gregorio attracted many visitors who were intrigued by the variety of possibilities and surprises: one may happen to attend a sporting event or a film screening.

Decadence and rebirth



Above Guglielmo Sangiorgi, heir, and manager of the Theatre

For a good fifty years the Sangiorgi lived an intense and wonderful season. It staged the icons of light entertainment, great actors, and theatre directors, the stars of song and everyone left a trace, a photo, or a dedicated autograph.

With the crisis of the variety show, at the end of the fifties, the Sangiorgi underwent a destiny common to many theatres all over Italy: it was transformed into a neighbourhood cinema, then, in the seventies, into an adult movie theatre, while its other structures progressively deteriorated.

On November 16, 2002 one of Catania’s most memorable cultural institutions, the "Esercizi Sangiorgi", in Via Antonino di Sangiuliano, was given back to its city.






Palazzo Manganelli: visits by reservation only, during public events or through organized tours.

€ Ticket: 7 euro / Reduced 5

Bus 2-5, 429, 632, 744, 927, BRT1

☞ Timetable update here  


Teatro Sangiorgi: During the ticket selling or the scheduled show.

Bus 2-5, 429, 632, 744, 927, BRT1

€ free in the foyer/ entrance with ticket of the scheduled show

☞ Timetable update here  
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Church of S.Nicolò l'Arena




   

Why visit it? : The first sight of this massive, majestic church with its unfinished facade will fill you with amazement.

Situated at the highest point of the city of Catania, it stands at the centre of Piazza Dante and has the distinction of being the largest and tallest religious building in Sicily, being 66 metres in height and 105 metres in breadth.

From here it will be possible to ascend the 141 steps of the spiral staircase up to the cupola, and admire the view of Mount Etna to the north and as far as Syracuse to the south.

Not to be missed : The antique pipe organ built by Donato Del Piano and the astronomic sundial.
  





Visit: 09:00-18:30 7/7

Entrance to the Church: Free entrance .

Access to the dome walkway: 2€

Bus : 504M
The nearest bus stop is situated in:830-902-

☞ Schedule updates here:  

The History of the Church



The first church, erected in 1578 by Benedictine monks in Catania, was named “Sancti Nicolai de Arenis”, literally San Nicola of the Arena, later altered to its present name, the name being inspired by the monks’ devotion to San Nicola of Bari and by the earth named “rena rossa” or “red sand” which characterized the first monastic buildings erected at Nicolosi whence the monks came, the colour resulting from the firing of the bricks at very high temperatures.

In 1669 the structure was damaged by the eruption of Mount Etna which struck the western side of the city, penetrating the city gates and damaging the ramparts.

Reconstruction of the church began in 1687, at a short distance from the limits of the lava flow, under the Roman architect Giovanni Battista Contini, the plans revealing the functional and celebrative intentions of the order.

On the one hand, in effect, the vast space occupied by the religious building was intended to serve and welcome as many of the faithful as possible during the religious festivals; on the other hand, the monumental size of the church was to display the power and wealth achieved by the monks of Catania.

Inspiration for building these ideals into material form came from the Basilica of San Pietrola in Rome, not least because it was there that the architect had studied.

In 1693 building was interrupted by the violent earthquake which struck south-eastern Sicily and for almost thirty years the monks were without their principal church; the church’s silver and gold was dispersed, but some of the relics, manuscripts, diplomas and books were saved, thus saving also the traditions.

From 1730 onwards the following collaborated to continue the building work: Andrea and Antonio Amato, Francesco Battaglia, and Santangelo and Stefano Ittar, who is credited with raising the great cupola in 1780.

In 1767 Donato Del Piano’s monumental, majestic pipe organ was inaugurated, and many travellers had the opportunity of hearing it played, among them Goethe. In 1776 in the month of September, coinciding with the Festival of the Santo Chiodo (a relic possessed by the monks and believed to be one of the nails of the Cross), the church was inaugurated with exceptional pomp and splendour.

The dimensions of the church were immense: the longest section was 105 metres long and 39 metres wide, whilst the shorter sections were 48 metres long and 15 metres wide.

In 1841 the magnificent sundial of Cristiano Peters and Wolfgang Sartorius was fixed into the paving in front of the High Altar.

The Exterior




The facade facing Piazza Dante was begun in 1775 in accordance with the project of Carmelo Battaglia Santangelo.

The design, a hybrid of late Sicilian baroque and the more linear neoclassicism, which was now finding ever wider consensus even amongst the island’s élite, projects a rather cold and austere effect.

The eight mighty free-standing columns mark out the facade, with its three great portals with balustraded windows above and the central tympanum, all decorated to a grandiose scale. All this had no equal in the city, and was in keeping with the equally grandiose dimensions of the church itself.

Confiscated and appropriated by the Unitarian government in 1866, the facade has never been completed.

References to the Vatican basilica are easily recognizable, both in the columns supporting the naves with Corinthian pilasters and the prominent cornices in the windows which recall distinctly Roman designs.

The monumental interior




The church is built in the form of a latin cross with three naves, and with transept and cupola at the meeting of the arms of the cross and lateral chapels on the apses of the transept, and a very deep, raised choir to contain the monks’ stalls.

The naves are separated by great arcades with all the arches at the same height, with strong and diffused light entering from the high windows at the sides and in the facade, and then accentuated by the high dome, thus allowing one to embrace with one glance the whole breadth of the church up to the High Altar, with only the lateral chapels a little more in shadow, to suggest a greater spaciousness and monumentality.

Providing greater light to the altar area is Ittar’s grandiose cupola, a massive structure which overlooks the city and reaches an interior height of 62 metres.

The lateral chapels are all adorned with precious marble and indeed the monks and abbots paid particular attention to this. Not only did they obtain marble from all over Italy, but in addition they employed painters for the altar pieces who were not Sicilian, or who at least worked in Rome.

The decoration of the chapels reveals a profusion of quality materials ranging from the libeccio of Trapani to alabaster from Rome, alabaster limestone from Malta, yellow marble from Siena, green marble from Calabria, white marble of Carrara, green antique bardiglio from Genoa, red marble from France, morgatello from Spain, Castronuovo yellow marble of Sicily, variously coloured stone from Taormina, and black marble from Portovenere.

As well as celebrated architects and silversmiths, the most famous Roman baroque painters and others in current vogue were summoned to embellish the church.

The most beautiful works i n the left-hand nave






1° Bay: Chapel of Saint Andrew. The Martyrdom of Saint Andrew, painting by Ferdinando Boudard.

The suffering of Saint Andrew, one of the twelve apostles, is pictured in this painting as he is bound by a rope to a cross in the form of an X. Like Christ, he was guilty of having preached the faith, and he exalted the mystery of the Cross.

The whole is framed by pillars of Portosanta marble, the base is yellow marble from Castronovo in Sicily and the frame of the painting is morgatello from Spain.



2° Bay: Chapel of Sant’Euplio. Calviasiano judges Deacon Euplio. Painting by Bernardino Nocchi, 1802.

Sant’Euplio, co-patron saint of the city of Catania, is here pictured during the trial where he is accused of upholding the Christian Gospels, which were banned by the Roman Consul Calviasiano in 304 B.C. On the left, the saint is wearing a red tunic and speaks to the Governor, showing him a page of the Gospel with his right hand, whilst his left hand is tied to the soldier below right.



3° Bay: Chapel of Saint Agatha. The martyrdom of Saint Agatha, 18th century painting by Mariano Rossi.

The monumental framework is decorated throughout with white and red marble from Verona, whilst magnificent pillars of green marble from Calabria highlight the painting depicting Saint Agatha, patron saint of Catania, as she suffers the cutting-off of her breasts, a dramatic scene heightened by the figure of the mother with a young girl on the right who attempts to cover her face.

The chapel is also famous for having been used in Federico De Roberto’s film “I Vicerè” (The Viceroys) in 2007.



The Chapel dedicated to Saint Benedict of Norcia: at the centre, Saint Benedict, canvas by Antonio Cavallucci, on the left Saint Benedict in the desert, also by Cavallucci, and on the right Saint Germano and Saint Benedict by Niccolò La Piccola.

The chapel is decorated with precious marbles which range from libeccio from Trapani to the high reliefs of Carrara white, with which are sculptured in high relief the symbols of the Rule of Saint Benedict, respectively the mitre, the abbot’s staff, the flowering branches and two pairs of crossed palms, symbol of the immortality of the spirit.

The central painting depicts the meeting of Saint Benedict with the two Roman patricians who will spread the monastic order throughout Sicily.



The Chapel of the Nativity: The Nativity by Stefano Tofanelli

Steps in black marble from Taormina lead to the Chapel, which is decorated in Corinthian style to embellish the painting depicting the Nativity of Jesus, set in a grotto, with the Madonna and Child at the centre, Saint Joseph, two animals, and shepherds paying homage to the coming of Christ. The dog below right represents man’s fidelity towards God.



The Chapel of the Holy Sacrament: on the left The Freeing of a Young Slave on the part of San Nicola by Stefano Tofanelli, and on the right San Nicola refuses the appointment as Bishop of Myra by Giuseppe Cades.

The chapel presents, in the interior of a baldaquin, a statue of Christ giving his blessing, the whole decorated with antique marble, including yellow marble of Siena and marble of Taormina.

The first painting on the left presents the saint on high, suspended in mid- air, and holding the hair of a servant, with the purpose of giving him back his freedom.

The second on the right depicts the Bishop of Myra handing the mitre to San Nicola. An angel descending from above prevents the nomination, pointing at the heavens to indicate that he has already been nominated by God.

The most beautiful works in the right-hand nave






1°: Chapel of Saint Gregory: Saint Gregory sends Saint Augustine to England to convert the population. Canvas by Vincenzo Camuccini.

This painting is surrounded by a monumental structure in Corinthian style, the frame of which is constructed in yellow marble of Castronovo, originating from the Quarries of Western Sicily.

The altar piece represents, on the right, Saint Gregory the Great in papal robes with, at his feet, three kneeling Benedictine monks receiving the letter which will qualify them to be promoters of the Evangelization of the rest of Northern Europe.



2° Bay: Chapel of Saint John. Beheading of John the Baptist, painting by Stefano Tofanelli.

The entire frame of the painting, in morgatello from Spain, accentuates the dramatic and divine significance of the condemning of Saint John, he who baptised the Son of God.

He is depicted with his wrists tied behind his back and dressed in red, symbol of imminent martyrdom, and behind him the executioner is preparing for the beheading, whilst a divine light shines from above to receive his spirit into the Kingdom of Heaven.



3 °Bay: Chapel of Saint Joseph. Saint Joseph contemplating the Infant Jesus, canvas by Mariano Rossi.

This Chapel, dedicated to Saint Joseph, presents on the frontal of the altar a splendid bas-relief in marble representing the moment of the Flight into Egypt, sculpted by Gian Battista Marino in 1776.

The theme of the flight is repeated in the canvas placed above, depicting Saint Joseph contemplating the new- born Jesus. On the left an angel holds a lily and other putti observe the scene with curiosity.



Chapel of San Nicola di Bari: The Institution of the Order of Benedictines. Eighteenth century canvas by Mariano Rossi.

The above-named chapel is dedicated to the titular saint of the Benedictines. Originally it contained the tryptych of San Nicola, a work by Niccolò La Piccola, but this was destroyed by Second World War bombing and was replaced with the present painting which is dedicated to the historic event of the Institution of the Benedictines.

At the centre of the chapel can be seen the statue which emerged from the rubble of the 1693 earthquake, which portrays Saint Benedict, sculpted by Giovanni Lombardelli in 1646.



Chapel of Saint Placido: The Martyrdom of Saint Placido, eighteenth century canvas by Placido Campolo.

The monument looks fragile owing to infiltration which over the years has caused the beautiful marble, Carrara white and bardiglio marble from Genoa, to break off.

The painting, placed between the two pillars, depicts the episode of the invasion by Vandals who during 571 reached Messina and slaughtered Saint Placido together with thirty monks who were present in the monastery at the time, a dramatic scene intensified by the faint, gloomy light.



Chapel of the Holy Crucifix: Eighteenth century wooden Crucifix of Giuseppe Orlando.

Turning to the Chapel one notices that both the entrance steps and the twin columns are built with an antique Syrian marble, while the slabs of the pediment are in yellow marble of Siena.

At the centre the magnificent dark green crucifix stands out, whilst for the figure of Christ darker colours have been used. In effect the background serves to highlight the subject.

The Sacristy and the Parvis




From the left hand side of the transept you enter the Sacristy, the work of Francesco Battaglia, and the Memorial to the Fallen, which have been constructed in spaces behind the main Apse and under some of the halls of the monastery. The Monument to the Fallen contains plaques in remembrance of the fallen in the First World War and is decorated with frescoes by Alessandro Abate, badly damaged by damp, whilst the Sacristy, with eighteenth century wooden stalls and frescoes by Giovan Battista Piparo, communicates with the eastern cloisters, which provide light.

The area of the Presbytery and the valuable Pipe Organ




The base of the grandiose Altar Versus Deum, with the organ, the choir and the articulated wooden baldaquin, present a spectacular stage set.

Decorated with precious stones, it has numerous metal insertions patinated in gold or silver, created by the Roman goldsmith Vincenzo Belli.

The imposing High Altar towers over all, and with the choir, the articulated wooden baldaquin and the choir stalls in walnut wood destined for the presbyters, the great Organ of Donato del Piano of 1767 is revealed.

The instrument has 2,378 pipes of wood and tin alloy, six bellows, five keyboards and seventy-two registers, which allows it to be played by three organists at once.

Treasures to discover: the sundial.




On approaching the altar, a tourist will notice the famous sundial created at the Benedictine monks’ request in 1841 by Wolfgang Sartorius and Christian Peters.

Its creation was the result of studies in astronomy conducted during the Enlightenment and beyond, which led to the creation of further solar clocks in Sicily.

The sundial measures 40 metres and is situated between the arms of the transept, crossing the nave from one side to the other.

On the marble slabs are shown the hours, days and months as well as the signs of the zodiac and various inscriptions which provide information about the work, its creators, the correct interpretation of all the data, and the relationship between the various units of measurement in use at the time.

Its working is linked to the gnonomic opening made on the dome, which generates a circular luminous ray which scrolls across the black line indicating midday and gradually moves to show the day and month indicated by the zodiac sign.

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COSE DA FARE A CATANIA E DINTORNI


1.Diving alla scoperta della Riviera dei Ciclopi
2. Tour in barca a vela della Costa Ionica
3. Noleggiare una barca per un giorno di relax
4. Percorrere i sentieri naturalistici della Timpa di Acireale
5. Volare sui cieli della Sicilia Sud-Orientale
6. Cooking Class
7. Alla scoperta delle ceramiche di Caltagirone
8. Vedere il tramonto dalle 5 terrazze panoramiche di Catania
9. Percorrere in treno le vie del Vino dell'Etna
10. Scoprire i paradisi fluviali del territorio
11. Le piu' belle spaigge della Costa Ionica
12. Fare un tour dei Castelli
13. Fare un tuffo nel divertimento con i parchi a tema
14. Escursione ai crateri sommitali dell'Etna
15. Esplorare il territorio dell'Etna in quad
16. Fare trekking e dormire tra i rifugi della Pista Altomontana
17. Immergersi nel barocco di Acireale
18. Alla scoperta dei borghi marinari Acesi e delle specialità culinarie e base di pesce fresco
19. Perdersi tra i vicoli di Taormina e visitare il Teatro Antico sul mare
20. Vivere l'esperienza del trekking fluviale nelle acque dell'Alcantara

1 Diving alla scoperta della Riviera dei Ciclopi


IMMERSIONI DIURNE E NOTTURNE + ATTREZZATURA 30€
SNORKELING 25€





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TRIGONE DIVING
Scegliere di fare Diving lungo la Costa orientale della Sicilia, in particolare nella Riserva Naturale riviera dei Ciclopi è un'esperienza unica, sono molti infatti i punti di immersione presenti e ognuno di questi può farci scoprire molti scorci differenti tra loro:

1. Immersione al Faraglione Piccolo
2. Immersione a Capomulini Faro di Segnalazione
3. Immersione al Bagnaculo
4. Immersione al Castello di Aci
5. Immersione alla Parete della Timpa
6. Immersione ai Panettoni di Acitrezza
7. Immersione con percorso archeologico

2 Tour in barca a vela
della Costa Ionica


TOUR DA CATANIA AD ACITREZZA 1/2 GIORNATA DA 45€
TOUR DA CATANIA AD ACITREZZA INTERA GIORNATA DA 59 €
TOUR DA GIARDINI NAXOS A TAORMINA 1/2 GIORNATA DA 55 €





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The Sicily Sailing Experience



CENA ROMANTICA A LUME DI CANDELA A BORDO 64€
La cena comprende: antipasto rustico, linguine con vongole, frutta, acqua ed una bottiglia di vino bianco.

Sicily Sailing Experience
Sicily Sailing Experience è una società che dal 2011 cura eventi esclusivamente in mare, grazie al loro team multilingue si propongono di far sentire il turista come a casa, coccolato dalle onde e affinandone il palato con le loro cene a bordo a base di pesce fresco e vino locale.
Durante l'esperienza in barca si potrà assistere a nozioni di vela, grazie alla guida di un team di skipper esperti.

3 Noleggiare una barca per un giorno di relax


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1-4 PERSONE 480 €
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4 Percorrere i sentieri naturalistici della Timpa di Acireale


0 €






I SENTIERI
A pochi passi da Acireale si staglia su una scarpata di pietra lavica a strapiombo sul Mar Ionio la Riserva Naturale della Timpa. Totalmente immersa nel verde tipico della Macchia Mediterranea formatasi sulle antiche colate, rappresenta il luogo ideale per gli amanti del trekking e del mare che desiderano allontanarsi dalla città e godersi un pò di natura.

Sentiero delle Chiazzette - Santa Maria La Scala
Si parte dalla Via Tocco situata nel quartiere della Madonna del Suffragio, che prende nome dalla Fortezza del Tocco lì presente. Il sentiero detto anche dei "Sette Tornanti" ci condurrà tra panorami mozzafiato, fichi d'India, capperi ed euformie, fino al piccolo ma suggestivo borgo di Santa Maria la Scala dove si trova una deliziosa spiaggetta di pietra nera dell'Etna.

Difficoltà: Facile
Lunghezza percorso: 3 km
Tempo previsto: 40 min
Dislivello: 100 m
Partenza da Via Tocco- Acireale

Sentiero del vecchio tracciato della ferrovia
Lungo la strada provinciale per Riposto è possibile imboccare a circa 300 m dalla Chiesetta di Santa Maria della Neve, un sentiero che offre la possibilità di camminare sugli antichi binari della ferrovia, ormai dismessa da anni. Il sentiero è caratterizzato da boschi di lentischi, roverelle ed euforbie, mentre tra una galleria e l'altra si potrà godere di una meravigliosa vista panoramica della Costa.

Difficoltà: Medio/Facile
Lunghezza percorso: 6.4 km
Tempo previsto: 1h 30' min
Attrezzatura: Torcia per l'attraversamento della galleria
Chiesetta Santa Maria della Neve


La timpa di Acireale

Linea 3 Acireale direzione CAPOMULINI- PERLA JONICA - FERMATA: Santa Maria Delle Grazie.
DISTANZA: 9 min a piedi


Linea 2 Acireale direzione STAZIONE PENNISI - FERMATA: Stazione
DISTANZA: 29 min a piedi


Treno da Catania ad Acireale- FERMATA: Acireale
DISTANZA: 30 min.


5 Volare sui cieli della Sicilia Sud-Orientale


PARACADUTISMO: LANCIO IN TANDEM A PARTIRE DA 225 €





www.sunflyers.it/
Contrada Caudarella 34, Caltagirone (CT).
tel:+39 338 2941236
renato@sunflyers.it
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Il lancio in tandem

SUN FLYERS
Sun flyers è un'associazione sportiva formata da appassionati di paracadutismo che amano l'adrenalina, i loro istruttori vi accompagneranno nel lancio in volo da 4200 mt di altezza, per un interminabile minuto di adrenalina.

Il lancio in Tandem è una emozionante opportunità per provare in prima persona l’emozione del paracadutismo, ed è un regalo ideale per tutti!

•IL PREZZO INCLUDE: Attrezzatura, supporto con istruttore qualificato e breve addestramento.

6 COOKING CLASS





www.buffettieri.com
Piazza San Domenico 30, Catania
tel:+347 4392782
info@buffettieri.it
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Video presentazione

Buffettieri - Scuola di Cucina
Grandi esperti di cucina vi faranno letteralmente mettere le mani nella cucina tipica siciliana dove il turista proverà a preparare piatti locali che andranno dalla pasta fresca agli arancini.
Le cooking class sono effettuate su richiesta preventiva e adattate alle esigenze del cliente.

7 Alla scoperta delle ceramiche di Caltagirone





ITINERARIO DELLA CITTA'
A solo un' ora di distanza da Catania, nel vostro itinerario non potrà mancare la visita a questa cittadina resa nota per le sue magnifiche ceramiche dipinte e la sua architettura barocca per cui è stata meritatamente inserita all'interno del Patrimonio Unesco.
La città si staglia su tre colli e molti sono i punti panoramici per ammirarla dall'alto, famosa per la sua cultura artistica, la folcloristica festa di San Giacomo, patrono della città e per i suoi presepi, Caltagirone rappresenta una delle mete imperdibili del centro terra siciliano.

Museo regionale della Ceramica
La sede museale risale agli anni cinquanta e contiene al suo interno più di 2400 manufatti provenienti da tutta la Sicilia, ricoprendo un arco temporale che va dalla preistoria agli inizi del novecento, con particolare riferimento ai manufatti di Caltagirone.

L'accesso al museo avviene dal portico ottocentesco soprannominato "Teatrino" per la sua struttura scenografica e decorato esclusivamente in ceramica.

BIGLIETTO INTERO 4 €
RIDOTTO RESIDENTI PROVINCIA 1€

Tutti i giorni dalle 9:00-18:30. La Domenica e festivi dalle 10:00 alle 18:30
Giardino Pubblico ''Vittorio Emanuele'' - Via Roma ''Teatrino del Bonaiuto''

Scalinata di Santa Maria Del Monte
Costruita nel 1606 con lo scopo di collegare la parte bassa di Caltagirone con la parte alta della città, per via del suo stile unico è definita una delle scalinate più belle di Sicilia. Lunga 130 metri, è totalmente decorata nelle alzate dei gradini con mattonelle di ceramica policroma frutto delle maestranze delle Maioliche Artiginali Caltagironesi. La scala con 142 gradini ogni anno viene illuminata nei giorni 24 e 25 Luglio in occasione della festa del Patrono San Giacomo.

Le lucerne che la adornano sono circa 4.000 e vengono chiamate coppi, durante le celebrazioni le lumere si accendono su chiamata del capomastro che dirige "la chiamata", il risultato è uno spettacolo da non perdere!

0€
Aperto sempre
Scalinata Santa Maria del Monte




La monumentale Villa Comunale
Il giardino segue il modello dei parchi inglesi, realizzato in stile liberty all'interno dei viali si possono incontrare vasi in terracotta decorati da maioliche dipinte, imperdibile il palco musicale in stile moresco nella piazzetta centrale e la Fontana della Flora realizzata dall'architetto Camillo Camilliani.

INGRESSO LIBERO
Aperto tutti i giorni dalle 7:00 alle 20:00
Via Roma

8 Vedere il tramonto dalle 5 terrazze panoramiche di Catania




Tramonto dal Tetto del Monastero dei Benedettini



Ingresso gratuito da Piazza Dante
Giardino dei Novizi  

Tramonto dalle terrazze dell'Ostello degli Elefanti



Ingresso su consumazione
Via Etnea - Piazza Università  

Cammino di gronda Chiesa di S. Nicolò L’Arena



Ingresso a pagamento 4 euro intero – 3 euro ridotto
Piazza Dante  

Cupola della Badia di Sant’Agata



Ingresso a pagamento 3€
Via Vittorio Emanuele 182  

Villa Cerami, terrazza al V piano



Ingresso su richiesta
Via Crociferi 91  

9 Percorrere in treno le Vie del Vino dell'Etna


BIGLIETTO INTERO 80€
GRUPPI CON + DI 10 PERSONE 75 €
RESIDENTI IN SICILIA 72 €
RAGAZZI DAGLI 11 AI 17 ANNI 40€
BAMBINI DA 4 A 10 ANNI 35€





www.winerytastingsicily.com
Via Giuseppe Mazzini 5, Piedimonte Etneo - Catania
Il Treno dei Vini dell' Etna

Winery Tasting Sicily
Il treno dei vini dell'Etna nasce nel 2016, grazie alla collaborazione tra FCE (Ferrovia Circum Etnea) e Wine Tasting Sicily per farvi vivere l'esperienza de le "Vie del vino dell'Etna" in un modo unico nel suo genere.

Si partirà dalle pendici dell'Etna a bordo dell’automotrice a scartamento ridotto della Ferrovia Circumetnea, attraversando i paesaggi lavici etnei, lungo tutto il percorso delle guide multilingue vi racconteranno il territorio e vi condurranno grazie al Wine Bus alla scoperta delle cantine dell'Etna dove si svolgeranno le degustazioni.

10 Scoprire i paradisi fluviali del territorio


0€






Le Forre Laviche del Simeto
Per gli amanti delle attività all'aperto, da non perdere l'escursione alle Forre Laviche del Simeto nel territorio tra Adrano e Centuripe, qui l'acqua che sorge dall'Etna nel corso dei millenni ha solcato i basalti lavici, frutto delle eruzioni primitive creando pareti alte tra i 5 e i 15 metri, uniche nel suo genere. Lungo il suo percorso si incontrano numerose piante tra cui: l’Oleandro, la Ginestra spinosa, la Tamerice e ancora la Nappola, l'Inula e lo Stramonio.

Da non perdere: la visita al Ponte dei Saraceni, un ponte risalente al periodo romano e ricostruito intorno al XII secolo sul fiume Simeto, voluto da Ruggero I per collegare la città di Troina, capitale del Regno normanno con Catania.

  Ponte dei Saraceni, Adrano (CT)




Le cascate dell'Oxena
Nonostante l'aspetto del paesaggio dell'entroterra, nel territorio di Militello Val di Catania, sono presenti delle belle cascate naturali raggiungibili tramite la sp28 direzione Militello - Vizzini bivio per Francofonte. L'Ossenaè il fiume che si riversa nel lago di Lentini e che in partesi riversa nel San Leonard oattraversando la Piana di Catania.

Da non perdere: lungo il percorso si godrà la piacevole presenza di alberi di carrubi, querce e oleandri, si seguiranno quindi le rocce basaltiche che ci condurranno finalmente alle cascate dove potervi rinfrescare nelle sue acque durante le calde giornate estive.

  Cascate dell'Oxena, Militello Val Di Catania

11 Le più belle spiagge della Costa Ionica



La Playa - Villaggio Turistico Le Capannine



Situato alla fine della Playa di Catania, il lido si trova immerso nella vegetazione Mediterranea che degrada verso l'ampia spiaggia di sabbia bianca. L'area è attrezzata con lettini e ombrelloni, campi di beach soccer e beach volley, palestra, solarium, bar, ristorazione e animazione sulla spiggia.

Ingresso 5 €
Autobus di Linea: Linea D lidi Playa - 538
Viale Kennedy 93

Il Litorale della riviera dei Ciclopi - Acicastello



Acicastello si trova lungo il litorale appartenente alla Riviera dei Ciclopi, ed è qui che sorge l'antico Castello Normanno eretto sulla roccia lavica, costeggiando il castello è possibile discendere delle scale e giungere in alcune spiagge di sabbia e rocce vulcaniche che la rendono una delle mete balneari più suggestive di Catania.

Spiaggia libera
Autobus di linea: 534
Piazza Castello - Acicastello (CT)

L'Isola Lachea, tra i faraglioni di Acitrezza



Nel borgo marinaro di Acitrezza, chiedendo al molo centrale ai barcaioli locali e concordando il prezzo solitamente sulle 3€, sarà possibile raggiungere l'Isola Lachea che si staglia tra i famosi faraglioni dei Ciclopi narrati da Omero nell'Odissea, inoltre secondo la leggenda la stessa era abitata da Capre.

Due sono i punti dove farvi lasciare poichè non raggiungibili tra loro, il primo è la spiaggetta che affaccia sui faraglioni prossima alla grotta, il secondo è la scogliera alle spalle dell'isola da dove è possibile godere di ottimi punti per i tuffi e lo snorkeling nei fondali marini.

Prezzo da concordare con il barcaiolo
Autobus di linea:534
Molo centrale di Acitrezza (CT)

La Spiaggia di Fondachello



Ideale per una gita fuori porta lontano dalla città il litorale della spiaggia di Foncachello è una spiaggia resa unica dalla presenza di ciottoli e sabbia grossolana, dai fondali limpidi e trasparenti, ideale per gli amanti dello snorkeling.
La spiaggia si alterna tra spiagge libere e stabilimenti balneari, attrezzati con lettini ed ombrelloni per chi ricerca un pò più di comodità sotto il sole.

Spiagge libere e attrezzate
Prezzo medio: Ombrellone +2 lettini 16€
Raggiungibile in auto a circa 30 km da Catania.
Via Spiaggia - Fondachello (CT)

L'Isola Bella di Taormina



Nonostante questo luogo sia in provincia di Messina, questa è una tappa che non può mancare nel tuo itinerario delle spiagge più belle. Situata al di sotto del Colle Taorminese, quest'incatevole isola è un paradiso facilmente raggiungibile da un lembo sottile di sabbia che a tratti appare e scompare, lo scenario appare incorniciato dalla splendida macchia mediterranea che risiede sull'isola sede anche del museo naturalistico, mentre le sue acque appaiono limpide e color smeraldo.

Spiagge libere e attrezzate
Prezzo medio: Ombrellone +2 lettini 25€
Raggiungibile in Bus Catania-Taormina.
Da Taormina prendere la funivia che va a Mazzarò: Corsa Singola 3 €
Accesso al Museo: Intero 4€ -Ridotto 2€
Isola Bella - Taormina (CT)

12 Fare un tour dei Castelli





1°Tappa: il Castello di Aci - Acicastello (CT)
Il nostro tour parte dal borgo marinaro di Acicastello, dove proprio di fronte al mare su una rupe basaltica originatasi 500.000 anni fa si erge il Castello da cui prende nome la città. Il Castello eretto in epoca normanna nel 1076, fu la residenza di Ruggero di Lauria e di Federico II D'aragona. Un tempo la struttura era collegata da un ponte levatoio, oggi non più esistente, infatti oggi si sale da una scalinata laterale scavata nella roccia, al centro si trova invece una torre quadrangolare merlata usata in passato come vedetta.

Oggi ospita nelle sue stanze il Museo civico che comprende: reperti databili dalla preistoria al medioevo, una sezione minerologica, un orto botanico, mostre permanenti e itineranti.


Ingresso 3€
www.comunediacicastello.ct.it
Piazza Castello - Acicastello (CT)
Orari in aggiornamento

2°Tappa: il Castello della Motta - Motta Sant'Anastasia (CT)
La seconda tappa ci porta sulla scia dei castelli che seguono la Costellazione di Orione, il primo tra questi che la compone è proprio il Castello o Torre della Motta, il Dongione fu costruito nel 1074 per volere del Gran Conte Ruggero il Normanno, la torre è alta 21 metri ed è costituita da tre elevazioni, il primo piano era destinato all'alloggio militare, il secondo al comandante della guarnigione, il secondo presenta un arco a sesto acuto. Il Castello ebbe molte destinazioni fu sede della Diocesi fino a passare in mano al conte di Adernò Antonio Moncada nel 1526.

Oggi ospita il Museo storico medievale che presenta reperti che vanno dal XII al XVI, oltre che una sezione multimediale dove si illustra la storia di Motta.



Ingresso: da consultare sul sito al numero telefonico indicato.
www.comune.mottasantanastasia.ct.it
Via Castello, Motta Sant'Anastasia (CT)
Orari in aggiornamento

3°Tappa: il Castello di Paternò (CT)
La nostra terza tappa ci porta a Paternò dove sulla rupe più alta di origine vulcanica si staglia il dongione anch'esso voluto dal Gran Conte Ruggero il Normanno per proteggere la valle del Simeto dagli attacchi islamici, il castello fu poi affidato alla figlia Flandrina che ne ereditò il possesso. Edificio a pianta rettangolare, alto 34 m coronato da una merlatura ghibellina presenta un interessante bicromatismo tra lo scuro delle murature e il bianco delle aperture in calcare.

Al suo interno è stato allestito il Museo civico che ospita al piano terra la cappella affrescata del XV sec. dedicata a S.Giovanni, al primo piano il salone delle armi e al secondo piano le stanze del re che guardano verso l'Etna e il Simeto.



Ingresso: da consultare sul sito al numero telefonico indicato.

www.comune.paterno.ct.it
Via dei Normanni - Paternò(CT)
Orari in aggiornamento

4°Tappa: il Castello di Adrano (CT)
Giunti all'ultima tappa del tour dei Castelli, ci troviamo ad Adrano dove anche qui sorge uno dei Dongioni posti a controllo della Valle del Simeto da Ruggero nel XI secolo, qui regnarono diverse dinastie che vanno da i Moncada ai Ventimiglia fino al 1920. Si pensa che questa struttura di forma rettangolare, alta 34 m, sia sorta sopra i resti di una torre saracena oggiinglobata e visibile dal piano terra.

Dal 1959 è sede del Museo Archeologico regionale "Saro Franco" e nei 4 piani sono esposte le collezioni: primo piano sezione archeologica che mostra i reperti preistorici che vanno dal Neolitico fino al bronzo antico; il secondo piano è dedicato ai reperti rinvenuti nell'antico sito del Mendolito, segue la Cappella del Castello con la collezione numismatica e al terzo e quarto piano la pinacoteca "Sangiorgio Gualtieri", collezioni etnoantropologiche e archivi storici.


www.comune.adrano.ct.it
Via Garibaldi -Adrano (CT)
Orari in aggiornamento

13 Fare un tuffo nel divertimento con i parchi a tema



Etnaland
Etnaland è uno dei parchi a tema più grandi del Sud Italia, situato a pochi km da Catania, si trova ai piedi del magnifico paesaggio dell'Etna è qui che tra attrazioni mozzafiato potrete passare una giornata di divertimento unica nel suo genere.

Il parco offre diverse aree itineranti; durante la stagione estiva è possibile accedere all'Acquapark dove si trovano spettacolari scivoli, il famoso Kamikaze, attrazioni per i più grandi e più piccoli con gommoni e battelli, piscine, aree verdi per il relax e ancora una delle Piscine ad onde più grandi d'Europa.

Durante la sera tra la primavera e l'autunno si potrà godere delle attrazioni meccaniche del Theme Park, dalle più adrenaliniche come il Vortigo, The Storm, Etnaland Tower, fino alle più avventurose come Eldorado, The school e i battelli di Love Lagoon e tanto altro.
Il Parco dispone anche di un parco della preistoria, bazar, punti di ristoro e aree picnic.




www.etnaland.eu
Contrada Agnelleria, 95032 Belpasso CT
Etnaland: theme park e acquapark

Etna Avventura - Milo
All'interno del parco dell'Etna si trova un parco che richiama alla natura selvaggia gli amanti dell'adrenalina e dello sport di montagna, è il parco Avventura che con i suoi 7 ettari di spazi verdi, offre diverse attrazioni adatte sia ai più grandi che ai più piccoli.

Il parco offre 16 percorsi acrobatici sugli alberi dai 2 anni in su dal più semplice al più difficile, più di 25 comodi tavoli per il picnic e servizi igienici. Questo è il posto ideale per gli amanti della natura che vogliono godersi l'area fresca del bosco e la tranquillità che la montagna può offrirci in una location unica del suo genere.




www.parcoavventura.it
Via Acque del Vescovo n.41 - Milo (CT)
Parco avventura Milo

ETNA FLOW Action Sports - Relax - Playground
Se sei un amante degli action sports ma allo stesso tempo vuoi trascorrere una giornata in relax, questo è il parco che fa per te. Nei suoi circa 11.000 mq sono presenti all'interno della struttura: un Parkour Park, una Parete per l'arrampicata Outdoor; mentre per i più piccoli un 'area Playground creata su misura e ancora area Relax con Piscina e Snack Bar. La piscina gode di tutte le comodità come ombrelloni, sdraio, spogliatoi e docce.




Pagina Facebok
Via Giuseppe Garibaldi, 95030 Mascalucia CT
Etna Flow Trailer

14 Escursione ai crateri sommitali dell'Etna


TICKET FUNIVIA (ANDATA E RITORNO) DA QUOTA 1900 MT A 2500 MT +TICKET JEEP 4X4 (SOLO ANDATA) FINO A QUOTA 2900 MT + SERVIZIO DI GUIDA VULCANOLOGICA AUTORIZZATA 100 € PER PERSONA





Contatti guide da Piano Provenzana: Etna Nord
www.guidevulcanologicheetna.it
Piano Provenzana, Etna Nord - Linguaglossa (CT)
tel:+39 3455741330
Guide Etna Nord

Contatti guide da Rifugio Sapienza: Etna Sud
www.etnaguide.eu
Piazza Vittorio Emanuele, 43 - Nicolosi (CT)
tel:39 389 3496086
Guide Etna Sud

I Crateri sommitali: l'Etna
Salire sui crateri sommitali dell'Etna è un esperienza unica, grazie al supporto delle guide vulcanologiche e alpine del territorio avrete la possibilità di visitare con sicurezza uno dei vulcani più attivi d'Europa con i suoi 3350 m.

Da qui sù dove il Mito del Dio Efesto incontra l'elemento del fuoco è possibile godere della sua dominante vista che si estende fino all'altra parte della Sicilia sulle Madonie. Camminerete tra paesaggi lunari mozzafiato fino a giungere alla vista dei quattro crateri sommitali, quali : la Voragine e la Bocca Nuova formate dentro il Cratere Centrale, il Cratere di Nord-Est che è il più alto dell'Etna e per ultimo il Cratere di Sud-Est una delle bocche più attive dell'Etna.


❝ Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla. ❞

Dominique Vivand Denon, “Voyage en Sicilie”, 1788

15 Esplorare il territorio dell'Etna in quad


TOUR IN QUAD PER 2 PAX A PARTIRE DA 49€





Servizio Quad per Etna Nord: Etna Quad
www.etnaquad.it
Rifugio Ragabo - Etna Nord Pineta Bosco Ragabo, Via Mareneve 95015 Linguaglossa (CT)
Messaggio Whatsapp Organizzatore
Messaggio Whatsapp per accompagnatore multilingue
Etna Quad adventure

Servizio Quad per Etna Sud: Tiowo - The Island of Wonder
www.tiowo.com
Rifugio Sapienza Nicolosi
Messaggio Whatsapp

Euro Etna Tourism
www.euroetnatourism.it
Punto di incontro Baita Euro Etna Tourism situata accanto al Bar Esagonal, Piazzale Funivia.
Messaggio Whatsapp Organizzatore
Etna Quad tour

L'Emozione delle 4 ruote sul terreno lavico
Guidare un quad è un'esperienza emozionante, specie se questo avviene in un territorio così particolare e unico come quello dell'Etna. Si percorreranno sentieri tra le colate laviche, passando per le tante grotte originatesi dallo scorrimento lavico, mentre le vostre guide vi illustreranno il territorio raccontandovi aneddoti e vicende legate all'attività incessante del vulcano più attivo d'Europa, ideale per chi è amante del brivido e dell'avventura.

16 Fare trekking e dormire tra i Rifugi della Pista Altomontana


0€




Inizio Percorso
Cancello della Milia, C.da Serra la Nave, Ragalna CT
Fine Percorso
Piano Provenzana Etna Nord, Linguaglossa CT

Il Tracciato della Pista Altomontana
La Pista Almontana presente all'interno del Parco dell'Etna, è il tracciato ideale per gli amanti del trekking che vogliono immergersi interamente nel territorio vivendolo come un abitante del parco o semplicemente come un semplice avventuriero per un giorno o massimo due.

Scheda Tecnica


Difficoltà facile: dal Cancello della Milia, attraverso il giardino botanico di Nuova Gussonea si giunge fino al Rifugio San Giovanni Gualberto (chiuso) ma che presenta un area picnic e una zona barbecue ideale per un pranzo in mezzo al bosco lontano dalla città.
Distanza: 1 km
Tempo: 30 min


Difficoltà Media: dal Rifugio San Giovanni Gualberto oltrepassare la statua del Santo e proseguire fino ad uscire dal bosco di Larici, cammindo sul sentiero ricavato tra le colate si giungerà al Rifugio Galvarina.
Distanza: 8 km
Tempo: 1:45 h


Difficoltà Alta: per chi volesse completare il percorso in più giorni dal Rifugio Galvarina in poi sarà possibile trovare altri rifugi distanti tra loro da 2 ai 4 km, una volta intrapreso il percorso si passerà tra gli antichissimi Boschi di Maletto fino al Bosco "La Nave" da cui prende il nome un altro rifugio. Da qui in poi suggestivi panorami ci accompagneranno durante il tracciato, dagli scorci sulla Valle dell'Alcantara, fino a Taormina e la Calabria, incontrando coni vulcanici secondari sia recenti che antichi fino a terminare il tracciato su Piano Provenzana.
Distanza: 32,4 km
Tempo: 3/4 giorni


Alcuni consigli
E' possibile percorrere il sentiero anche a ritroso da Piano Provenzana, è consigliabile essere bene attrezzati con scarpe da trekking, sacco a pelo, acqua, viveri e attrezzatura tecnica specifica nel caso si voglia sostare all'interno del parco per più di due giorni.

I rifugi lungo i percorsi presentano delle fontane di acqua (non potabile), al loro interno sono provvisti di camino o stufa a legna, alcuni ripiani improvvisati e una legnaia, sono sprovvisti di corrente e servizi igienici.

Si raccomanda di seguire sempre il sentiero e le indicazioni in bianco e rosso per evitare di perdersi, il sentiero è percorribile solo a piedi o in bici, le auto vanno lasciate nei parcheggi presenti all'inizio del tracciato.

17 Immergersi nel barocco di Acireale


0 €





Piazza Duomo - Acireale (CT)
La città di Acireale


I luoghi da non perdere
Nata nel 741 a.C.come colonia greca con il nome di Xiphonia su un altopiano di origine lavico, nominato la Timpa, la città di Acireale è nota per la sua architettura barocca disseminata per le vie del centro storico, per il carnevale e i suoi borghi marinari.
In seguito al terremoto del 1693 che distrusse la Sicilia Orientale, fu ricostruita in linea con lo stile del tempo in piena veste barocca, così gli edifici e i palazzi nobiliari vennero arricchiti con mascheroni scolpiti, portali lavici, sontuose chiese e monasteri.

Nella Piazza centrale si affacciano gli edifici più importanti:


●La Cattedrale dedicata a Santa Maria Santissima Annunziata e al culto di Santa Venera, quest'ultima patrona della città. La facciata realizzata in stile neo-gotico, presenta ai lati due campanili che la incorniciano realizzati in mattonelle policrome, l'interno custodisce la Cappella e le reliquie della Santa Patrona, oltre che la famosa meridiana con i segni zodiacali.


●La Basilica dei Santi Pietro e Paolo risalente al 1550, ma con prospetto barocco realizzato dal Vasta nel 1741, mentre il campanile risale all'800'. All'interno si trova la statua del Cristo alla Colonna, di autore ignoto, che ogni 70 anni viene portata in processione.


●Il Palazzo del Municipio, detto un tempo Loggio Giuratoria del 1640 e ripreso nel 700' presenta una particolare anteprima barocca. Dall'esterno si ammira la lunga balaustra d'ingresso che scandisce l'entrata, mentre al primo piano i "mascheroni" sorreggono il balconato cinto da ringhiere in ferro battuto.


●Il Palazzo Modò, non si affaccia per intero sulla piazza, ma ci da una vista parziale della sua struttura deteriorata nel tempo. Presenta dei balconi barocchi decorati da mascheroni, e la vecchia scritta "Teatro Eldorado" che ricorda la sua destinazione negli anni venti del 900'.


●La Basilica collegiata di San Sebastiano, si incontra a pochi passi dalla città e rappresenta la chiesa più importante di Acireale per il suo stile barocco eccelso, meritandosi il merito di monumento nazionale. La sua decorazione esterna interamente in pietra bianca attira la nostra attenzione per via dell'insieme delle statue che rendono la facciata molto scenografica, l'interno ancora più suggestivo presenta affreschi con scene di vita del Santo e di Cristo, oltre che numerose tele raffigurative e il simulacro del Co-Patrono portato in processione ogni anno il 20 di Gennaio.

18 Alla scoperta dei borghi marinari Acesi e delle specialità culinarie a base di pesce fresco


PRANZO/CENA A BASE DI PESCE A PARTIRE DA 50 €





Santa Maria La Scala
Questo Borgo di pescatori sorge attorno il porticciolo denominato "Scalo Grande", nella cui vicinanza è presente un antico mulino ad acqua ancora funzionante grazie allo scorrere dell'acqua dalla Timpa. Al borgo è legata l'antica chiesetta, ricostruita dopo il 1693 che custodisce al suo interno le tele di Michele Vecchio e Giacinto Platania, sul molo è invece possibile incontrare i vecchi pescatori intenti a svolgere il loro mestiere.

Dove Mangiare:
Ristorante Verde & Blu, Via Santa Maria La Scala 52, Santa Maria La Scala


Santa Tecla
Particolare borgata dal fascino senza tempo, tra agrumenti, ulivi e limoni è stato rinominata "Riviera dei Limoni", è qui presente una piccola torretta di avvistamento a picco su di un costone roccioso e un delizioso porticiolo sul mare che richiama i turisti durante il caldo estivo.

Dove Mangiare:
Ristorante Acquapazza, Via Costiglio Casino, 36 - Santa Tecla (CT)


CapoMulini
Questo borgo sul mare, che delimita a settentrione il Golfo di Catania un tempo era considerato il luogo dove sorgeva il primo sito di Acireale, poi abbandonato in favore dell'attuale collocazione più protetta. Caratteristica del borgo, il suo porto naturale su cui si affacciano diversi ristoranti, che hanno come specialità il pescato locale.

Dove Mangiare:
Ristorante Al Mulino, Lungomare Mario Martinez, 51 Capo Mulini - (CT)


Santa Caterina
Tra strette viuzze rese accoglienti da fiori e alberi di agrumi, sorge sui costoni più alti della Timpa il borgo di Santa Caterina. Caratterizzato dalla splendida Piazza Belvedere da cui è possibile ammirare il mare e la spiaggetta sottostante.
Le rocce presenti sulla spiaggia sono di un colore rossastro, secondo l'immaginario popolare il rosso farebbe riferimento al sangue del povero pastore Aci, assassinato per via dell'accecante gelosia del Ciclope Polifemo, per essersi invaghito anche lui della ninfa Galatea.

Dove Mangiare:
Ristorante I Cavaddari, Piazza Santa Caterina 5, Santa Caterina - (CT)

19 Perdersi tra i vicoli di Taormina e visitare il Teatro Antico sul mare


CAFFE' 1,50 €
GRANITA E BRIOCHE 5 €
APERITIVO 15 €
FUNIVIA 1 CORSA 3€ €





Taormina dall'alto

A poco più di 60 km da Catania, si stanzia sull'alto promontorio del Monte Tauro la cittadina di origini greche: Taormina eretta in un posizione dominante che grazie alle sue bellezze paesaggistiche, l'immenso patrimonio archeologico e il limpido mare la rendono la meta più ambita di sempre della Costa Orientale della Sicilia.

Da Porta Catania si percorre il Corso Umberto via principale del paese che accoglie bar, ristoranti, negozi di souvenir e marchi Esclusivi, questa via è l'ideale per gli amanti dello shopping di qualità.
Lungo il Corso troverete un alternarsi di pittoreschi vicoli nascosti e scorci sul mare, da non perdere Il Duomo di San Nicolò, l'Odeon, la Naumachia, il Palazzo Corvaja e il magnifico panorama dal Teatro Antico, uno dei teatri più grandi d'Europa.

Il magnifico Teatro Antico

La sua realizzazione si ebbe nel III secolo a.C. all'epoca di Gerone II, per realizzarlo venne impiegata un'ampia manodopera per ricavare dalla montagna più di 100000 m cubici di roccia. Sotto i Romani venne abbellito da statue, colonne e coperture. Sorto con lo scopo di rendere spettacolari le rappresentazioni greche, mentre durante il periodo Romano fu destinato ad ospitare battaglie navali e scontri tra gladiatori che resero necessario l'ampliamento dell'Orchestra.

Dagli anni 50 ospita manifestazioni culturali ed artistiche come la premiazione del David Di Donatello e il Taormina Film Festival, al suo interno sono presenti 4500 posti a sedere, mentre lo squarcio presente dove una volta sorgeva la scena principale incornicia alla perfezione la splendida vista del Golfo di Schisò e il profilo mozzafiato dell'Etna


BIGLIETTO INTERO 10€
BIGLIETTO RIDOTTO 5€

☞ Orari in Aggiornamento  
BIGLIETTI ONLINE
Via del Teatro Greco 1, Taormina (ME)

20 Vivere l'esperienza del trekking fluviale nelle acque dell'Alcantara


ATTIVITA' IN ACQUA + ATTREZZATURA A PARTIRE DA 30€





www.golealcantara.it
Via Nazionale 5, Motta Camastra (ME)
prenotazioni@golealcantara.com
Trekking fluviale all'Alcantara

Il Parco Fluviale dell'Alcantara
Il territorio del Fiume Alcantara rappresenta uno dei Parchi Fluviali più belli di Sicilia, situato a Nord dell'Etna presenta una morfologia caratterizzata da profonde gole a strapiombo di origine Basaltica segnata negli anni dal passaggio del fiume. Lungo il fiume si può notare un succedersi di laghetti e cascate di acqua freddissima, dove capita spesso di incontrare una fauna vastissima con circa 200 specie presenti, tra cui rapaci come il falco pellegrino e il gheppio, e ancora il martin pescatore, il corvo impieriale fino alla volpe e il gatto selvatico.

Il Parco è gestito dalla Regione Sicilia e presenta due accessi, il primo tramite una lunga scalinata che conduce fino alla spiaggetta del fiume, oppure tramite ascensori a pagamento. Le strette gole attirano gli amanti del rafting acquatico e del trekking fluviale, per cui è possibile effettuare delle escursioni con guida fluviale specializzata che vi fornirà tutto ciò di cui avete bisogno per praticare questo sport in sicurezza.
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Pantalica




   

Why visit: One of the largest necropolis in the Mediterranean, a very important testimony of the pre-Hellenic cultures in Sicily.

Extremely important archaeological site and UNESCO World Heritage since 2005.

The Nature Reserve, founded in July 1997, is located in the area of the "Iblei" highlands, characterizing much of south-eastern Sicily.

The territory of the reserve is a remarkable site of great interest in terms of geomorphology, nature, landscape, history, archaeology and ethno-anthropology.

Don't miss: Exploring the Caves and the Anaktoron; discovering the Anapo's Valley.



  





Visit April/September 7:00am - 7:00pm, October/March 8:00am - 5:00pm

Round trip walking itinerary: about 9 km.

Essential equipment: hiking or tennis shoes, hat.

Important warnings: steep slopes, no fishing, hunting, introduction or removal of animal or plant species is forbidden; no signal. There are no restaurants or bars.

BUS: The best entrance accessible by public transport is from Cassaro.
☞ linea bus  

Map

My MAPS: Pantalica and Anapo's Valley trail itinerary


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The Rupestrian Necropolis of Pantalica



The site of Pantalica in south-eastern Sicily is better known as Necropoli Rupestri di Pantalica for its vast cemeteries of chamber tombs excavated in the rocks dating back from the thirteenth to the seventh century B.C.

It is located on a limestone promontory surrounded by a deep gorge formed by the rivers Anapo and Calcinara between the cities of Ferla and Sortino in south-eastern Sicily.

There are an estimated 5,000 graves distributed around the sides of a large promontory located at the junction of the Anapo River with its tributary, the Calcinara, about 23 kilometers northwest of Syracuse.

In addition to its archaeological interest the site is also Nature Reserve Oriented, with a variety of local flora and fauna and natural caves (especially the Cave of Bats).

Various walking routes make it versatile to visit this immense site, among the caves, waterfalls, ponds in which to take a break, and trails, including a disused railway line (dismantled in 1956) along the bottom valley of the Anapo.

The Signs of Man’s presence




Ancient inhabiting of the area is testified by numerous Byzantine churches and necropolises, the best-known of which is the Pantalica one, the most imposing of the prehistoric, later paleo-Christian settlements (13th – 8th centuries BC), existing in Europe, with its remarkable “beehive” made up of over 5000 graves distributed along a steep wall of the Anapo.

Pantalica flourished for about 600 years, from 1250 to 650 B.C. The current name of the site probably dates back to the early Middle Ages when the Arabs called it "buntarigah" which means "caves".

The origin of the site is uncertain, but is associated by some archaeologists with Hybla, after a Sicilian king named Hyblon, who is mentioned by Thucydides in connection with the foundation of the Greek colony of Megara Hyblaea in 728 BC.

The Anaktoron and the fortification of Filiporto




On the top the remarkable “Prince’s Palace”, the Anaktoron: a megalithic building built on the rock ridge that separates the Valley of the Anapo from that of the Calcinara.

It is the only building that remain until today, since it seems that the rest of the houses and buildings were made of perishable material (wood, straw, mud).

It is located on top of the hill; it is a multi-room building of large blocks with various rectangular rooms excavated in the nineteenth century by the great archaeologist Paolo Orsi.

Its origins are obscure, some originally thought it was a late Bronze Age building inspired by Bronze Age buildings (Mycenaean Civilization). It was a building certainly used in the Byzantine period as attested by tiles and ceramics.

The remains of a large defensive ditch cut into the limestone are clearly visible along the saddle of Filiporto (on the western side of the promontory, closer to Ferla). The construction features and pottery found place it between the end of the fifth and the beginning of the fourth century BC, represents a defensive work of Greek military design, probably in line with the policy of Dionysius of Syracuse, designed to protect allied sites in the hinterland.

Rupestrian Churches


The caves themselves over the centuries have changed their intended use. So it was that in the Byzantine period some of these were transformed into real rock churches, with presbyterial rooms, apses and frescoes. Along the way you can meet three small medieval chapels carved into the rock.


The Crocifisso Church, near the cemetery of the North, perhaps the most damaged, but still retains remains of Byzantine frescoes on the walls and rooms for worship.


the Grotta di San Nicolicchio (here above) and the Grotta di San Micidario in Filiporto (below), which keep their internal structure much more clearly, and they have still both, weak traces of frescoes to attest the presence of small monastic communities, already devoted to the worship of Saints.

Site's Discovery and Findings



The site was mainly excavated between 1895 and 1910 by the illustrious Italian archaeologist Paolo Orsi, although most of the tombs had already been lined or emptied long before his time.

Pottery, furnishings, utensils, were the grave goods rediscovered thanks to excavations. They give us back the identity of a culture that shows more evolved than Thapsos (another culture of Syracuse) despite showing evident traits of derivation; in addition to it the Mycenaean inspiration is evident in metal objects and jewelry.

We can see a pottery from the forms obtained from the lathe, made in slender and elegant shapes, characterized by the red color and decorated with bands of grooves.


The finds excavated by Orsi are exhibited in the Archaeological Museum of Syracuse. They include characteristic burnished terracotta vessels and metal objects, including weapons (small knives and daggers) and clothing items, such as bronze fibulae (brooches) and rings that were placed with the deceased in the tombs.

The Iblei Plateaux and the “Gullies”




The vast Iblei tableland rose from the bottom of the sea through the superimposition of layers of calcareous sediments and volcanic effusions on Cenozoic seabed; thus from the geological point of view it represents an autonomous structure in relation to the rest of Sicily.

The central point of the region is Monte Lauro (986m above sea level), a very ancient extinguished submarine volcano, from which in a radial fashion there originated the Iblei orographic system, entirely lying in the south-eastern cusp of the island, between the Ionian sea and the Straits of Sicily.

It is a tabular structure – articulated in bevelled forms and in terraces sloping down on the coastal plane – hemmed in and interrupted by narrow, sudden and steep fractures: the deep, luxuriant calcareous fluvial valleys, known as “gullies”, among which there are the ones in the Reserve.

Thus these are unique environments, which have no rivals on the island, and ones in which the abundance of flowing waters, the big permanent ponds, the elevated humidity, the protection afforded by sheer rocks and slight or entirely absent human activity have allowed the survival of important – and sometimes exceptional – ecological niches, significant reference points for plant complexes and for animal life.

The Natural Environment of the Reserve




The territory of the reserve therefore constitutes a remarkable complex of major interest in terms of geomorphology, nature, landscape, history and archaeology, and also ethno-anthropology.

The River Anapo – which is the main one among the numerous perennial watercourses in the Iblei and one of the longest in Sicily – starts from Monte Lauro and, flowing eastward, flows into the big port of Syracuse.

Because of its geo-morphological characteristics and general orientation, the valley of the Anapo is usually divided into three stretches.

The first one, between Monte Lauro and Palazzolo Acreide, extends with a vast and arched plateau.

In the second one it begins to take on the characteristic canyon conformation (gully), becoming narrow and having very steep walls, then tortuous with big meanders, luxuriant with the vegetation that covers it on the bottom and sometimes on the sides.

In the third stretch, which heading towards the southeast flows from the slopes of Monte Climiti as far as the sea, the valley becomes big and arched.

Plants and Vegetation




On the tableland and in the various gullies (Anapo, Cava Grande, Calcinara and the gully of the Mills) the Reserve contains important Mediterranean and hygrophilous plant associations.

Especially where perennial water flow, particularly significant in the tangle of riparian vegetation are arboreal plants, with Platanus orientalis, Salix pedicellata, Populus nigra and Populus alba, Quercus pubescens, shrubby ones with Nerium oleander, Clematis vitalba, Mirtus communis, Equisetum ramosissimum, Solanum dulcamara, Sambucus nigra, Adiantum capillus veneris, etc., and herbaceous ones with hygrophilous Sparagnium erectum and Tipha latifolia.

Below the plateau to the rocks there cling Putoria calabrica, Elicrisum scandens, Dianthus carthusianorum, Capparis spinosa and yellow euphorbias, which general characterise the landscape of the gullies in Syracuse province; lastly, on the plateaux, the low bushes of Mediterranean maquis and some species of evergreen oaks are found.

Wildlife




The fauna comprises species whose existence is directly correlated to the different environments: a lot of birds (Bonelli’s eagle, buzzard, peregrine falcon, lanner, long-tailed tit, yellow wagtail, hoopoe, king fisher, dipper, moorhen, lesser sandpiper);

reptiles and amphibians (leopard rat snake, Riccioli’s snake, painted frog), mammals (marten, porcupine, fox, wild cat, weasel);

among the fish, bearing witness to the quality of the waters, we find the big spotted trout, the tench, the eel and, above all, the elusive and now rare Sicilian trout, a salmonid fish exclusive to southern Italy, Sicily, Sardinia and North Africa;

lastly, the very interesting environment of the karstic caves (of Bats, Trovato, Mortaio, Calcinara) hosts numerous chiropterans and nocturnal birds of prey.

Paths



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1-“Saramenzana”(0,97km): from the Fusco entrance goes down to the pebbly shore of the River Anapo and then back up again, as far as the archaeological area.

2-“Bisanti” (1,25km): it flanks the Anapo, affording beautiful view of the North necropolis of pantalica, and joins up with path 1.

3-“North Necropolis” (1,35km): you get to it form Path 1, or from regional highway 11 (from Sortino), and it goes down to the Calcinara stream, having crossed which it goes up again, on the opposite side, as far as the road for Ferla.

4-“Anaktoron” (1,35km): from the line of the former railway, going up from the valley bottom, it reaches the Byzantine village of San Nicolicchio and the remains of the “prince’s Palace”.

5- “Filipporto saddle” (1.1km): it starts near the former railway station of Pantalica and leads to the Byzantine village of San Micidiario and the Filipporto necropolis, ending on regional highway 11, where you can get onto Path 3 and 4.

6- “Giglio spring” (0,3km): from former railway as far as the Anapo and the giglio spring.

7- “Giarranauti” cycle-pedestrian path (4km): from the entrance in the Palombazza area as far as the Giarranauti plateau (mountain-bikes require booking).

The portion of the Valley of the Anapo between the two entrances to the Reserve is also crossed by the former railway, easy and pleasant to go along, from which you can get onto many of the previously indicated paths
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Vendicari




   

Why visit: Charming oasis in the south of Sicily that embraces an area of the coast of Syracuse with white sandy beaches and clear waters. An area full of riches on all fronts, from biodiversity to geological history to archaeology that reveals the ancient settlements.

Dont' miss: The beaches, the Tonnara and the island of Vendicari.



  





Visita 24/24 7/7

Orange Trail by walk: 4,38 km.
Green Trail by walk: 5 km.
Blue Trail by walk: 5,60 km.

Essential equipment: sandals, closed shoes or sneakers, water, hat and if summer swimsuit.

Important warnings: no fishing, hunting, introduction or removal of animal or plant species and there's no signal in many areas.

Map

My MAPS: Nature Reserve "Vendicari Wildlife Oasis"



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The Nature Reserve "Vendicari Wildlife Oasis"




The Nature Reserve “Vendicari Wildlife Oasis” was established in 1984 by the Sicilian Region. Located precisely between Noto and Marzamemi, it is home to one of the most amazing ecosystems in the world.

Crystal clear sea, long and golden beaches, incredible landscapes, mediterranean vegetation, bird watching observers that will allow you to admire flamingos, herons, storks and other splendid birds.

Both the terrestrial environments surrounding the marshes and the aquatic ones are characterized by an extraordinary variety of habitats and exceptional biodiversity: this is due, as concerns the former, to the presence of very different substratum, a particular hydro-geological characteristics and to the different physical-chemical characteristics of the waters.

Hence the terrestrial environments enumerate precious phyto-sociological associations, proper to these systems and big variety of species, some of which have almost disappeared in the rest of Sicily.

Flora and Environment




Its particularity is given by the different biotypes making it up: from the pools that form the marshes to the rocky and sandy coast or the typical Mediterranean scrub.

There is very dense Mediterranean scrub, which in general characterizes the territory with lentisk, myrtle, alatem, spartium, wild olive trees, etc., rich in psammo-halophilous and halophilous species.

The sandy environment coastal includes, distributed in strips parallel to the coast from the shore towards inland, sea rocket, saltwort, beach-grass, Eryngium creticum, maritime euphorbia, sea lily; beach restharrow, beach cornflower, maritime fennel, in the strips behind the dunes; an exclusive, dense and uninterrupted strip of Mediterranean scrub with juniper, together with ephedra, lentisk and phyllirea in the most inland and unmolested dunes.

This big variety of intact environments is the essential basis for variegated presence of ecological niches, elsewhere unimaginable, which afford a refuge for an elevated number of animal species, many of them on the way to extinction in Sicily.

Wildlife Oasis




Vendicari represents not only an important neuralgic area in the migratory and wintering routes of a lot species of birdlife (over 200 species, some resident and some nesting, among which the spoonbill, the grey heron, the stork, the flamingo, the glossy ibis, the wild goose, the pink gull, the black-winged stilt, the stone curlew, others) but also gives shelter to very numerous mammals (Sicilian shrew, garden dormouse, hedgehog, pyghmy shrew, vole, porcupine, fox, weasel,wild rabbit), amphibians and reptiles (coluber, grass snake, leopard rat snake, green lizard, marsh turtle) and insects.

Also important is the marsh environment , where there are numerous species of aquatic fauna (fishes, shellfishes, reptiles, amphibians and insects) and submerged vegetation (algae and different phanerogams, proper to these environments).

The marine environment in front of these marshes – characterized by low seabed constituted both by rock covered by algal associations and by sandy environments and grasslands of Poseidonia oceanica, and populated by appreciated fish fauna (sea-bass, sea bream, dassie) – is among the areas indentified by law for the institution of a marine reserve (AMP).

Eloro




Along the Blue Route you will find the ruins of the first Syracuse colony: Eloro.

It is a coastal city - along the "Elorina" Road - founded at the end of the seventh century BC, important because it represented the extension Syracuse's domain to the south.

The city was always faithful to the motherland until the fall in Roman hands that however allowed the continuity and productivity until dismantling and destruction during the Arab conquest (IX century AD).

Further traces of the exploitation of the place are represented by some "latomie" (stone quarries) of the V century BC., used in the ancient Greek city, for the construction of temples and monuments, which later became catacombs in the early Christian era.

Historical points of interest




Other finds in chronological order are the testimony of the continuity of these places always affected by the presence of man for the richness of the fauna and the strategic position.

The Trigona: a square Byzantine Cuba with three apses, an upper dome and an opening to the east so that, as tradition, the light of the full moon entered the building starting the Holy Easter.


Dating back to medieval times the Torre Sveva/Swabian Tower which was most likely built by Peter of Aragon, Count of Alburquerque and Duke of Noto (1406-1438) to signal and repel the attacks of pirates Saracens and Barbarians

Another wonder to visit, more recently, the eighteenth century, is the Tonnara/Tuna Fishery of Vendicari: also called "Bafutu"; the activity of the Tonnara, has always been facilitated by the presence of the salt panes.

Trails



☞ MAP OF TRAILS

Parallel to the entire coastal stretch of the reserve are a series of easy trails (accessible from the entrances "Eloro", "Calamosche", the main one and "Cittadella") that can be crossed almost without a break, either individually or in segments.

From the main entrance, where is the Information Point and a first hut for observing birds, once you can reach the beach (7min) you can proceed either in the north or in the south direction.

☞ ORANGE TRAIL MAP
In the former case, moving between the coastline and the Big and Small Marshes, in succession you will meet the Swabian Tower, the Tina Station and the Visitor Centre (7min), an observation point (14min) and the Calamosche beach (37min), from which with a detour (18min) you can reach the entrance of the same name.

☞ GREEN TRAIL MAP
The one that will lead you to the discover the Byzantine remains and a necropolis. Then you will meet the Trigona. Here, further inland, you find yourself immersed in the splendid vegetation with juniper bush, between the shore and the banks of the Roveto and the Sichili marshes. Continue and descend to finally meet the Tonnara on the sea.

☞ BLUE TRAIL MAP
From the north entrance, the Eloro one (near the archaeological area of the same name), proceeding southwards you reach the Stampace beach and the mouth of the river Tellaro (5min) as well as the Calamosche beach (20min), after which you can either head for the Calamosche entrance or go along the coast, to the south, thus getting onto the stretches of paths previously described.

The Beaches



☞ Interactive Map

Pizzuta Beach
The first of the 4 beautiful natural beaches of the Vendicari reserve area;this beach was the place of parties and manhood games of the ancient Greek settlers. The sea is blue, clear and crystalline , there are no equipped structures on the beach. The beaches are connected by trails. This delightful place is ideal for nature lovers, looking for peace and quiet near the sea, obviously not in high season (July/August).

Eloro Beach
South of the archaeological park Eloro is the second of the 4 beautiful natural beaches with soft golden sand bordered by dunes and Mediterranean vegetation.Eloro takes its name from the ancient colony whose remains lie on the headland, not far from the river Tellaro.Crossing the river you get to Marianelli beach. There are no structures, only nature.

Marianelli Beach
The third of the 4 beautiful natural beaches in the name of freedom is Marianelli, a beautiful destination for naturists who love nudism and gay-friendly beach. The sand is always gold and the sea has an impeccable clarity. Continuing south on the trails above the dunes you reach the beautiful Cala Mosche in about 1.5 Km.

Calamosche Beach
The fourth of the 4 beautiful natural beaches is the famous Calamosche, a ravine of extreme beauty destination for many of the tourists who visit this part of Sicily, mother nature’s masterpiece.

Vendicari Beach
Vendicari with its fauna, its sandy beaches, its archaeological sites is ideal for those who are looking for peace and quiet near the sea.

! Do not cross prohibited areas.
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Roman Theatre and Odeon




   

Why it's worth visiting: It occupies the southern side of Montevergine hill and it's the same Theatre where Alcibiadis held the legendary speech to the inhabitants of Katane, to persuade them to get allied with Athene against Syracuse.

The theatre was probably built in the area already occupied by a hellenistic theatre and then in the Augustan Age was first placed as Roman Theatre. It reached its final order in the second century a.C. and it was restored between the end of III and the first half of IV century a.C.

Don't miss: The collections: the regional Antiquarium in Pandolfo House (from '700); Liberti House and Androne House.



  





opening hours from Monday to Saturday 09.00-17.00 (9.00am - 5pm) ; on Sunday 9-13 (9am-1pm)

€6 Entrance fee. Reduced ticket €3.

Bus 2-5, 534, 632, 642, 927, D

☞ Updated schedules here  

Its origins




This structure was already identified in the years between 1884 and 1919 and attributed to a Greek theatre from V-IV century b.C.

Its oldest stages witness the presence of a theatrical building built with big sandy stone blocks with greek letters bringing the inscription KAT in a trapeziumshaped plant, interpreted as an abbreviation of Katane, ancient name of the Greek city.

It had in the Augustan Age its first monumental placement as Roman Thetare.

It reached its final order in the second century a.C. and it was restored between the end of III and the first half of IV century a.C.

According to some studies the theatre could gather up to 7000 spectators.

Theatre description




The typical circular shape partly suits to Montevergine hill slopes on calcareous stairs, the media and summa cavea instead are supported by powerful walls crossed by two ambulatories linked between them by stairs.

In front of the scene a large stage was displayed, whose facade was enlivened by small niches covered by marble and decorated with statues and crowned by a marble frame with stylized vegetable patterns.

On the sides three doors were opened, through which the actors reached the stage.

The orchestra keeps the marble floor whose drawing is made of big circles inscripted inside squares. It was restored already in old style with white marble slabs.

Discovery and recovery



[The Theatre in the 1930s, before the stripping works]

In the eighteenth century the prince of Biscari carried out excavations to free the ancient structures that with time had been covered by houses and recovered elements of the decoration of the scene he brought to his museum.

After a long period of neglect and disinterest began powerful operations of expropriation and demanding demolition works of modern structures and restoration of the ancient ones.

The most substantial part of this work was carried out between 1950 and 1970 and recovery of the cavea and most of the ambulatory.

In 1919, a powerful wall was discovered below the orchestra as an element the structure of an older Greek theatre with a trapezoidal structure.

The 3-D recreation.



Virtual reconstruction made through the research of the Institute for Archaeological and Monumental Heritage of the National Research Council (Ibam Cnr)


Through the interdisciplinary studies and techniques that combine archaeological research with the most advanced technologies, The IBAM has achieved as faithful a reconstruction of the theatre as possible, taking into account many aspects that are consistent and likely to the information that the remains of the theatre and the odeon can give us.

Above the video of the alleged reconstruction, which reports on site the valuable finds that can be admired in the Antiquarium: bases of columns, statues and precious marble inserts.

L'Odeon




To the west of the Roman Theatre area is located the small theater or Odeon.

The building, also of semicircular shape, had a capacity of about 1500 spectators.

In addition to dance and musical performances, it was probably also used for rehearsals of the shows that were then held at the theater.

The building, also called "the minor theatre" or "the minor brother of the theater", was intended for a smaller audience and also used for meetings and assemblies.

It was also suffocated by housing and unlike the theater was provided with coverage.
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Roman Forum




   

Why it's worth visiting: Completely plunged in the meanders of the oldest palaces, it should be the historical Forum characterizing the trading city pole not far from the historical market.

Don't miss: The nearby Catania fishmarket, every morning it fills with folklore and tradition the heart of the city.



  

The Roman Forum




The old remains of Roman Forum stay inside San Pantaleone Courtyard in Catania.

This alleged Forum appeared as a series of different buildings, probably warehouses and shops, surrounding a wide central area forming the proper "forum".

During prince Ignazio Paternò Castello's times (XVIII century) the ground floor resulted as buried, while the second floor (five meters higher), became a residence for many common people and the sides limited to two only (the southern and western ones) tied in a right corner.

In '500 this area showed eight rooms with a southward vaulted cover and four more northward, the latters lost during the creation of Via del Corso, nowadays via Vittorio Emanuele II.

Today, of the alleged forum only two attached rooms remain visible in the south, with an architraved entry with a superimposed archshaped opening that looks very similar to the Foro Traianeo warehouses, besides the simple arch openings.

Of the eastern structure remain the ruins of an opus reticulatum wall belonging to one of the warehouses.

The Balneum of Dante Square




   

Why it's worth visiting: Differently from the other baths in the city, here we are in front of a balneum, that is a private bath.

Don't miss: Beides being in front of the extraordinary monastic structure of the Benedettinis, nearby there are also the Rotonda Baths.



  

The Balneum of Dante Square




The balneum differntiates from the thermae for being considered a private bath, that is connected to a domus, even if the term "private" didn't forbid the access to the public under payment of a rate, a sort of income for the owner.

Furthermore, the balneum is characterized by not having a standard structure, more typical of the baths, just because rising inside an urban agglomerate, it should suit to the surroundings.

The walls nowadays remaining of this balneum belonged to a private domus, a "peristilium house", that is made up of rooms looking on a central courtyard through a colonnaded portico.

On the western side there are still the foundations of some square rooms to which other rooms had probably to be added, of which only few traces of wall remain.

In the middle stretched the balneum, that is the thermal complex, and there were four rooms heated by the hypocaust, that is a floor raised by small columns under which hot air used to pass.





Visit 24/24 7/7

Il Foro RomanoThe Roman Forum is located in the courtyard San Pantaleone. It is not accessible except behind booking by contacting the staff of the Roman Theatre.

The Balneum in Piazza Dante is accessible free of charge.

Bus to San Pantaleone courtyard 2-5, 534, 632, 642, 927, D

Bus Piazza Dante Square 431R, 448, 534, 726, 744, D

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Roman Amphitheatre



   

Why visit: It's one of the largest amphitheatres in Sicily and one of the biggest of the Italian peninsula.

Don't miss: Besides the churches and the surrounding valuable baroque structures, the nearby Fera o' Luni, historical market where one can find food and every kind of items..





  





From Tuesday to Sunday from 9.00 to 13.00 (9.00am - 1.00 pm) // from 14.30 to 18.00 (2.30pm - 6.00pm). Closed on Monday.

Free Entry.

Bus 2-5, 523, 534, BRT1, D.

☞ Updated schedules here  

Description




Elliptical shaped, with a 31 meters height and a series of 52 arcades, it showed two main access doors for the gladiators and other minor entries for the fierce beasts.

The stand was separated from the arena for the audience's safety by a 2 meters high wall covered by valuable marbles, still visible.

To get to it, one should cross many corridors provided with access stairways.The dating back, according to the construction technique analysis, goes to about half of the second century a.C. For its building they adopted the same technique used in the major buildings of the imperial age: a very resistent opus coementicium and the central wall included into the vestments in square lava stone blocks.

History and recovery




Catania amphitheatre, built in the first centuries of the empire, was the most majestic building in civil roman architecture, where the citizens assisted to the gladiator fights and to the venationes (performances between men and ferocious animals).

It could host 15000 sitting spectators and near the double considering the addition of a wooden scaffolding for the standing places.

Described from Biscari himself: "The biggest witness of the ancient Catania greatness", it was embellished by marble covers and porticos as some slabs still on site in the podium wall indicate, the basrelief representing a horse framed by a small ornament in flowery patterns and by many discovered columns fragments.

Its ruins, visible under Stesicoro Square, strech north-southwards and east-westwards, and run under San Biagio's church and the other side buildings.

The ruins were used as a blocks quarry for the construction of city buildings from the Byzantine age, then in Norman age and also under Calvo V. It was exploited and hidden till the creation of Stesicoro Square.

Nowadays only the lower part of the arena survives, which remained utterly underneath till the XVIII century, when the prince of Biscari promoted the first excavations for its liberation.



3D reconstruction and Virtual Tour




Applying an interdisciplinary approach that merges archaeological research with the most advanced technologies, it has been possible to create a relatively authentic reconstruction of the amphitheatre, one which considers many aspects of the remaining ruins.

Once inside the theatre it is also possible to immerse oneself in the “reconstruction” of the amphitheatre using special 3D glasses.

A real virtual tour that takes us where it is impossible to see of course what the modern city has dominated.

We can imagine ourselves in a Roman Catania, this monumental and ancient "stadium" where the public sat, the tunnels through which you went through the various sectors and the arena within which you fought for life.

The video above that contextualizes the reconstruction of the theater in a historical setting of the Etnean city in imperial times is made by Catania Living Lab.



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Santa Chiara's Church and Monastery




   

Why it's worth visiting: Here Verga set the scenes of "History of a Blackcap": between the church and the monastery, the cloister lived in the heart of the city in peace and seclusion, glancing at the crowded world one step away out there.

Don't miss: The arts and craft shops typical of the city and then going towards the centre, Verga's and Bellini's houses crossing Mazzini Square.





  





Open at 11.30am on Sundays and public holidays (during the religious services) Monday to Friday from 17.00 to 20.00 (5.00pm - 8.00pm)

Free Entry.

Bus 534, 632, 642, 744, 902, 927, D

☞ Updated schedules here  

The Church




This parish church of Santa Chiara built in the second half of 1700 on a design by Girolamo Palazzotto, on a small preexisting old church of San Lorenzo from the XII century, belongs to the Clarisse vulgarly called also "viscuttara" nuns for their specialty of biscuits they prepared for the poorest children in the shape of letters so that they could learn the alphabet.

All the exterior style is a moderate baroque with a big octagonal dome provided with jealousy windows, inner corridors and seats for the nuns's strolling and relaxation.

During war time 1940-1943 the military authorities placed between the dome and the roof the alarm siren warning the citizens to run towards the anti-raid shelters.

For that reason the Church was targeted by the enemy flying fortresses and a bomb hit the Rectory, the old Clarisse's parlor fortunately sparing the church, even if the prospectus and the nuns's choir were partly damaged and the organ was destroyed.

Forty years later, in 1973, the whole roof was made brand new by the monuments superintendency totally covered by chestnut lumber and big girders, a very valuable artisanal work made by Patanè Alfio from Riposto.

The interiors




The hall is separated from the body of the church by a big precious wooden compass vulgarly said "fishbread" with frosted glass. The hall vault is enriched with stuccoes of that time.

Once crossed the compass threshold, one can admire the artistic polichrome marble floor completed by GiovanBattista Marino in 1766.

On the visitor's right side there is the altar dedicated to the Immaculate with the artistic altar shovel by Olivio Sozzi; restored after the war, this picture preexisted in the small church of San Lorenzo demolished in the earthquake of 1693.

Soon after, one can notice the pipe organ built in 1971 by Giuseppe Ruffatti from Padova; this organ was offered to parish priest Pergolizzi on the occasion of his priest silver wedding and inaugurated on August 12, Santa Chiara's Feast of the same year.

Precious is the main altar rich in yellow marble decorated with columns in Alpin green marble pillasters and two statues representing on the right San Francesco from Assisi and on the left Santa Chiara.

The church vault is in the shape of barrel belly settled on the half moons of the six windows.

In the middle a majestic fresco by Francesco Sozzi jr showing Santa Chiara's triumph with the tree theological virtues: Faith, Hope and Charity overhanging on the sinner Eve holding in her hand the Forbidden Apple and the rebel angels while falling into the abysses. The work is from 1766.

Under the light windows there are the walls and other more windows provided with jealousies from where the nuns followed the liturgies that were celebrated in the church.

The Clarisse and the Monastery




"The virgins, wearing a rough and pungent bag with a rude rope belt and tortured by stinging punishments lived in such a high poverty accepting food for their maintenance giving the most to the poor ones and receiving besides under their special care the sick ones, the orphans and the suffering people."

So priest Pietro Novacco reminded the life the nuns of the second Franciscan Order under the strict rule of Santa Chiara lived at the time of their first appearance in the city of Catania dating back nothing less than about 7 centuries and a half ago.

The Clarisse in fact came to Catania called by the benedictine Gualtiero Palear, 31st Catania bishop. It was just him to give the first reclusory on the hill that took indeed the name of "Montevergine".

In 1562 a second monastery was founded at the behest of baron Oxina, son of Pietro Paternò Colonna, who, having had no children from his marriage, wanted his goods to found a virgin women monastery with, under Santa Chiara's title and rule.

Until the end of 1500 the pre-earthquake monastery of Santa Chiara didn't appear as such yet, but only the church of San Lorenzo entrusted indeed to the Clarisse.

The religious women still lived in houses adapted to cloister convent, they occupied a whole block, spread out around an inner courtyard adapted to cloister.

The Santa Chiara nuns were hosted in two houses or monastic places. One received womwn until their wedding day, orphan girls or exposed to danger because of poverty; the other sheltered women doing penance and looking for a spiritual shelter as well in this house.
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the Abbey of Sant'Agata




   

Why it's worth visiting: One of the baroque masterpieces revived first after the devastating earthquake of 1693, an unmissable Catania jewel part of Unesco heritage.

Don't miss: The amazing view of the dome, perhaps the best, on the whole city.





  





visiting hours:
Tuesday 9.30-12.30
from Wednesday to Saturday 9.30am-12.30pm / 15.30-17.30 (3.30pm - 5.30pm);
Sunday 9.30am-12.30pm / 19.00-20.30 (7.00pm - 8.30pm);
Monday CLOSED

€ 5.00 Entrance Fee for visiting the Great Choir, the Terraces and the Dome. Free admission to the Liturgical Hall.

Bus 2-5, 429, 523, 534, 632, 927

☞ Timetable update here  

The Church




From the Middle Age, the monastication to increase the entry and assure the perpetuity was for free.

Young Isabella Cicala decides out of devotion and spiritual life, to found a new Monastery in Catania.

Waiting for the handling of paperwork the young woman enters the Benedictine nun's Order and so then the Monastery with the bishop's consent will take the name of Sant'Agata under San Benedetto's rule.

The church and the Monastery were still under construction when everything was completely destroyed by the earthquake in 1693.

The building nowadays visible is a majestic and quick monumental reconstruction work of the Abbey by the architect Giovan Battista Vaccarini.

The facade is characterized by the majestic jealousies, the concave profile of the facade and the balaustrade overhanging on the whole.

The interiors




The church floor is decorated with drawings in Bardiglio marble from Genoa on white Carrara marble; its 5 altars are covered by yellow marble from Castronovo, the whole finished by candid stucco.

The altars, dedicated to Saint Agatha, the Immaculate, Saint Joseph, Saint Benedetto, are decorated by stucco statues; while the 9 busts placed on the crowning are in Syracuse stone.

The extraordinary central lamp indicates with its presence the middle of the architectural space restored on site.

On the altar sides the small windows for the nuns's Eucharist administration, while in the Crucifix chapel one can see the grille of the nuns's professions and the revolving wall tabernacle.

Vaccarini's work




From the ruins of the terrible earthquake of 1693 the survived nuns were able to recover only a few statues and the marble portal, work of the very gifted marble workers from Messina Giovanni Maria and his son Antonio Amato, already completed in 1683.

Vaccarini begins the church construction drawing inspiration also in its sizes from the roman Saint Agnes in Agone.

The donation of 4000 shields left by Giuseppe Moncada will provide the monastery with a large quadripartite garden decorated in the middle with a fountain.

This church was the one to have the first true dome in the "Revived Catania" and it's considered the most reknown and representative work by Vaccarini, who unfortunately because of his death wasn't able to finish the works.

It is said thet he left his salary to the monastery for the devotion he had to Saint Agatha.

The Dome




Open to the public since 2015, the access to the dome and to the balaustraded terrace forty meters high brings the visitor back to one of the nuns's cloister places.

In fact these ones could attend either from the jealousies or from the top of this terrace the Saint's celebrations and other events that tinted the city during the year.

The charm of the whole city, of the most important historical monuments and of the landscape colours are fully enjoyed on this point that fully embraces the Etna views on one side and the sea on the other.

The best moments to get on it are the evening and the sunset.
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Sant’Agata Fountain




   

Why visit: The Sant’Agata fountain tucked away in the walls of Via Dusmet, under the Archdiocese, is located right in front of the arches of the railway viaduct at the marina.

The Catanese simply call it 'a funtanella. According to popular tradition it was built to recall the point from which St. Agatha’s body departed when it was transported by the Byzantine general Giorgio Maniace to Constantinople around the 11th century.

Don’t miss:The nearby historic fish market, local trattorias, the Catanese rotisserie.
  





Visit 24/24 - 7/7

Public Monument.

Bus 2-5, 429, 523, 632, 927.

 

La storia della fontana




If you walk along Via Cardinale Dusmet, skirting the city ramparts built in the 16th cent. at the time of Charles V, you can see the Sant'Agata fountain, defended by a wrought iron gate not far from Porta Uzeda.

The monument is dated 1621 and it is not a coincidence that it’s located at this specific corner, at the foot of the walls of the former Archiepiscopal Seminary Palace.

In fact, it seems that one of the darkest events for the Saint and her devotees took place right here: in 1040 the venerated remains of Saint Agatha were stolen and transferred to Constantinople by Giorgio Maniace.

They finally returned more than a century later, in 1126, thanks to an initiative taken by two Byzantine imperial guards: Gisilberto and Goselmo.

The return of the remains kept in the St. George chapel - in what is now the cathedral - was greatly celebrated by the inhabitants.

During Saint Agatha’s procession which happens every year at the beginning of February, this location is a fundamental stop, recalling the venerated remains point of departure..

This monument is one of a few left undamaged by the earthquake in 1693.

The bust of the Saint is placed at the top, underneath, we have a celebratory inscription indicating the date of construction and patron’s name, below a pillar supports the shell-shaped basin.
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The Bellini Garden




   

Why visit: "The Villa" as it is called by the Catanese, has an elongated trapezoidal shape, and the perimeter is largely enclosed by railings, some made of cast iron and artistically decorated.

A wide triple-lane avenue bordered by rows of trees, runs almost entirely along the Villa and two small hills separated by a large central square animate the itinerary, enriched by paths and walkways.

The Villa is full of architectural elements such as basins, fountains, statues, and numerous busts of famous Catanese. Don’t miss: a refreshing cool drink served at a typical kiosk in Catania, some of the most characteristic : a variety of lemon-salt, lemon-mandarin or tamarind selzers.
  





Visita 06.00-22.00 (6.00am - 10.00pm) 7/7

Free Entry

Bus 2-5, 421, 429, 534, 744, ALIBUS

The Garden's history




In 1719 Ignazio Paternò Castello, the Prince of Biscari created a "verzura" citrus plant garden on a piece of land he obtained from the of S.Salvatore estate.

The old Biscari garden, both private and public, immediately became the most important meeting point of the city and exemplified the enlightened culture of the prince.

The garden was made up of underground tunnels and for this reason, was also called "the labyrinth".

Named after the great Catanese musician/composer, Vincenzo Bellini, the garden which is 72,000 square meters large was inaugurated and opened to the public on January 6, 1883.

During the post-war period it was used as a military camp.

Zoological Garden and Mundane "Villa"




Saverio Fiducia described the garden as a public villa that echoed the fashion of the time, in tune with the courtly models of the great European capitals: candelabra and decorative statues from Paris, the music stage with its ornamental arabesque, typical of the Moorish style of Seville and the Alhambra patios;

a ring-shaped boulevard, punctuated by two rows of oriental plane trees, divided into 3 avenues, one reserved for pedestrians, one for equestrians, and another for carriages. All three avenues were illuminated by the first arc streetlamps.

The Villa also had a zoological garden where peacocks were treated as domestic animals and free to roam among the other inhabitants of the garden, swans splashed in the large fountain, while other basins contained waders and pelicans and large aviaries housed birds of all species.

Particularly noteworthy was an elephant, donated to the city by a travelling circus. The animal was renamed Toni and adopted by the Catanese but unfortunately it died in the 80s.

History also tells us that in 1890 the Emperor of Ethiopia Menelik II, as a sign of friendship, sent a small elephant as a gift to the King of Italy Umberto I.

The sovereign then gave the pachyderm to the city of Catania because it is a symbol of Catania and the city’s coat of arms even bears an elephant.

In spring, during the 1920's, the garden hosted floral celebrations with a parade of carriages, cars and wagons entirely decorated with flowers.

A place loved by the Catanese




In the Catanese psyche, the villa represents a childhood oasis, a refuge from the summer heat, a garden in which to meditate or spend time reading.

The villa is also a place of first loves where couples embrace on secluded benches accompanied by the delightful sound of rustling water from the fountains, where you arrange a rendez-vous with a dear friend.

In the past, on Sundays, people would visit the villa to listen to Bellini's operas performed on the Music Stage: La Norma, La Sonnambula, I Capuleti e i Montecchi, refreshed by "acqua e zammù", a typical Catanese drink of aniseed flavoured water sold at the kiosks, or buy a sprig of dried grass with embedded jasmine flowers to perfume the air.
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The Four Corners




   

Why visit: they mark the intersection of two of Catania’s most important streets: Via Etnea and Via Antonino di Sangiuliano. At each “canto” of the intersection, sumptuous and baroque palaces, emblems of Catania’s rebirth frame the city’s polygonal square.

Don’t miss: the pedestrian zone of Via Etnea where one can visit amazing churches, spend time in traditional cafes or bars, browse local bookshops and perhaps indulge in some shopping.





A crossroad of nobility, history and religion




The palaces belong to Catanese noble families: to the south-east we find the San Giuliano Palace, of the Paternò-Castello Marquises, to the north-east the Palace which belonged to the Duke of Carcaci, to the north-west the Baron Eusebio Massa’s San Demetrio Palace and to the south-west the Santa Nicolella Convent, already present in medieval times.

Of particular interest: to the east there is the characteristic stretch of the Via Sangiuliano that steeply rises on the Montevergine hill, known by the Catanese as 'acchianata di Sangiuliano (the ascent of San Giuliano).

For the inhabitants of Catania, it is an important point in the city because it represents one of the most exciting and exhausting moments of the festival in honour of the Patroness: the faithful must be able to walk this uphill stretch, dragging Saint Agatha’s heavy reliquary chariot during the procession.

This laborious undertaking tests the faith, courage and strength of her feverish followers and its success spells a good omen for the general future and the prayers made to Saint Agatha by citizens and devotees.

A stone inscription engraved in one of the Quattro Canti’s palaces, recalls an important historical fact. This building formerly housed the headquarters of the Workers' Club and it was from its balcony that Giuseppe Garibaldi made his famous historical speech on August 18, 1862, culminating with "O Roma, o Morte", “Or Rome or Death”.

San Demetrio Palace




   

Why visit: also known as Palazzo Massa San Demetrio, it is one of the most beautiful palaces, if not the most beautiful, of the entire Via Etnea.

Don’t miss: experience this corner of the city and perhaps spend a night in the palace which is currently a B&B..





  

Reconstructions and details




It was first rebuilt at lightning speed for that time, right after the terrible earthquake that struck the entire Val di Noto on January 11, 1693.

Commissioned by the Baron of San Gregorio and San Demetrio, the reconstruction was completed in less than two years by the great Catanese architect Alonzo Di Benedetto (he was also the architect of the extraordinary Biscari Palace).

On April 16, 1943 during World War 11, the palace was destroyed by bombing. Today the large facade represents one of the best examples of the Baroque style of the time, with all its characteristic specificities:

balconies with rounded gratings; stone corbels decorated with "mascheroni", grotesque and hilarious caricatures of Baron Massa's friends; the bichromy grey-white – present in many of the city’s monuments - the elegant encounter of lava stone with limestone.





Visita 24/24 7/7

Free Entry

Bus 2-5, 523, 534, 538, 628N, BRT1

 
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Il Barocco catanese e Via Crociferi




   

Why visit: Via Crociferi embodies the extraordinarily suggestive force of the baroque style. Lined with churches, monasteries, and a few civil dwellings it is a true example of the harmonious and unifying nature of post-earthquake Baroque architecture on the oriental coast of Sicily. This pedestrian street is closed at one end by Villa Cerami’s entrance gate, home to the University of Catania’s Law Faculty.

Don’t miss: an evening walk among the local bars on the street to discover the flavours and colours of Catania’s warm hospitality.





  





Visit 24/24 - 7/7

Bus 2-5, 448, 534, 744, BRT1

The Baroque as a symbol of rebirth




Catania’s Baroque style is rich in exuberant contrasts, imaginative and teeming with imagery, winding and abundant forms carved in stone.

Fantastic consoles support stages, loggias, tribunes, allegories, symbols and emblems, masks, and grotesque forms; balconies bulging with grates and railings; domed churches, bell towers and pinnacles, stairways, church porches and terraces, creating dreamlike and surreal scenes.

It is not surprising that this sumptuous style characterizes not only Catania with its shapes and its lava stone, but all the resurrected Val di Noto, which in its rebirth felt the need to excel in the magnificence of its forms and in the precious nature of materials used.

At the time this was a way of manifesting opulence and pride, a way of rising above life’s difficulties and becoming stronger.

One of Catania’s 18th Cent. mottos was Melior de cinere surgo: "I rise even more beautiful from my ashes".

This phrase is still engraved on the Porta Ferdinandea built after the earthquake, welcoming all those who entered the city.

The Street of Churches




At the beginning of the street, the first building you’ll run into is the single-nave Church of Saint Benedict with a portal by Vaccarini and a vestibule endowed with an incredible marble staircase.

The church is connected to the Convent of Saint Benedict by an arch which bears the homonymous name and crosses over the street, connecting the Convent’s main abbey to the little one (the Badia grande to the Badia piccola).

It’s accessed by a flight of steps and surrounded by a wrought iron gate.

Further on you’ll see the Church of St. Francis Borgia, with two large staircases at its entrance.

The two churches are separated by a lane that leads to the Asmundo Francica Nava Palace, jutting out onto a small and delightful square.

Continue walking along the street until you encounter the Jesuit college, the former home of the Art Institute, which houses a beautiful porticoed cloister with columns and arcades. The artistic apex of via Crociferi is embodied in the Church of San Giuliano, considered one of the most beautiful examples of baroque architecture in Catania.

The building, attributed to the architect Giovan Battista Vaccarini, has a convex facade and clean elegant lines, an admirable masterpiece of 18th cent. religious architecture, with its curvilinear façade and elliptical Borromini type plan.

Further ahead, just after via Antonino di Sangiuliano, we can stop for a minute to admire the Crociferi convent and the Church of San Camillo.

The legend of the headless horse




It is said that in the eighteenth century Via Crociferi was frequented at night by nobles who did not want to be caught engaging in clandestine love affairs and scheming plans of various kinds.

To dissuade these persons from pursuing such activities, a rumour was spread about a headless horse that wandered the Via Crociferi in the middle of the night, from dusk to dawn.

The people, innocent and gullible, were easily frightened, so that no one dared venture out of their homes after sunset.

A young man, in defiance of this widely believed legend made a bet with some friends: he would enter the street at night and hammer a nail into the Arch of the Benedictine Convent as proof.

The young man indeed reached the arch and even managed to plant the nail, but not realizing his cloak was caught under it, he felt a tugging while attempting to get down and assumed the Headless Horse had grabbed him. The poor fellow died on the spot of a heart attack.

You can still see the sign of the nail under the arch and it took years before anyone ever set foot in Via Crociferi again at night. Some claim they can still hear a horse’s hooves on the stone pavement at night…

Set cinematografico




More than many other places, Via Crociferi has served numerous times as the set of well-known and valuable films mostly of Italian production, trampled by well-known actors. Although small, the fascinating street was versatile and photogenic for many directors in its Baroque condensation of art.

The street appears for the first time in 1954 with Luigi Zampa's L'arte di arrangiarsi , which sees Alberto Sordi as an "opportunist and turncoat" in a brilliant and satirical film, the latest subject by Vitaliano Brancati.

Still in black and white, Il Bell'Antonio from 1960 was shot, directed by Mauro Bolognini, for a scene in which the actress was also one of the imposing churches on the street.

Following are some scenes by Lina Wertmuller for Mimì metallurgico ferito nell'onore of 1972 and Paolo il Caldo of '73 by Marco Vicario, both with Giancarlo Giannini as the protagonist.

Finally Storia di una Capinera from 1994 by Franco Zeffirelli, and I Vicerè from 2007 by Roberto Faenza enhance the beauty of the Baroque places with costume settings adhering to the locations.

Quotes on via Crociferi


La sera, Antonio e Leonardo Lentini passeggiarono in su e giù per la corta, ma infinitamente bella, via Crociferi. Le tre chiese e i due conventi, fra i quali la strada scorre in declivio, erano deserti e silenziosi; le alte cancellate di ferro battuto, che stringono in seno le brevi e ripide gradinate dei sagrati, eran chiuse con catenacci.

In the evening, Antonio and Leonardo Lentini walked up and down the short, but infinitely beautiful, via Crociferi. The three churches and the two convents, between which the road runs in a slope, were deserted and silent; the high wrought iron gates, which embrace the short and steep steps of the parvises, were closed with bolts.


(Vitaliano Brancati 1907 - 1954 "Il Bell'Antonio")


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Vendicari




   

Perchè visitarla: Affascinante Oasi nel sud della Sicilia che abbraccia una zona della costa del Siracusano dalle spiagge chiare e le acque limpide. Una zona piena di ricchezze su tutti i fronti, dalla biodiversità alla storia geologica fino all'archeologia che ne svela gli insediamenti antichi.

Da non perdere: Le spiagge, la Tonnara e l'isola di Vendicari.



  





Visita 08:00/19:00 7/7

€
Biglietto intero 3,50 euro a persona
Biglietto ridotto (per le Forze dell’Ordine, associazioni ambientaliste, studenti e scout) 1,50 euro
Gratuito per i bambini sotto gli 8 anni, diversamente abili con accompagnatore previa autorizzazione del gestore, soggetti impegnati in attività di studio, ricerca e didattica e per iniziative istituzionali.
Previsto un biglietto famiglia dal costo di Euro 7,00 per tutti i componenti del nucleo familiare.

Il ticket si applica per tutti e 5 gli ingressi dell’area protetta da Cittadella dei Maccari, Torre vendicari, Marianelli, Calamosche ed Eloro.

Itinerario blu a piedi: 5,60 km.
Itinerario arancio a piedi: 4,38 km.
Itinerario verde a piedi: 5 km circa.

Sentiero 1 a piedi: 6,6 km c.ca A/R
Sentiero 2 a piedi: 10,5 km c.ca A/R
Sentiero 3 a piedi: 8,3 km c.ca A/R

Attrezzatura essenziale: scarpe da trekking o da ginnastica, acqua, cappello e costume in estate.

Avvertimenti importanti: pendii scoscesi, divieto di pesca, caccia, introduzione o prelievo di specie animali o vegetali; assenza di segnale di rete; assenza di punti di ristoro (bar/bagni ecc..).

Tali indicazioni sono fornite sulle basi di consultazioni e confronti su mappa riscontrati in diversi itinerari forniti da guide e amatori. La redazione non si assume alcuna responsabilità in caso di imprevisti, cambiamenti, chiusure o deviazioni non segnalate.

Presenza di zone di nudismo segnalate.

Assenza o quasi di punti di ristoro. Portare con sè cibo e acqua.

Mappa

My MAPS: Itinerario Riserva Naturale "Oasi faunistica di Vendicari"



☞ Ulteriori informazioni qui  

La Riserva Naturale "Oasi faunistica di Vendicari"




La riserva naturale orientata “Oasi Faunistica di Vendicari” è stata istituita nel 1984 dalla Regione Siciliana. Situata precisamente tra Noto e Marzamemi, al suo interno si trova uno degli ecosistemi più stupefacenti al mondo.

Mare cristallino, spiagge lunghissime e dorate, paesaggi incredibili, vegetazione mediterranea, osservatori per il bird watching che vi permetteranno di ammirare fenicotteri, aironi, cicogne e altri splendidi volatili.

Sia gli ambienti terrestri che circondano le paludi che quelli acquatici sono caratterizzati da una straordinaria varietà di habitat ed eccezionale biodiversità.

Ciò è dovuto, per quanto riguarda il primo, alla presenza di substrati molto diversi, a particolari caratteristiche idrogeologiche e alle diverse caratteristiche fisico-chimiche delle acque.

Quindi gli ambienti terrestri enumerano preziose associazioni fito-sociologiche, proprie di questi sistemi e di una grande varietà di specie, alcune delle quali sono quasi scomparse nel resto della Sicilia.

Ambiente e Flora




La sua particolarità è data dai diversi biotipi che la compongono: dalle piscine che formano le paludi alla costa rocciosa e sabbiosa o alla tipica macchia mediterranea.

C'è una macchia mediterranea molto densa, che in generale caratterizza il territorio con lentischi, mirti, alatem, spartium, olivastri selvatici, ecc. ricchi di specie psammo-alofile e alofile.

L'ambiente sabbioso costiero comprende, distribuiti in strisce parallele alla costa dalla riva verso l'entroterra, razzo marino, salicornia, spiaggia-erba, Eryngium creticum, euforbia marittima, giglio di mare; spiaggia in fiore, spiaggia di fiordaliso, finocchio marittimo, nelle strisce dietro le dune; una striscia esclusiva, densa e ininterrotta di macchia mediterranea con ginepro, insieme a efedra, lentischio e fillirea nelle dune più interne e indisturbate.

Questa grande varietà di ambienti intatti è la base essenziale per la presenza variegata di nicchie ecologiche, altrove inimmaginabili, che offrono rifugio a un numero elevato di specie animali, molte delle quali in via di estinzione in Sicilia.

Oasi Faunistica




Quindi Vendicari rappresenta non solo un'importante area nevralgica nelle rotte migratorie e svernanti di molte specie di avifauna (oltre 200 specie, alcuni residenti e alcuni nidificanti, tra cui la spatola, l'airone cenerino, la cicogna, il fenicottero, l'ibis lucido , l'oca selvatica, il gabbiano rosa, il palafitta dalle ali nere, il chiurlo di pietra, altri) ma dà anche rifugio a moltissimi mammiferi (toporagno siciliano, ghiro, riccio, toporagno pigmeo, arvicola, porcospino, volpe, donnola, coniglio selvatico), anfibi e rettili (colubro, serpente d'erba, serpente ratto leopardo, lucertola verde, tartaruga palustre) e insetti.

Importante è anche l'ambiente palustre, dove sono presenti numerose specie di fauna acquatica (pesci, crostacei, rettili, anfibi e insetti) e vegetazione sommersa (alghe e diverse fanerogame, propria di questi ambienti).

L'ambiente marino di fronte a queste paludi - caratterizzato da fondali bassi costituiti sia da rocce coperte da associazioni algali e da ambienti sabbiosi e praterie di Poseidonia oceanica, e popolato da apprezzata fauna ittica (spigola, orata, dassie) - è tra le aree identificate dalla legge per l'istituzione di una riserva marina (AMP).

Eloro




Lungo l'Itinerario Blu s'incontrano le rovine della prima colonia siracusana: Eloro.

Si tratta di una città costiera - lungo la via elorina - fondata sul finire del VII secolo a.C., importante perché rappresentava l'estensione del potere di Siracusa verso sud.

La città fu sempre fedele alla madrepatria fino alla caduta in mano romana che comunque ne permise la continuità e produttività fino allo smantellamento e alla distruzione in epoca araba.

Ulteriori tracce dello sfruttamento del luogo sono la presenza di alcune latomie (cave di pietra) del V sec a.C. utilizzate nell’antica città greca, per la costruzione di templi e monumenti, successivamente divenute catacombe in epoca paleocristiana.

Altri reperti e punti d'interesse storico




Altri reperti in ordine cronologico sono la testimonianza della continuità di questi luoghi sempre interessati dalla presenza dell'uomo per la ricchezza della fauna e la posizione strategica.

La Trigona: una Cuba bizantina a pianta quadra con tre absidi, una cupola superiore e un’apertura a oriente in modo tale che, come tradizione, la luce della luna piena entrasse nell’edificio dando inizio alla santa Pasqua.


Risalente all’epoca medievale, poi, la Torre Sveva che con molta probabilità fu costruita da Pietro d’Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438) per segnalare e respingere gli attacchi dei pirati Saraceni e Barbareschi.

Altra meraviglia da visitare, di epoca più recente, del XVIII secolo, è la Tonnara di Vendicari: detta anche Bafutu; l’attività della Tonnara, da sempre, è stata facilitata dalla presenza delle saline.

Itinerari



☞ MAPPA INTERATTIVA

Parallelamente all'intero tratto costiero della riserva si trovano una serie di facili sentieri (accessibili dagli ingressi Eloro, Calamosche, Principale e Cittadella) che si possono percorrere quasi senza sosta, o singolarmente o in segmenti.

Dall'ingresso principale, dove si trova il punto informazioni e una prima capanna per osservare gli uccelli, una volta raggiunta la spiaggia (7 minuti), è possibile procedere sia a nord che a sud.

☞ MAPPA Itinerario Arancio
Nel primo caso, spostandosi tra la costa e le Grandi e Piccole Paludi, in successione incontrerete la Torre Sveva, la stazione Tina e il centro visitatori (7min), un punto di osservazione (14min) e la spiaggia di Calamosche (37min), da cui con una deviazione (18min) è possibile raggiungere l'entrata dello stesso nome.

☞ MAPPA Itinerario Verde
Quello che ti porterà alla scoperta di resti bizantini, di una necropoli. Successivamente incontrerete la Trigona. Qui spostati più nell’entroterra ci si ritrova immersi nella splendida vegetazione con macchia di ginepro, tra la riva e le rive del Roveto e delle paludi del Sichili. Proseguire e scendere per incontrare infine la Tonnara sul mare.

☞ MAPPA Itinerario Blu
Dall'ingresso nord, quello di Eloro (vicino all'area archeologica omonima), procedendo verso sud si raggiunge la spiaggia di Stampace e la foce del fiume Tellaro (5min) e la spiaggia di Calamosche (20min), dopo di che è possibile o dirigetevi verso l'entrata di Calamosche o proseguite lungo la costa, verso sud, raggiungendo così i tratti di sentieri precedentemente descritti.

I nostri itinerari

Fuori Percorso:
La Colonna Pizzuta


Clicca qui per la Mappa Dettagliata



☞ Mappa generale

L' entrata verso un sentiero sulla SP59 ☞ (clicca qui per indicazioni) è una breve sosta per un breve sentiero che ci porta verso la Colonna Pizzuta, un percorso verso un reperto archeologico isolato in questa zona agricola di pre-riserva.

Si tratta di una colonna probabilmente risalente al III secolo a.C. che apparentemente sembrava esser parte di un monumento celebrativo. Solo nelle ispezioni eseguite da Paolo Orsi emerse che in realtà si tratta di un monumento funebre commemorativo, sotto al quale venne rinvenuto un vano ipogeo stuccato e ornato con due guerrieri di cui uno reggente uno scudo ornato con stilemi risalenti all'epoca di Ierone II. Da ciò se ne dedusse la presunta datazione.


Il termine Pizzuta lo si deve probabilmente al suo emergere isolata rispetto all'ambiente circostante, o probabilmente al tipo pregiato di mandorla che popola quella zona, detta appunto "pizzuta".

Danneggiata dal terribile terremoto del 1693 venne qualificata come reperto di pregio e restaurata nel 1793 per volere di Ferdinando I delle Due Sicilie, come riporta una lapide in marmo incastonata in essa.

I nostri itinerari

SENTIERO 1
Le Spiagge della Pizzuta, di Eloro e di Marianelli


Clicca qui per la Mappa Dettagliata



☞ Mappa generale

Alla fine della SP59 svoltiamo a destra per raggiungere la nostra area di parcheggio ☞ (clicca qui per indicazioni). A questo punto possiamo considerarci quasi insediati all'interno dell'Oasi Faunistica. Ci ritroveremo alla fine della via in uno sterrato da percorrere. il sentiero ci dirigerà verso il terreno sabbioso tra la vegetazione tipica di questa zona fino a raggiungere la nostra prima meta: la Spiaggia della Pizzuta che prende appunto il suo nome dalla Colonna.

La prima di molte altre che vedrete, la spiaggia della Pizzuta ha sabbie dorate, acque limpide e molte volte sulla spiaggia potrete notare delle zone interdette a cui far caso poichè sfruttate dalla fauna per la nidificazione. Conclusa la nostra tappa alla Spiaggia della Pizzuta ci dirigiamo a sud verso l'entroterra, seguendo un sentiero. Non dovremo far altro che seguire la strada superare uno spiazzo, e giungere all'incrocio per andare a sinistra per poi scendere nuovamente a sinistra verso il mare seguendo il corso del piccolo torrente San Nicola.



Giungiamo quindi alla spiaggia di Eloro, caratterizzata - come altre - dall'essere una baia mozzafiato chiusa ai lati da promontori rocciosi, caratteristica che rende l'alternanza di terreno sabbioso e costiero un ricco habitat marino e terrestre, con una biodiversità esaltata dalla presenza della foce del fiume.

Seguiamo la costa sabbiosa che ci porta fino alla foce del fiume Tellaro che nasce dai Monti Iblei nella zona di Palazzolo Acreide per sfociare su queste spiagge dopo aver percorso quasi cinquanta chilometri.

Sembra che il Tellaro sia stato importante testimone e campo di battaglia dei siracusani nel corso del V secolo. Prima sconfitti dai gelesi guidati dal grande tiranno Ippocrate di Gela nel 493 a.C., poi leggendariamente vittoriosi sugli ateniesi nel 413 a.C.

Corrisponde, secondo alcune testimonianze, al fiume Assinaro, citato dalle fonti tucididee; secondo interpretazioni meno ortodosse e più recenti (di Vincenzo Garofalo) potrebbe originarsi da "Flumen Abdullahrii" cioè "Fiume del figlio di Allah" (Maometto).

Superata la nostra visita alla zona di Eloro, seguiamo il percorso lungo il litorale, avendo solo qualche accortezza nell'ascesa e discesa dei promontori che separano una spiaggia dall'altra. Ci ritroviamo nella zona di Marianelli, la zona riservata al nudismo è segnalata. Seguendo il sentiero interno è possibile accedere alla Spiaggia di Marianelli accessibile a chiunque.

I nostri itinerari

SENTIERO 2
Dalla Tonnara a Eloro


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☞ Mappa generale

Dall'ingresso principale ☞ (clicca qui per indicazioni) andiamo a sinistra per raggiungere il sentiero che ci conduce verso il suggestivo rudere della Tonnara. Abbiamo al nostro fianco il Pantano Grande, un bacino d'acqua dolce importantissimo per la coesistenza e il ristoro di moltissime specie, che rendono ricco e vivace l'ecosistema.

Ci ritroveremo a un primo bivio dove abbiamo l'occasione di raggiungere la spiaggia di Vendicari, caratterizzata dalla splendida e suggestiva vista dellla Tonnara. Finita la nostra sosta in spiaggia, raggiungiamo i ruderi della Tonnara e della Torre Sveva . I colori della pietra con la luce del sole si fondono per rendere quasi onirici gli spazi di queste vecchie architetture.


Più avanti incontriamo le vasche ellenistiche , cavità scavate direttamente nelle rocce per diversi usi, tra i quali quello della preparazione del pesce e del "garum" condimento a base di pesce.

Possiamo solo vagamente immaginare le sembianze del luogo in età greco-romana. Possiamo senz'altro comprendere i motivi per cui questo luogo non ha mai smesso di essere enormemente affascinante per l'uomo.

Durante la nostra passeggiata costeggiamo da un lato ancora il ricco e largo Pantano Grande fino al Pantano Piccolo e dall'altro la costiera rocciosa del mare. che ci accompagna per tutto questo tratto, regalandoci un vasto e ricco panorama dove potremmo avere la fortuna di guardare uccelli o altri animali nel loro habitat.

Arriviamo alla Spiaggia di Calamosche , caratteristica per essere una conca sabbiosa chiusa dalla costa rocciosa. Mescolandosi, la costa e sabbia, il litorale si arricchisce di specie marine che possiamo ammirare immergendoci. Un luogo perfetto per lo snorkeling.


Continuiamo la nostra passeggiata per la volta di Marianelli risalendo la sponda rocciosa opposta a quella da cui siamo scesi per raggiungere la Spiaggia di Calamosche.

La Spiaggia di Marianelli e poco dopo quella di Eloro sono separate dalla foce del fiume Tellaro. La zona nudista di Marianelli sarà segnalata. Ancora una volta la presenza d'acqua dolce vicina, aumenta il pregio ambientale del luogo.

Infine dalla Spiaggia di Eloro sarà possibile mirare da lontano parti delle mura e delle achitetture dell'antica città greca, per adesso chiusa ai visitatori.

I nostri itinerari

SENTIERO 3
Dalla Spiaggia di Vendicari alla Cittadella


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☞ Mappa generale

Dall'ingresso principale ☞ (clicca qui per indicazioni) prendiamo il sentiero a destra per raggiungere la Cittadella.

Dopo pochi metri abbiamo subito l'occasione di andare alla Spiaggia di Vendicari per ammirare la splendida costa, il mare cristallino e i ruderi della tonnara dall'altro lato.

Finito di goderci questo mare ci dirigiamo a sud incontrando dopo poco il Pantano Roveto. Alcune deviazioni lungo il cammino ci porteranno ad avvicinarci ad alcuni punti panoramici per poter avere la possibilità di ammirare la vita dentro questo affascinante ecosistema, un luogo perfetto per il birdwatching.

continuando il nostro percorso abbiamo da un lato quindi la scogliera del mare e dall'altro il Pantano ricco di vegetazione tipica del luogo. Lungo il tratto costiero mireremo quindi a un pezzo di terra in mezzo al mare: l'Isola di Vendicari, molto vicina alla costa, anch'essa parte dell'Oasi.

Proseguendo superiamo una piccola foce del Pantano che si riversa sul mare e ci addentriamo verso la nostra destra per raggiungere la Trigona, con alle spalle il Pantano.

Ammiriamo la struttura bizantina che assieme alle altre hanno determinato un importante documentazione del periodo medievale in queste zone.


Proseguiamo sul nostro sentiero per ritrovarci sulla zona della Necropoli. Scendendo e continuando verso il mare ci ritroveremo infine al bivio, da un lato possiamo visitare la Cittadella: rappresenta la zona dell'insediamento bizantino di cui resta solo un recente ex Palmento usato per la produzione di vino, adesso è dopo il restauro ospita rassegne naturalistiche e culturali sul territorio.


Ci dirigiamo quindi verso la Spiaggia della Cittadella dove poterci godere il mare avendo la sensibilità di rispettare il luogo e le eventuali zone interdette alla nidificazione delle tartarughe.

Le spiagge di Vendicari



☞ MAPPA INTERATTIVA

Spiaggia la Pizzuta
La prima delle 4 splendide spiagge naturali della riserva di Vendicari , questa spiaggia era luogo di feste e giochi di virilità degli antichi coloni greci. Il mare è blu, limpido e cristallino, non ci sono strutture attrezzate. Le spiagge sono collegate da sentieri. Questo posto delizioso è l'ideale per gli amanti della natura, in cerca di pace e tranquillità vicino al mare.

Spiaggia di Eloro
A sud del parco archeologico Eloro la seconda delle 4 splendide spiagge naturali con soffice sabbia dorata bordata da dune e vegetazione mediterranea che si trovano a nord di Vendicari. Eloro prende il nome dalla'antica colona i cui resti giacciono sul promontorio.Poco distante il fiume Tellaro. Attraversando il fiume, oltre il promontorio si arriva alla spiaggia di Marianelli. Non ci sono strutture , soltanto natura.

Spiaggia di Marianelli
La terza delle 4 splendide spiagge naturali all'insegna della libertà è Marianelli splendido anfratto meta di naturisti amanti del nudismo. La sabbia è sempre color oro ed il mare ha una limpidezza impeccabile. Arrivando in macchina il posteggio dista circa 1.3 km dalla spiaggia. La spiaggia di Marianelli più facilmente raggiungibile è accessibile a chiunque, mentre più a nord si raggiunge la zona dedicata al nudismo.
Attenzione: in ragione di quanto appena descritto questa particolare meta si presta a un target ristretto di utenza e molto meno alle famiglie.
Continuando verso sud sui sentieri sopra le dune si raggiunge la splendida Calamosche a circa 1,5 km.

Spiaggia Calamosche
La quarta delle 4 splendide spiagge naturali è la famosa Calamosche , anfratto di estrema bellezza meta di molti dei turisti che visitano questa parte di Sicilia, capolavoro di madre natura.Arrivando in macchina la spiaggia si raggiunge in 1,2 km di camminata dal parcheggio.

Spiaggia di Vendicari
Vendicari con la sua fauna, le sue spiagge sabbiose, i suoi siti archeologici è l'ideale per chi è in cerca di pace e tranquillità vicino al mare.

! Evitate accuratamente le zone interdette, sono appositamente segnalate per proteggere il fragile ecosistema e le zone di nidificazione.
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Piazza Università




   

Why visit: Piazza Università (University Square) is the heart of Catania's movida, especially in the summer when animated with cultural shows and nearby clubs fill the square with outdoor tables.

Don’t miss: you are in the heart of Catania, a few steps from the Duomo, in the city centre bursting with local restaurants and bars.



  





Visit 24/24 - 7/7

Bus 2-5, 429, 448, 534, 632, 927, BRT1

The Square




Designed by the engineer Giuseppe Lanza, Duke of Camastra, its existence dates to at least 1696.

The square is entirely paved with lava stone and if you walk to its centre, you’ll notice the city’s coat of arms appears in relief. The University Square is named after the Siculorum Gymnasium Palace better known as the University Palace.

Four bronze lamps placed at the corners of the square characterize this beautiful baroque space in the historic centre of Catania.

The four legends represented by the decorative bronze lamps are emblematic of the history of Catania’s identity: they represent four characters from popular Catanese stories: the young Gammazita, the Pii brothers (Anfinomo and Anapia), Uzeta the legendary Catanese paladin and Colapesce a sailor gifted with subaquatic skills.

Gammazita and The Pious Brothers






Gammazita was a young girl, beautiful, virtuous, and betrothed.

A French soldier, known as Droetto, fell madly in love with her, losing his head, never taking his eyes off her.

One day, out of necessity, she went to the well near the Ursino Castle in Catania and was chased by the French soldier.

Refusing to give in to the soldier’s passionate requests, Gammazita threw herself into the well deciding to end her life rather than dishonour her commitment.

That event led to a manhunt for Droetto.

In fact, the inhabitants of Catania made several passers-by pronounce the word "ciciri" (chickpeas in dialect), a shibboleth meaning a difficult word to pronounce for speakers of another language or dialect, attempting to identify the soldier.

It is said that the popular indignation created by this misdeed led to the historical revolt of the Vespers.

The pious brothers Anapia and Anfinomo, were peasants who lived near Mount Etna. One day, just as they were preparing to plough the fields they were surprised by a strong eruption.

They could have immediately fled but to save their parents, they decided to carry them on their shoulders. This decision drastically slowed them down and the lava soon reached them.

Legend has it that just as the lava was about to engulf the brothers it miraculously divided in two and then re-joined, leaving everyone unscathed.

The episode was well known in antiquity as an example of pietas.

Uzeta e Colapesce






A young man of humble origins, Uzeta won the heart and goodwill of the Swabian King Frederick II thanks to his courage and valour.

The legend narrates that Uzeta’s tenacious spirit enabled him to defeat the Ursini giants, who at that time inhabited the current Ursino Castle (named after the giants), chasing them away from the mighty construction. Such an enterprise also earned him the hand of King Frederick’s daughter.



The Colapesce legend is probably the most well-known legend of Sicily. Exported beyond the strait, it has developed many variants.

A young skilled swimmer, enamoured of the sea and its abysses, just like a fish was able to live for months on end under water.

Intrigued by this young man’s stories, King Frederick II of Swabia threw his ring into the sea and Colapesce quickly recovered it.

But this time he did not bring good news to the king: during his dive he discovered that one of the columns supporting Sicily was cracked.

The alarmed king asked him to verify more closely. Given the depth and strain involved, Colapesce asked for a handful of lentils to carry to the bottom: if the lentils returned to the surface this would signal his death.

Colapesce dove in but after some time had passed, the lentils resurfaced.

According to the legend, Colapesce did not die but, seeing the cracked column was giving way, replaced it and is still there supporting Messina and all of Sicily.

In fact, when there is an earthquake, it is said that Colapesce, changes shoulders when he tires of supporting the column, causing the earth to tremor.

The University Palace




The palace was built based on a project created by several architects including Francesco and Antonino Battaglia and Giovanni Battista Vaccarini. Like all the palaces of Catania, it was rebuilt after the disastrous earthquake of 1693 and restored in 1818 by the architect Antonino Battaglia.

The building occupies an entire block, with an inner courtyard shaped like a cloister, its doors originally opening onto all four sides of the palace. The palace has a splendid, frescoed Aula magna with a hanging tapestry bearing the coat of arms of the Aragonese dynasty.

The University Library possesses precious codes, incunabula (books/documents printed prior to 1501), manuscripts, and autographed letters in addition to 200,000 volumes.

The University of Catania was founded by Alfonso the Magnanimous on October 19, 1434.

The University of Catania, also known as Siciliae Studium Generale, Siculorum Gymnasium, Studij Publici or Almo Studio is the oldest university in Sicily and has one of the largest student bodies in Italy.

San Giuliano Palace




Designed by the architect Giovan Battista Vaccarini, it was built in 1738 for the Paternò family, marquises of San Giuliano.

At the entrance, inscriptions recall illustrious guests who have sojourned there, such as the King of Italy, Vittorio Emanuele III and Queen Elena.

The palace has been remodelled several times, but the external facades remain almost intact.

Of particular interest is the central part with its majestic main door and podium of honour, likely designed by Vaccarini in 1747.

Built with various polychrome marble, the main door is flanked by two marble columns, recovered from a Roman building, perhaps the theatre.

At the apex of the arch there is a double coat of arms., To the left that of the Paternò Castello family, commissioners/patrons of the palace, to the right that of the Asmundo another important patrician family of Catania. This younger branch of the Paternò family gave rise to the marquisate of San Giuliano in 1702.

Of relevance: In 1784 the 27-year-old Orazio Paternò Castello, eldest son of the third Marquis of San Giuliano, probably out of jealously, killed his young wife Rosana Petroso Grimaldi.

To escape viceroy Domenico Caracciolo’s justice, he fled, leaving no tracks, and was never heard of again.

Gioeni Palace




The palace was built in 1743, most likely based on a project conceived by the architect Gian Battista Vaccarini, in Sicilian Baroque style.

It was commissioned by the Duke Gioeni of Anjou as a family residence.

The main entrance opens onto the University square and is surrounded by a rich portal in white stone.

The palace was renovated around the 1960’s and transformed into a large warehouse.

The German writer Johann Wolfgang von Goethe sojourned in the palace during his stay in Catania while he was on his Italian journey.

The construction began in 1743 and was perhaps based on a design by Vaccarini.

Policastro states that "the prospect on Via Fragalà was freed of superimposed structures, revealing a much older facade, rich in decorations, perhaps built prior to 1693, ".

The facade bears an inscribed bronze monument reminding us that Giuseppe Gioeni, Duke of Anjou was born and died in the palace (1747-1822)
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Fish Market




   

Why visit: one of the most characteristic and traditional places of both Catania and Sicily, absolutely worth seeing, behind the Duomo.

Not only fish: a market where you can also buy fruit, vegetables, local dairy specialties, and cold cuts.

Don’t miss: a break at the kiosk, or a stop at a rotisserie to eat a "coppo" of fried fish or lunch in one of the historic trattorias around the market where you’ll find the best fresh fish!



  





Visit from Monday to Saturday from 7am to 2pm

Bus 2-5, 429, 538, 632, 744, D

Piazza Alonzo di Benedetto and the Charles V Gate





Behind the Amenano fountain, the air resonating with the sound of roaring water and the cries of vendors, you’ll find the Pescheria, one of the largest outdoor food market in the Mediterranean.

The stalls fill the lowered Alonzo di Benedetto square and the market, active since the early 19th cent. occupies the tunnel under the Seminary of the Clerics Palace and the Charles V 16th cent. city walls. Right in front of the Marina Arches, this area was once immersed by the waters of the underlying fishing port. Today, the filled in land has been transformed into a public green space.

It was in fact a historic port area bathed by the sea which still retains some of its functions today.

The fishermen’s smiling faces, their hands dripping with water as they freshen the fish, the pyramids of green and black olives, the clusters of grapes, endless expanses of tomatoes, zucchini, eggplant, counters overflowing with cheese, meat, and cold cuts of all kinds, leave an indelible impression on the memory of tourists passing through Catania.

The original city walls had seven gates; this is the only one still standing.

The Viceroy Vega initiated the construction of the walls in 1541, as recalled by the commemorative plaque of 1553, to improve the defensive capacity of the city against pirates who frequently attacked the coasts of Catania.

Named after the Spanish sovereign, the gate is inserted in the folkloristic Pescheria (fish market). Its Renaissance style façade is rather unusual for Catania.

The fountain of the seven canals




The Charles V Gate is also called the "Gate of the Canals" as in the past, the Marina’s thirty-six canals, were located right in front, where the Amenano river flowed into the sea.

The lava flow of 1669 covered the canals, and the Charles V Gate was temporarily walled up to divert the lava’s path preventing it from invading the city.

The lava flow of 1669 not only destroyed many towns around Mount Etna, damaging much of Catania, it irreversibly diverted the course of the Amenano river, whose riverbed now runs underground, broken up into several small streams which are visible in a few places, including in the basement of a restaurant!

Behind the Amenano fountain, the Alonzo di Benedetto square is known for its fish market but also for its ancient Sette Canali fountain. The name recalls above-mentioned Gate.

The classical styled fountain is probably much older than the 1693 earthquake.

Above the fountain, a large, barely legible Latin text inscribed in marble most likely indicates the date and Patron’s name.
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The Valdese Church




 

Why visit: it is a Catanese symbol of the evangelical faith introduced into Sicily in the second half of the 19th century.

Don’t miss: lthe nearby Piazza Federico II di Svevia with its imposing Ursino Castle.



  





Visit on Sundays at 10:30 am

Bus2-5, 431N, 439, 534, 632, 902

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The Church




The Waldensian Evangelical Church is in Via Naumachia. The street’s name reminds us of the city’s Roman past.

This was most likely an ancient theatre called "Naumachia" whose arena would be flooded to host naval battles with gladiators fighting on flat-bottomed boats.

None of the monument has been found as the lava flow of 1669 covered the entire area. The church dates 1890.

Above the robust portal of the temple entrance, you’ll find a lunette bearing the name "Chiesa Evangelica Valdese".

The interior is illuminated to the east by three large ogival windows.

It is built in Romanesque style and the walls are decorated with false pillars, fringes, and stucco roses.

Two large, inscribed stones flank each side of the pulpit, one bearing the 10 commandments, the other the Apostolic Creed. The stuccoed coffered ceiling is very elegant. On the entablature, four biblical passages cite the gospels.

Below the entablature, a roundel bears the Evangelical Waldensian Church’s coat of arms: a lighted candlestick placed on the Bible with the motto "Lux Lucet in Tenebris" referring to the Gospel of John, where Jesus is referred to as the "light that shines in the darkness", while seven stars crowning the flame represent the seven persecuted churches of the Apocalypse.

A stone plaque enclosed in the chancel commemorates the inaugural ceremony, there is also a scroll enclosed in the apsidal wall.

Many pastors from around the world have admired its artistic value, its dignified concept, and wonderful acoustics. The Temple can hold up to 150 - 200 persons.

The rooms below the temple are used as a library and a small theatre. A lay association manages the library and organizes a surprising number of cultural events.

The Waldensian faith




The heretic ideas of Pietro Valdo (1140-1206) gave birth to the Waldensian Church in Italy. The French nobleman and merchant from Lyon, a forerunner of Francis of Assisi, chose to live the Christian experience following the example set by the Apostles. After stripping himself of his possessions to donate them to the poor, he lived on alms.

Although loyal to the Pope, Pietro Valdo founded a movement called the "Poor of Lyon", but was accused of heresy, excommunicated and expelled from the city at the end of 1184.

With the emergence of the Protestant Reformation in Europe, the Waldensian Church felt it had a lot in common with this new interpretation of the Gospel.

After the unification of Italy in 1861, the Waldensians expanded their presence throughout the nation, eventually arriving in Sicily and Catania in the wake of Garibaldi’s expedition.
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The Agatine Churches and the cult of Saint Agatha




The medieval cult of Saint Agatha of Catania is intricately connected to the ceremonious feast and the incredible apparatus of lights, fittings and fires, which begins with the Aurora mass at dawn on the anniversary of her martyrdom (February 5, 251) and proceeds with the allegorical cannelore (gigantic candles), the procession of ferculum (palanquin containing the saint’s relics), invocations, and many other colourful events that involve – if one were to count the devotees, spectators and curious tourists - about a million persons a year.

The celebrations testify to a thousand-year-old cult dedicated to the Saint, linking numerous places in the city to the memory of her martyrdom.

The three churches, in order, Sant’Agata La Vetere, Sant’Agata al Carcere, Sant’Agata alla Fornace (Chiesa di San Biagio), historically represent the itinerary of Saint Agatha’s martyrdom: incarceration, torture and death.

These places are not just important for the memory of the Saint, they also house religious antiquities and works of art of great value.

Sant'Agata La Vetere




   

Why visit:it was Catania’s first Cathedral and one can still see visible traces of its foundations; the presumed sarcophagus of the Saint used as an altar.

Don’t miss: the underground rooms you can access from inside this Church, historical place of refuge from persecution and subsequent crypt.



  





Visit
Monday and Wednesday 15:30 - 18:30
Tuesday, Thursday, Friday 9:30 - 12:00
Closed Saturday and Sunday

Bus 523, 534, 538, 632, 726, 744, 927, D

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The Church




The church dating the year 313 was Catania’s first Cathedral and served as such for 770 years. S. Everio, Catania’s first bishop built a crypt or aedicule to house the patron saint’s relics.

Around 776, S. Leone the thaumaturge and bishop of Catania, enlarged the ancient church. It was from this church that Georgio Maniace removed the sacred relics transporting them around 1040 to Santa Sofia in Constantinople.

For centuries, the relics were housed in this church, and believers, pilgrims, and illustrious persons such as Belisarius and Richard the Lion Heart all paid homage to the venerated sepulchre of the saint. This tomb is still visible today inside the church.

Between the fourteenth and seventeenth century the church passed from one monastic order to the other: the Benedictine, the Capuchin, and with the construction of the adjoining convent it was given to the Order of Friars Minor.

The simple facade in Norman style, has a door bearing an undecipherable coat of arms on the pediment (it was at one point damaged by lightning).

The vestibule houses six candles, called "candelore", which are carried throughout the city during the procession celebrating St. Agatha’s feast.

The mausoleum and crypt




On January 11, 1693, the terrible earthquake destroyed the foundations of the convent and church, which were later rebuilt in a different form.

The current church, whose single nave is almost 5 m long and about 14 m wide, stands on a square bearing the same name.

Of particular interest: the mausoleum and stone bas-reliefs with various inscriptions narrating in part the Catanese saint’s history and martyrdom.

It is said that somewhere on this location, the young Agatha suffered her first martyrdom: her breasts were removed with pincers.

The new 1722 structure preserves traces of the previous medieval building inside.

The area under the current presbytery which was never seriously damaged was reused as a crypt. Originally it served as a refuge for persecuted Christians and later as a burial place for the friars.

Sant’Agata al Carcere




   

Why visit: The church was built on the ruins of the Holy Prison bastion inserted in the 16th cent. Charles V walls. The bastion defended the northern gate of the city, also called the Porta del Re (King's Gate).

Don’t miss: the underground quarters of the prison accessed from inside the Church, the cell where the Saint was allegedly imprisoned.



  





Visit every day from 5pm to 7pm

Bus 523, 534, 538, 632, 726, 744, 927, D

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The Church




The church is a composite of elements from different centuries.

The present façade dates back to the 18th century as the original was destroyed by the 1693 earthquake.

Based on a design by the great architect Giovan Battista Vaccarini the Sicilian Baroque façade incorporates an older Romanesque style portal recovered from the Cathedral.

This unique portal, made of white marble with a round arch, supported by six columns decorated with three different motifs: checkerboard, herringbone and lozenges is one of a kind in Sicily.

Biblical figures and symbols, real and imaginary animals, intertwined with floral motifs animate the two small pillars that serve as doorposts.

The portal was built in 1194 at the request of Frederick II who is depicted above one of the six capitals.

The interiors and the prison




Inside you’ll see structures from two different historical periods: the front part, rebuilt after the earthquake is baroque in stye, while the transept dates back to the 11th century.

To the right of the altar, you’ll find two slabs of lava stone with footprints. Saint Agatha is said to have left them while imprisoned in 251 before her martyrdom.

Right next to the mysterious footprints, a narrow passage leads to a room dating to the Roman period and thought to be the Saint’s prison. This legend gave rise to the name of the church.

The church also houses a painting by Bernardino Niger (1588) "Sant'Agata condotta al marttirio", where the artist immortalizes the moment just before the young girl’s torture.

Church of San Biagio or Church of Sant'Agata alla Fornace




   

Why visit: the church was built on the site where Saint Agatha is said to have been martyred.

Don’t miss:the area containing the oven/stove used to martyr the saint.

Once outside the church you’ll see Piazza Stesicoro right in front of you, this square is also, occupied in part by the fascinating Roman amphitheatre, buried in the heart of the city.





  





Visit
Tuesday, Wednesday, Friday 9:00am - 12:00pm
Thursday, Saturday 16:30 - 18:30 (4.30pm - 6.30pm)
Sunday 9:00 - 13:00 (9.00am - 1.00pm)

Bus 523, 534, 538, 632, 726, 744, 927, D

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The Church




The Church of San Biagio, also known by the Catanese as Sant'Agata alla Fornace, stands on the west side of Piazza Stesicoro.

Bishop Andrea Riggio commissioned its reconstruction after the earthquake of 1693. According to tradition, it stands on the exact site where Saint Agatha was martyred, she was placed into a furnace after being imprisoned and tortured.

The facade of the church, by the architect Antonino Battaglia, is in neoclassical style with twin columns supporting a triangular pediment.

The single nave interior, is linear and very sober, enriched by volutes, columns, statues, and eighteenth-century paintings.

The interiors and the oven




The chapel on the right side of the transept is dedicated to the Saint and above the altar with its magnificent polychrome marble frontal, a shrine protects ashes and coal (the remains of the furnace) hence the name given to the church.

A plaque testifies to the martyrdom: "Here she roasted among the burning coals".

The official story passed down over the centuries tells us that Saint Agatha did not actually burn to death, she was miraculously saved when the embers mysteriously went out by themselves.

According to one of many legends, the above-mentioned miracle was one of the reasons why the young martyr became the patron saint of the city and her cult is linked the belief that she protects Catania from the fire that often tries to destroy it.

In fact, Saint Agatha’s veil has on various occasions been physically used in an attempt to stop the lava flows.

Citazioni su Sant'Agata




È ccu razia e ccu cori, pi sant'Aituzza bedda, ca stà niscennu,
cittadini! semu tutti divoti, tutti?
cettu, cettu, (tutti in coro )
cittadini!
viva sant'Aita, (tutti in coro)
cittadini!
viva sant'Aita!(tutti in coro)


(Invocation of the devotees in Sicilian dialect)


Non valser spine e triboli,
non valsero catene;
né il minacciar d'un Preside
a trarla dal suo Bene,
a cui dall'età eterna
fu sacro il vergin fior.

Thorns and thistles were not worth,
chains were not worth;
nor the threat of a Headmaster
to draw her from her Good,
to whom from the eternal age
the virgin flower was sacred.


(Mario Rapisardi, Ode, for February the 5th 1859)


Tu che splendi in Paradiso,
coronata di vittoria,
Oh Sant'Agata la gloria,
per noi prega, prega di lassù

You who shine in Paradise,
crowned with victory,
Oh Sant'Agata the glory,
pray for us, pray up there


("Canto" to Sant'Agata)
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Palazzo Vescovile Schininà




   

Perchè visitarlo: Edificato alla fine del XVIII secolo, è sede del Vescovado e della Curia. Si presenta con un magnifico prospetto di sette balconi scolpiti con motivi vegetali. Di particolare interesse lo scalone all'interno, che dal cortile conduce al piano nobile. il giardino circostante fu creato nell'800 dal barone Schininà che era anche un esperto botanico.

Da non perdere: Il prospetto e il cortile interno; inoltre è proprio lì in zona la Cattedrale di San Giovani Battista.



  





Palazzo Vescovile Schininà

Visita
tutti i giorni tranne la domenica dalle ore 8:30 alle 13:00.

Bus 35, 16 (clicca per l'itinerario)

☞ Ulteriori informazioni qui  


Palazzo Vescovile Schininà



Il palazzo fu edificato alla fine del XVIII su commissione di don Mario Schininà Cosentini dei marchesi di Sant'Elia, il cui stemma è posto sul portone d'ingresso.

Ereditato dai figli Giuseppe e Giambattista, nel XIX secolo fu diviso in due parti: nell'ala sud, tutt'ora di proprietà della famiglia Schininà, nel 1841 nacque la Beata Maria Schininà del S.Cuore; l'ala nord, invece, con il grande giardino, nel 1949 fu ceduto dalla marchesa Carlotta Schininà al parroco della chiesa di San Giovanni Battista diventando sede del Seminario; oggi ospita anche il Vescovato e gli uffici della Curia Diocesana.

Sul prospetto si aprono sette grandi balconi, quello centrale, posto sopra il portone d'ingresso ha l'apertura delineata da un'elegante cornice in pietra calcarea scolpita, con ornati di gusto rococò.

Dal cortile del palazzo vescovile parte un sontuoso scalone, delimitato da eleganti balaustre in pietra che, dividendosi in due rampe, conduce al piano nobile del palazzo. In questi spazi in cui il Barone Schininà costituì il suo giardino botanico nel XIX secolo, oggi restano ancora alcuni esemplari come le due grandi araucarie che si elevano per circa 50 metri ai lati dell'ingresso.

Fonte: "I Monumenti del Tardo Barocco di Ragusa" di Giuseppe Antoci, Francesco e Stefano Blancato, Ragusa 2003, Editrice Nonsolografica.


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Palazzo Zacco




   

Perchè visitarlo: un magnifico esempio di dimora padronale della fine del '700, con due prospetti e sei balconi. Acquistato dall'amministrazione comunale, ospita il museo e rassegne artistiche temporanee. Riconosciuto Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco

Da non perdere: il museo delle arti e delle tradizioni contadine e le opere dell'artista ragusano Carmelo Cappello all'interno del Palazzo.



  





Visita martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato:
dalle ore 8.30 alle ore 14.00 - dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Chiusura: Lunedì - Domenica e Festivi

Ingresso gratuito

Bus 35, 16, 11 (clicca per l'itinerario)

☞ Ulteriori informazioni qui  

Gli Esterni e i Balconi




Nacque come casina di campagna dei baroni di Melfi di Sant’Elia in quello che una volta si chiamava “u cianu do carminu”, distaccata ed isolata, a dominare la vallata che abbracciava tutta Ibla.

Sicuramente insieme a questa sontuosa residenza doveva far parte del complesso anche la Chiesa di San Vito ed è da questa zona che comincia la pianta a scacchiera della Nuova Ragusa.

Palazzo Zacco è posto sapientemente ad angolo per sfruttare al massimo la possibilità di esposizione. Si caratterizza per avere una pianta quadrangolare e grandi aperture ovali dai bassi che ricevono luce. La facciata culmina con il grande stemma nobiliare della famiglia Melfi, fra i più grandi della città, e da un portale di ingresso fiancheggiato da alte colonne su plinti che sostengono il balcone centrale a linea spezzata, protetto da una decorata inferriata panciuta con motivi floreali.

Sono molto interessanti anche gli altri balconi sostenuti da mensoloni costituiti da personaggi grotteschi e mascheroni, ognuno dei quali rappresenta un tema particolare della vita. Proprio di fronte alla chiesa di San Vito si fa beffa dei passanti, da alcuni secoli, il mascherone ghignante e linguacciuto posto sotto uno dei balconi assieme ad altri personaggi rappresentati in atteggiamenti quasi vivi.

Molto bello il balcone della sirena che dà su Corso Vittorio Veneto, chiamato così perché il mensolone centrale rappresenta la favolosa creatura mitologica circondata da musici e altre decorazioni. Sorprendente il fatto che dopo il recente restauro questo balcone e quello a fianco hanno mostrato che i mensoloni sono stati realizzati in pietra pece.

Non meno interessanti sono gli altri balconi che rappresentano sempre musici, suonatori di flauto, tromba e maracas, e personaggi ispirati alla vita quotidiana.

All’interno le stanze hanno pavimenti in pietra pece, volte a botte e a vela, stucchi e decorazioni purtroppo in parte deteriorate.

Il Museo e la Collezione Civica




Palazzo Zacco conserva al suo interno i tesori della storia e della cultura contadina. Vi sono gli attrezzi e gli utensili che raccontano come si svolgeva la vita nelle masserie ragusane nei vari mesi dell’anno.

Le fondamentali attrezzature e tecniche delle antiche tradizioni contadine, utilizzati per tutti i mestieri di un tempo, davano sostentamento all’intero paese: l’aratura e la semina, la preparazione del pane, della ricotta e dei formaggi, per cui ancora oggi Ragusa eccelle.

Ma anche l'artigianato più fine e accurato non manca nell'esposizione della lenta vita di una volta: i lavori affidati alle sapienti mani delle donne che confezionavano preziosi merletti per arredare le case di campagna.

L'allestimento, curato nei dettagli, ci riporta indietro di secoli, riproducendo fedelmente gli ambienti quotidiani e gli spazi di lavoro con gli strumenti originali dell'epoca.

La “Raccolta Civica Carmelo Cappello”, espone permanentemente in mostra le opere visionarie ed eccentriche dell'importante scultore ragusano ma anche esposizioni temporanee di importanti artisti contemporanei.
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Palazzo Bertini




   

Perchè visitarlo: riconosciuto "Patrimonio dell'Umanità" da parte dell'Unesco, riporta come altri Palazzi qui attorno un esempio dei mascheroni allegorici posti sui mensoloni dei balconi che sogghignano ai passanti.

Da non perdere: il passeggio sulla bella strada di Corso Italia, con i suoi palazzi e le botteghe.



  





Visita (solo esterno) 24/24 - 7/7

Bus 35, 16, 11, 31 SX (clicca per l'itinerario)

☞ Ulteriori informazioni qui  

Gli Esterni e i Balconi




Ubicato lungo il Corso Italia, è un altro palazzo celebre per via dei suoi tre mascheroni che ornano uno dei balconi e che rappresenterebbero le tre classi sociali: il nobile, il mendicante e il commerciante. Un tempo i mascheroni erano posti all'ingresso, al piano terra, diventato oggi ammezzato dopo l'abbassamento della sede stradale.

Edificato alla fine del Settecento per iniziativa di don Salvatore Floridia, si trova lungo la cosiddetta via "Maestra" o "Cassero", oggi Corso Italia, uno degli assi dell'impianto urbanistico ortogonale del nuovo abitato di Ragusa.

Gli antichi ingressi del pianterreno nelle loro chiavi d’arco recano scolpiti, quindi, questi tre mascheroni caratteristici tutti e tre riconoscibili dai loro tratti caricaturali accentuati.

Il portone d'ingresso laterale ha due paraste allungate e culminanti con volute che sostengono il grande balcone centrale. I balconi hanno le tipiche inferriate decorate e panciute. Dal portone si accede a un atrio da cui parte lo scalone in pietra pece che porta agli ambienti interni decorati in pitture e stucchi.

Fonte: "I Monumenti del Tardo Barocco di Ragusa" di Giuseppe Antoci, Francesco e Stefano Blancato, Ragusa 2003, Editrice Nonsolografica.


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Palazzo della Cancelleria




   

Perchè visitarlo: riconosciuto "Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco" presenta interessanti mensoloni, la decorazione del portale e il suo affascinante inserimento nell'agglomerato urbano circostante.

Da non perdere: smarrirsi nei vicoli attorno, attraverso le suggestioni del paesaggio e dei colori caldi della pietra calcarea di Ibla.



  





Visita (solo esterno) 24/24 - 7/7

Bus 35, 16, 11, 31 SX (clicca per l'itinerario)

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Gli Esterni e i Mensoloni




Palazzo Nicastro o della Cancelleria salta subito all’occhio per la decorazione del portale e per la ricca ornamentazione dei mensoloni che reggono balconi fortemente aggettanti.

Fino al secolo scorso fu sede della vecchia Cancelleria di Ibla prima della divisione di Ragusa in due comuni. È un magnifico esempio barocco di raffinata fattura, a completare la pittoresca piazzetta antistante, rendendola altamente suggestiva.

Il portale riempie la piccola facciata delimitata da semplici paraste su alti plinti, ma terminanti con fastosi capitelli compositi e con un semplice frontone triangolare sul quale si legge la data del 1760, anno in cui il palazzo fu completato.

Sulla facciata troviamo una decorazione ricchissima: una soluzione architettonica degna di un architetto innovativo come dimostra l’inserimento del palazzo perfettamente in armonia con le costruzioni circostanti, anche mediante il ponte ad arco che supera Vico Evangelista, che lo lega alle case vicine.

I cinque mensoloni scolpiti a tre volute e ricamati ai lati con quadretti a rombi possono essere considerati un piccolo capolavoro. Anche le cornici dei balconi con archi spezzati, festoni, teste d’angeli fra foglie d’acanto, conchiglie e decorazioni a rosette, nelle rigonfiature delle cornici, sono opere del più splendido barocco.
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Palazzo Cosentini




   

Perchè visitarlo: anch'esso riconosciuto "Patrimonio dell'Umanità" da parte dell'Unesco, si tratta di uno dei migliori esempi palaziali dell'epoca, in cui gli scultori e gli architetti hanno evoluto l'arte del mascherone barocco nei mensoloni a un livello eccelso.

Da non perdere: notare la statua di San Francesco di Paola sullo spigolo del Palazzo, posto lì a protezione dei viandanti e dei viaggiatori.



  





Visita (solo esterno) 24/24 - 7/7
Visita all'interno solo in occasione di eventi/mostre.

Bus 35, 16, 11, 31 SX (clicca per l'itinerario)

☞ Ulteriori informazioni qui  


Gli Esterni




Uno dei palazzi barocchi più eleganti del '700 siciliano, il Palazzo Cosentini è posto ad angolo tra le scale di salita Commendatore e Corso Mazzini. L'angolo del palazzo è arricchito dalla statua di San Francesco di Paola che naviga sulle acque, una vera e propria edicola votiva sui generis, ben visibile anche da Piazza della Repubblica.

Sui lati principali emergono eleganti balconi dalle inferriate panciute, sorretti da ornatissimi mensoloni con una serie di personaggi: un repertorio di animali, mostri, facce orribili e fantastiche a volte anche sublimi, tipiche del barocco. Tutte queste decorazioni conferiscono un senso di magnifica opulenza e fanno di questo Palazzo uno degli esempi più interessanti, eclettici e di rilievo artistico della città.

È anche uno degli edifici barocchi più antichi di Ibla, la sua posizione angolare è esaltata dai cantonali culminanti con capitelli compositi con le conchiglie al posto delle foglie di acanto e con festoni.

All'ingresso un atrio conduce alle piccole stanze affrescate e a una scalinata che porta al piano nobile, dove tra alte volte affrescate e pavimenti sapientemente decorati in pietra pece, si dominano i tetti circostanti. L'interno del palazzo è spoglio, appartenente al Comune di Ragusa viene spesso utilizzato per mostre e conferenze.

Il Mensoloni: simbologia




Il portale è sovrastato da un elegante balcone e sorretto da maschere di esseri ghignanti e burloni, caricaturati al massimo, tanto da creare un enorme contrasto con le leggiadre figure femminili, quasi ad alleggerire la bruttezza di quelle caricature umane. Per risultare ancora più grotteschi questi mascheroni sono stati scolpiti con animali immondi in bocca, allegoria della gente che sputa sentenze e maldicenze.

Andando su Corso Mazzini e cominciando dal primo balcone sulla sinistra, troviamo rappresentato un gruppo di girovaghi cantastorie. I mensoloni del balcone centrale rappresentano forse il benessere di cui godeva la famiglia, simboleggiato da figure femminili cariche di frutti e cornucopie, simboli di abbondanza e ricchezza.

L'ultima statua sulla destra è un curioso giovane con occhiali e giornale sotto braccio a indicare forse l'origine della ricchezza di questa famiglia: la cultura. Divenendo dei professionisti poterono accedere all'acquisizione dei loro ranghi nobiliari, e da lì l'omaggio alla cultura.

Il motivo realizzato nell’ultimo balcone, il terzo sulla destra, è forse più reale e umano: un nobile dalle fattezze normali, forse il ritratto di un personaggio della famiglia.

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Cosa e dove mangiare (bene) a Catania

Tra i 574 locali ne abbiamo selezionati una trentina, a nostro parere, tra i migliori per gusto, location, giusto prezzo o raffinatezza.


Contenuti



  • La colazione siciliana e la pasticceria
  • I Chioschi di Catania
  • Locali informali e street food
  • L'aperitivo panoramico con vista sul mare e sull'Etna
  • Le pizze migliori
  • Osterie e Trattorie
  • Ristoranti Gourmet
  • Ristoranti location incantevole
  • Carnivori
  • Gastronomia catanese
  • Prodotti d'eccellenza a km 0
  • Mangiare il pesce a Catania
  • Piatti tipici
  • Granite Gelati e dolci

    Sei in un isola di dolcezza.

    1 Colazione siciliana:

  • Granita di mandorla con brioche (3,50€)
  • Raviola o cornetto dolce con ricotta /crema/cioccolato/pistacchio(1-1,50€)
  • Cipollina con pomodoro prosciutto formaggio/cipolle(1-1,50€)


  • 2 Al ritorno dal mare o dopo cena:

  • Cassata siciliana
  • Il gelato e l'imperdibile brioche farcita al gelato
  • L' Iris alla crema o cioccolato
  • L' immancabile Cannolo


  • 3 Dove gustare le più buone




    • Bar Pasticceria Ficarra Luigi
      4,6
      Via Umberto, 69/71
    • Bar Pasticceria Savia
      4,4
      Via Etnea, 302/303/304
    • Comis Ice Cafe
      4,5
      Piazza Vincenzo Bellini, 8
    • Insigne Cafe
      4,2
      Via Etnea, 97
    • Bar Cafe Europa
      4,3
      Corso Italia, 302
    • Gran Cafè Solaire - Se vi trovate ad Acitrezza
      4,5
      Via Provinciale, 81

    I Chioschi di Catania

    Bevande artigianali e dissetanti specie nelle calde estati catanesi.

    Tipici dell'interland catanese i tradizionali Chioschi, punti di ritrovo notturni dove si è soliti concludere la serata con il classico seltz, limone e sale, bevanda particolarmente apprezzata, dissetante e naturale. Gli artigiani bibitari offrono molte altre bevande, tutte preparate a base di frutta fresca locale come: il mandarino al limone, l'amarena, l'orzata, la menta, lo sciampagnino e decine di varianti alla frutta una più gustosa dell'altra.



    Dove trovare i Chioschi migliori:

    • Chiosco Giammona -  il seltz al limone (e sale) e il mandarino, in doppia variante “rossa” o “verde”.(1,50€)
      Via Umberto I, 120
    • Chiosco Tropicana - Il frappè alla nutella e tamarindo con granita(1,50€)
      Piazza Trento

    Locali informali e street food

    Tutto il sapore della tradizione siciliana.

    1 Il pesce :

  • Pesce fritto (merluzzi,triglie, gamberi e calamari)
  • Insalata di polipo
  • Pesce marinato (Alici, sardine)
  • Panino di pesce (tonno spada sgombro)
  • I posti migliori dove gustarlo:


    • Scirocco -  Dalla pescheria alla vostra tavola, questa bottega garantisce pesce fresco di qualità tutti i giorni.
      4,5
      Piazza Alonzo di Benedetto, 7
    • Fishiaria Quality food -  Da gustare il fritto misto, le sarde a beccafico e l'hamburger di pesce spada.
      4,3
      Via Riccioli, 4/6
    • Fritto Siciliano - Cibo gustoso, panini e insalate da leccarsi i baffi. Ottimo rapporto qualità prezzo.
      4,1
      Via Pacini, 53


    2 Il Panino con la carne a base di Cavallo, lo street food preferito dai locali :

  • La fiorentina alla brace, le classiche polpette di cavallo, l'imperdibile cipollata con contorno di caponata e verdure grigliate.
  • I posti migliori dove gustarlo:

    • Re Carlo V - Panini eccellenti, carne e condimenti freschissimi.
      4,3
      Via Plebiscito, 728
    • Achille - Ottimi panini e fantastici i condimenti. Prezzi modici e operatori molto cortesi.
      4,2
      Via Plebiscito, 728
    • Braceria Bellini - Vasta scelta di carne, da non perdere gli involtini al pistacchio.
      4,7
      Piazza Vincenzo Bellini, 12


    3 Sua maestà l'arancino :

    4 La pizza a taglio e la tavola calda:



    I posti migliori dove degustare la tavola calda catanese e l'arancino :

    • Friggitoria Stella - Antica friggitoria catanese che mantiene le tradizioni della gastronomia tipica locale.
      4,5
      Via Monsignor Ventimiglia, 66
    • Panificio San Placido - Pizza e tavola calda, buone anche le fritture crispelle e zeppole, Fantastica la schiacciata con tuma, infornata all’antica.
      4,8
      Via Vittorio Emanuele II, 144-146

    L'Aperitivo panoramico con vista sul mare e l'Etna

    Magia pura

    I posti migliori dove gustare il tuo aperitivo o apericena:

    • Ostello degli Elefanti - In una location che domina la vista dell'Etna e della costa troverete aperitivi che esaltano i sapori siciliani, vini pregiati e birre artigianali.
      4,4
      Via Etnea, 28
    • Andrew's Faro - Specialità di pesce, pizza e happy hour in un locale dagli arredi informali e terrazza con vista sul mare.
      4,1
      Via San Giovanni Li cuti, 36-38

    Le pizzerie migliori

    Pizza mon amour.


    I posti migliori dove gustare la pizza:

    • Al Vicolo Pizza&Vino - Pizza gustosa e, soprattutto, XXXL, da provare assolutamente la speciale pizza con il bordo ripieno.
      4,3
      Via del Colosseo, 5/7
    • '' Le tre farine''  -  L'impasto ottimo, ben lievitato, digeribile, saporito e ben cotto. Da provare la burrata al pistacchio di Bronte.
      4,6
      Via Giuseppe Terranova, 21/23
    • Il Sale Art Cafe' -  Dalla pizza ottima a raffinati piatti mediterranei serviti tra le volte di botteghe restaurate con opere d'arte alle pareti.
      4,3
      Via Santa Filomena, 10

    Osterie e Trattorie

    Cucina casalinga e prezzi competitivi.

    La nostra selezione:

    • Il Borgo di Federico - Pietanze siciliane servite in un ristorante raffinato dai toni chiari, con soffitti a volta e sedie colorate.
      4,6
      Piazza Federico di Svevia, 100
    • Osteria da Antonio  - Piatti siciliani a base di pesce in un locale familiare con arredi rétro, mensole di vini e area esterna.
      4,5
      Via Castello Ursino, 59
    • Giglio Rosso - Specialità siciliane in un'osteria casalinga con ceramiche decorative, tovaglie dalle stampe vivaci e dehors.
      4,5
      Via Sant'Anna, 19

    Ristoranti Gourmet

    All'insegna del gusto.


    Dove trovarli:


    • Novantacinquecento - Pesce di prima qualità cucinato sapientemente e ambiente confortevolissimo. Situato non molto lontano dal Duomo di Catania.
      4,6
      Piazza S. Francesco d'Assisi, 8
    • Il Bell'Antonio - Piatti a base di pesce cucinati in un locale dagli arredi rustico-chic sui toni del bianco, con area esterna.
      4,5
      Piazzetta Sebastiano Addamo, 3-5
    • Due Pistacchi Restaurant  - Ottima Cucina tipica siciliana, gentilezza e cortesia ne fanno da contorno.
      4,5
      Via Salvatore Tomaselli, 9

    Ristoranti location incantevole

    In riva al mare o tra il barocco Catanese.

    Quali sono:


    • A Putia dell'Ostello -  La cucina e un sublime incontro tra tradizione e innovazione. Questo locale ha una particolarità è possibile mangiare in prossimità di un fiume sotterraneo (su prenotazione).
      4,2
      Piazza Currò, 1

    • Etnea Roof Bar & Restaurant - Vista panoramica mozzafiato dell'Etna e del barocco, ma soprattutto piatti ben cucinati e presentati, con fantasia e sobrietà.
      4,5
      Via Etnea, 218

    • Cutì - Posizione ideale per chi è amante del mare e vuole passare una serata dall'atmosfera suggestiva. Personale molto gentile. Ottima qualità del pesce.
      4,1
      Piazza del Tricolore

    • Cutulisci - Il locale si trova in un posto unico, un borgo in riva al mare.
      4,1
      Via S. Giovanni Li Cuti, 69

    • Marè  - Si gode la vista del golfo di Catania fino alla costa siracusana. Il servizio veloce e gentili.
      4,5
      Via Antonello da Messina, 46, Aci Castello

    • Il Moro di Trezza - Stupenda la veduta e gradevole la brezza marina mangiando in terrazza.
      4,2
      Via Lungomare dei CIclopi, 153, Acitrezza

    • Masseria Carminello  - Specialità siciliane nel salone dalla nota rustica di una struttura immersa nel verde, con giardino d'inverno.
      4,3
      Via Carminello, 21, Valverde

    Carnivori

    Piatti a base di carne


    Quali sono:

    • FUD Bottega Sicula- Qui troverete una vasta qualità di Hamburger di carne.
      4,5
      Via Santa Filomena, 35

    • Eusebio Restaurant- Carne di tutti i tipi e cibo all'avanguardia.
      4,4
      Via Fulci, 4
    • BIF - Grill House Hamburgheria- Locale accogliente, carne tenera e variegate scelte di carne.
      4,5
      Via Spadaccini, 4
    • Steak House- Bistecche di carne argentina e chianina in un ristorante rustico con bancone di mattoni e arredi in legno.
      4,4
      Via Porta di Ferro, 8
    GASTRONOMIA CATANESE

    La cucina catanese rappresenta il culmine della cultura culinaria popolare, frutto di semplicità e allo stesso tempo di creatività dei prodotti della terra. E' nel cuore della città che si trovano i prodotti locali, dove lo street food da il meglio di se, con le sue cartocciate, arancini, scacciate e crispelle che emanano odori tra le vie barocche, e poi alle spalle della fontana detta "acqua o' linzolu "(fontana dell'Amenano), si trova " a piscaria", mercato dal pesce sempre fresco circondato da un atmosfera folkoristica. Fu in questa città che secondo la leggenda, durante una festa a casa dell'attore comico Angelo Musco la moglie cucinò la pasta alla norma, e fu proprio Nino Martoglio famoso regista e poeta siciliano che complimentandosi con la signora esclamò "Signora chista è 'na vera Norma!" (Questa è la vera norma!), paragonandola all'opera di Vincenzo Bellini, coniando per la prima volta il nome di un primo che resterà nella storia.

    E' probabilmente l'influenzata dalla presenza del Vulcano Etna, dove il suo ecosistema rendono i suoi prodotti unici a al mondo con marchio di qualità
    Enogastronomia Siracusa
    DOC: Denominazione di Origine Controllata.

    DOP: Denominazione di Origine Protetta  
    IGP: Indicazione Geografica Protetta  
    PAT: Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano

    -PRODOTTI D'ECCELLENZA A KM 0 -



    LE ARANCE ROSSE DI SICILIA (TAROCCO, MORO, SANGUINELLO) IGP

    IL PISTACCHIO VERDE DI BRONTE DOP

    L'OLIO MONTE ETNA DOP

    IL FICODINDIA DEL MONTE ETNA DOP

    VINO DI SICILIA IGP

    IL FICONDIDIA DI SAN CONO DOP



    L'UVA DI MAZZARRONE DOP



    L'OLIO DA TAVOLA "NOCELLARE ETNEA" ( Riconoscimento in corso DOP)



    IL VINO ETNA ROSSO E BIANCO DOC


    MANGIARE IL PESCE A CATANIA #1

    Da città marinara, Catania ha una lunga lista di piatti e pietanze a base di pesce, la cosa importante è spesso la freschezza del prodotto utilizzato, PER UN CATANESE IL PESCE E' BUONO QUANDO HA IL GUSTO DI ACQUA DI MARE, soprattutto il pesce alla griglia viene consumato con un filo di Olio extravergine e NIENT'ALTRO. Per ottenere una esperienza di gusto è quindi da preferire una pietanza con pesce locale anche meno "nobile" a pesce più "pregiato" importato e congelato .

    Nella lista dei NO abbiamo: ORATE , SPIGOLE , BRANZINI d' allevamento , GAMBERI, CALAMARI , PESCE SPADA, TONNO congelato.

    Nella lista dei SI abbiamo:


    I MITILI o COZZE: anche se di allevamento le pietanze preparate con le COZZE hanno un gusto intenso e prelibato. La regina è la pepata di cozze preparata con pepe e vino bianco. LE COZZE VANNO SEMPRE COTTE essendo filtri potrebbero contenere batteri nocivi. Le cozze già aperte prima della cotture e quelle rimaste chiuse dopo cottura sono COZZE MORTE e non vanno mangiate.

    MANGIARE IL PESCE A CATANIA#2

    IL PESCE FRESCO A CATANIA POTRETE TROVARLO CERTAMENTE ALLE SPALLE DEL DUOMO, Lì DOVE SORGE ALL'INIZIO DEL CINQUECENTO SOTTO IL PALAZZO DEL SEMINARIO DEI CHIERICI E LE MURA DI CARLO V I BANCHI DEI PESCIVENDOLI, CHE ATTIRANO I PASSANTI GRAZIE AL LORO INCESSANTE VOCIO CHE RICORDA I SUQ ARABI.



    TRA I LORO BANCHI TROVATE:

    I CROSTACEI LOCALI , tra cui GAMBERO, GAMBERONE ROSSO & VIOLA, SCAMPI, ASTICI, CANOCCHIE sono una vera delizia , il prezzo puo' essere elevato in base al periodo ma ne vale veramente la pena;



    I RICCI DI MARE: raccolti da pescatori locali , per i quali la loro vendita è divenuta forma di sostentamento, sono una vera prelibatezza ed hanno tuttavia un costo moderato. (un antipasto ai ricci 10-15€). A Maggio e Giugno è vietato pescare e consumare i ricci, pena multe salate. Si possono acquistare direttamente dai venditori ambulanti al costo di (10-15 euro a bicchiere) e consumarli a casa semplicemente sopra una bruschetta.

    Pescato Siracusa
    IL PESCE AZZURRO PIU' BUONO, dal dorso azzurro scuro e ventre argentato, è ricco di Omega 3, ha un sapore più intenso e selvaggio del pesce "bianco" e costa meno; escludendo lo spada ed il tonno che possono essere d'importazione, è sempre FRESCO.

    PESCE SPADA

    Pescato Siracusa

    TONNO

    Pescato Siracusa

    SPATOLA

    Pescato Siracusa

    LAMPUGA

    Pescato Siracusa

    Pescato Siracusa


    SGOMBRO, SAURO, AGUGLIA E ALTRO

    Il PESCE A CARNE BIANCA PIU' PREGIATO dal gusto delicato, poco grasso e molto digeribile: ottimo arrosto o al sale , lo scorfano è squisito in zuppa , le triglie ed i merluzzi piccoli fritti. E' più caro del pesce azzurro.
    CERNIA

    Pescato Siracusa

    DENTICE

    Pescato Siracusa

    SARAGO

    Pescato Siracusa

    RANA PESCATRICE

    Pescato Siracusa

    SCORFANO ROSSO

    Pescato Siracusa

    TRIGLIA

    Pescato Siracusa

    MERLUZZO, ROMBO, SOGLIOLA, NASELLO.
    LE 10 REGOLE PER RICONOSCERE IL PESCE FRESCO#1

    1)Al ristorante chiedete di vedere il pesce disponibile.

    2)Il pesce fresco e' sodo , teso , se freschissimo può essere addirittura curvo;

    3)La pelle deve essere soda, liscia, brillante non rugosa e non flaccida.

    4)Il ventre deve essere aderente e non pendente.

    5)L’occhio è bombato verso l'esterno(convesso), la cornea trasparente e la pupilla nera e brillante;

    6)Le branchie sono di colore rosso vivace e senza muco. L'odore delle branchie (e della cavità addominale) è di alghe marine;

    7)La fetta di tonno non deve essere flaccida (premendo NON deve rimanere l'impronta del dito), l'odore gradevole , di colore rosso intenso in caso di tonno rosso (il tonno rosso decongelato ha un colore rosso spento , il tonno pinna gialla anche se meno pregiato e meno rosso va bene ugualmente).

    TONNO ROSSO FRESCO
    Pescato Siracusa
    LE 10 REGOLE PER RICONOSCERE IL PESCE FRESCO#2

    8) La fetta di pesce spada non deve essere flaccida (Vale la prova dell'impronta), deve avere un colore tra bianco e rosa lucido e non opaco (+ rosa = + pregiato)

    PESCE SPADA FRESCO
    Pescato Siracusa

    9) I calamari importati sono perfetti, pelle compatta. stessa dimensione, no difetti. I calamari locali sono spellati, di diverse dimensioni e ovviamente più cari.

    10) Il gambero fresco ha la testa più scura del corpo. Il gambero importato e' tutto rosso a causa dei solfiti utilizzati per conservarli.

    IL PESCE CRUDO DEVE ESSERE ABBATTUTO PRIMA DI ESSERE CONSUMATO.

    PIATTI TIPICI #1 LA PASTA PIU' GUSTOSA!

    RISOTTO ALLA SICILIANA realizzato sapori della nostra terra partendo da pomodori soffritti , acciughe salate, capperi, olive sminuzzate e prezzemolo tritato.


    PASTA ALLA NORMA il famoso piatto che prende il nome dall'opera di Bellini preparata con pomodoro, basilico, melanzane e ricotta salata.


    PASTA CON IL NERO DI SEPPIA tipico piatto di mare.


    PASTA CON I MASCULINI E MUDDICA ATTURRATA: pescetti simili alle alici e tipici del mare catanese contornate da mollica abbrustolita.


    PASTA CON I BROCCOLI CATANESI: salsiccia, ricotta, aglio e pangrattato.


    I SECONDI PIATTI PIU' BUONI


    SARDE A BECCAFICO piatto povero della tradizione ma celebre, farcito con pangrattato, arricchito di formaggio, aceto prezzemmolo e aglio.


    PARMIGIANA DI MELANZANE un preparato multistrato scandito da melanzane, passata di pomodoro, prosciutto cotto e spolverata con il parmigiano.


    CARNE DI CAVALLO cotta alla brace e unta con il classico salmariglio una salsa ideale per condire carni e pesci, preparato con olio, succo di limoni, origano e aglio.


    CIPOLLATA: involtino di pancetta e cipollotto cotto alla brace.

    PIATTI TIPICI #2 SECONDI PIATTI

    LESSO ALLA CATANESE secondo piatto di recupero, realizzato con manzo, pancetta, sedano e salsa di pomodoro.


    BACCALA' FRITTO panato con farina e condito con il limone.


    STOCCO ALLA GHIOTTA con patate, cipolla soffritta, olive, capperi e uva passa (ricetta messinese ma ormai intrisa nella cultura catanese)


    CARNE GRASSATA spezzatino catanese con cipolla soffritta, patate e vino bianco.


    SCACCIATA CON CAVOLFIORE AFFOGATO una pizza a doppio strato con cavolfiore, cipolla e tuma.

    PIATTI TIPICI #3 DOLCI

    DOLCI Siracusa

    Tra le cose buone della Sicilia la sua pasticceria è sicuramente occupa le prime posizioni , grande varietà di scelta tra cannoli torte gelati , tutto buonissimo una classifica sarebbe soggettiva ci limitiamo ad elencare i dolci che sicuramente meritano di essere provati: CANNOLI DI RICOTTA O CIOCCOLATO,  BIGNE' RICOTTA CIOCCOLATO O CREMA,  PASTE DI MANDORLE,  TORTA CASSATA SICILIANA,  TORTA DI PISTACCHIO E CIOCCOLATO,  TORTA SAVOIA  CRISPELLE ALLA RICOTTA, IRIS ALLA CREMA O CIOCCOLATO, GRANITA DI PISTACCHIO , GELSI, MANDORLE , LIMONE, CAFFE', CIOCCOLATO.

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    Palazzo Sortino-Trono




       

    Perchè visitarlo: fa parte dei 18 monumenti riconosciuti "Patrimonio dell'Umanità" da parte dell'Unesco, si trova in un punto affascinante e molto panoramico, da dove si incrociano le strette salite per Ibla.

    Da non perdere: siete nel quartiere degli Archi, indugiate e perdetevi nelle sue viuzze.



      





    Visita solo in occasione di eventi/mostre.

    Bus Bus 35, 16, 11, 31 SX (clicca per l'itinerario)

    ☞ Ulteriori informazioni qui  

    La Facciata



    Sorge su una posizione panoramica, sul dosso roccioso sul quale sorge anche la Chiesa del Purgatorio, separata appena da una delle più strette salite di Ibla, quella dell’Orologio.

    La facciata è resa ancora più scenografica dall’ampio spazio antistante chiamato “Piano dei Signori. È questo il quartiere degli Archi, dove le stradine quasi assalgono il dosso per condurre alle case addossate le une alle altre, fra archi e viuzze strette e panorami pittoreschi e mozzafiato.

    Per raggiungere il palazzo bisogna risalire una stretta scala che si apre su via Mercato e quindi arrivare a un ampio spazio che dà respiro a l'imponente prospetto principale.

    La facciata è scandita soprattutto da cinque lesene su plinti culminanti con capitelli di ispirazione corinzia e ha volute unite da festoni di fiori, da mensoloni e alla sommità da una fascia marcapiano spezzata in corrispondenza delle paraste ai lati del portone.

    Sono fini i pilastri a bugnato culminanti con fiori di capitelli compositi e anche il balcone del piano nobile con le panciute inferriate decorate con fioroni e con ricche sculture.

    Seguono a sinistra tre semplici balconi con una scultura sommitale e al piano nobile altri tre balconi più ricchi con i mensoloni scolpiti a volute e foglie d'acanto.
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    Trasporti


    1. Arrivare a Catania in auto
    2. Arrivando in Bus / Treno
    3. Bus Turistici per visitare Catania
    4. Raggiungere le spiagge fuori Catania in treno/bus
    5. Le 9 regole per muoversi a CT
    6. Bus Extraurbani a Catania
    7. Servizio Noleggio e Transfer
    8. Trasporti da/per gli Aeroporti
    9. Viaggiare in Treno
    10. TAXI

    A CAUSA DEL DECRETO SULLE NORME COVID 19 ALCUNI BUS QUALI QUELLI TURISTICI POTREBBERO ESSERE SOPPRESSI IN BASE AL COLORE DELLE REGIONI.

    SI RACCOMANDA DI VERIFICARE SUL SITO O NEGLI INFO POINT L'ESISTENZA DELLE CORSE PREVISTE DI NORMA.

    ARRIVARE A CATANIA IN AUTO 🚗


    Per chi arriva in macchina a Catania si può accedere all'interno della zona ZTL - Bellini delimitata da zone percorribili in auto che comprendono: Via di A. Sangiuliano, Via M.Ventimiglia, Via Vittorio Emanuele II, Via Raddusa, Via S.M. del Rosario, Via della Loggetta e Via Mancini.

    Catania Auto ZTL


    In teoria è costituita dalle seguenti vie e piazze a cui non si può accedere e parcheggiare: Via Euplio Reina, Piazza Ogninella, Via Sant'Orsola, Via G. Perrotta, Piazza Scammacca, Via Pulvirenti, Via S.Maria del Rosario, Via Sant'Agata, Via Mazza, Via Leonardi, Via Valle, Via Birreria, Via Landolina, Vicolo della Sfera.
    Nella pratica la ZTL non è mai entrata in vigore e il centro storico soffre di un abuso di transito da parte delle macchine continuo, se volete evitare traffico eccessivo è consigliabile parcheggiare sulle vie principali onde evitare ingorghi.

    Nei pressi del centro storico e del resto della città sono presenti strisce gialle (residenti e NON vi si può parcheggiare), strisce bianche (gratuite) e strisce blu a pagamento.

    La sosta tariffata nel Comune di Catania è in vigore dalle ore 08.30 alle 13.30 e dalle ore 15.00 alle 20.00: la tariffa può essere applicata per frazioni orarie a partire da €0.40 , poi scatta € 0.85/h , per la sosta prolungata il costo è di €2.90 (mezza giornata).

    Nel centro storico è in vigore, tutti i giorni, il Movida Park (sosta notturna a tempo e a pagamento dalle 21:00 alle 02:00 sia nei giorni feriali che festivi) che prevede una tariffa unica di € 1,00.
    ☞ Acquista il ticket con l'app SOstare

    Sono presenti parcheggi scambiatori nei pressi del centro storico, in cui è possibile lasciare la macchina evitando di addentrarsi in mezzo al traffico e prendere un autobus che ti porta al centro, o eventualmente usufruire del servizio gratuito di noleggio bici (Servizio presente solo nel Parcheggio R1-Via Plebiscito)
    ☞ Info Parcheggi AMT.

    🚍 ARRIVANDO IN BUS/TRENO


    Dall'aeroporto Fontanarossa si arriva nel centro di Catania prendendo l'ALIBUS AMT al costo di €4.00.

    Per chi arriva in bus urbani/extraurbani o treno le fermate principali sono:
    -Piazza P. Borsellino (fermata bus AST, INTERBUS, ETNATRASPORTI, SAIS ), a 250 mt dal Duomo.
    -Via d'Amico (Terminal Interbus, Etnatrasporti,SAIS) nei pressi della Piazza Papa Giovanni XXIII (Terminal Ast, stazione dei treni) si può prendere la Metro FCE direzione Stesicoro e si scende all'ultima fermata che porta nel cuore della città.

    PER ANDARE AL MARE utilizzare: linea D lidi Playa e 534 Acicastello/Acitrezza, €1.00.
    Il terminal bus piu' centrale è Piazza Alcala. PERCORSI E ORARI
    Alla Stazione Centrale di Catania e Piazza Alcalà ci sono comunque sempre taxi disponibili.

    🚍 BUS AST URBANI-EXTRAURBANI

    I bus urbani AST collegano la città con i paesi Etnei, gli EXTRAURBANI portano in province secondarie.

    Ogni giorno parte un solo Bus per l'Etna alle 8:15, andata e ritorno €6.60.
    I biglietti si acquistano in Via Luigi Sturzo, 247.

    🚍 BUS AMT URBANI

    La linea Amt serve il territorio metropolitano di Catania, collegando il centro con le periferie limitrofe. Gli autobus spesso non sono puntali, ma è possibile controllare gli orari scaricando l'App Moovit ; selezionando la fermata preferita compariranno le linee che vi passano, le scritte in blu indicano che l'autobus è servito da geolocalizzazione, in nero invece no, quindi l'orario d'arrivo descritto potrebbe essere in dubbio.
    Esistono due linee veloci che passano ogni 7/10 minuti quali BRT Due Obelischi - Centro e Librino Express quest'ultima collega al parcheggio scambiatore in periferia.
    Il terminal principale degli autobus si trova a 200 mt dal Duomo in piazza P.Borsellino.

    L'azienda Amt offre un servizio Car sharing (AMIGO) e Bike sharing: per info e utilizzo consultare il sito alla voce SERVIZI.

    🚍 METROPOLITANA URBANA

    Il servizio è gestito dalla ferrovia circumetnea di Catania, conta poche fermate e parecchi cantieri aperti, la metro passa ogni 15 minuti e la fermata piu' centrale è STESICORO, per raggiungere il lungomare si consiglia di scendere alla fermata GALATEA o ITALIA.

    Il servizio è attivo dal lunedì alla domenica, escluse le festività, con i seguenti orari:
    -dal lunedì al sabato dalle ore 6.40 alle ore 22.00;
    -la domenica dalle ore 8.30 alle ore 22.00;
    Il biglietto per 90 min è €1, il giornaliero 2€, l'integrato FCE-AMT €1.20 (120 min).


    🚍 BUS ETNA TRASPORTI E INTERBUS EXTRAURBANI

    I bus per i paesi e località turistiche come Taormina, Caltagirone e Siracusa partono Via D'Amico e alcuni fanno fermate intermedie in Piazza Alcalà.
    I biglietti si acquistano in Via D'Amico, 187.

    🚍 BUS SAIS

    La Compagnia che serve le città di Enna, Agrigento e Palermo è la Sais. I bus partono da Via D'Amico con fermate intermedie in Piazza Alcalà.
    I biglietti si acquistano in Via D'Amico, 179.

    🚍 BUS TURISTICI


    Siracusa Trasporti
    Sulla mappa è indicato il punto di partenza del bus turistico Off Top e Katane Live, per info e prenotazione rivolgersi al Tourist Service di Via Vittorio Emanuele II, 188.

    🚍 BUS TURISTICI CATANIA

    IL CAPOLINEA DEI BUS TURISTICI E' PIAZZA DUOMO, ANGOLO VIA VITTORIO EMANUELE.

    Mappa interattiva percorso bus turistici in città Siracusa Trasporti



    KATANE' LIVE
    Itinerario Siracusa

    Servizio Bus turistico:
    → LINEA GIALLA, CITY TOUR - €5.00

    🕐 Stagione invernale dalle 9 alle 19 stagione estiva dalle 9 alle 20. Frequenza ogni ora. Formula sali e scendi, valido tutto il giorno.
    →LINEA BLU, -SEA TOUR - €15.00

    🕐 Frequenza: h.11, h.14, h.16, h.18

    →LINEA ROSSA, ETNA TOUR - €30.00

    🕐 Partenza: h.10

    BUS HOP ON HOP OFF
    Itinerario Siracusa


    I Tour di BUS HOP ON- HOP HOP vengono effettuati con la modalità trenino turistico o con i bus panoramici:

    → TRENINO TURISTICO DEL CENTRO STORICO DI CATANIA
    IL SERVIZIO SI EFFETTUA TUTTI I GIORNI.
    PARTENZA: piazza Duomo ore 9:30
    Biglietto 5,00€
    - DURATA 35 MINUTI
    → TRENINO TURISTICO – LUNGOMARE DI OGNINA (CATANIA) PARTENZA: da Piazza Nettuno (Catania), prima domenica di ogni mese dalle 10:00 alle 18:00
    Biglietto 2,00€
    → Percorso Turistico hop on - hop off da Catania ad Acitrezza PARTENZA: H.10 Dal Duomo
    Biglietto giornaliero: € 15,00
    DURATA DEL TOUR 80 MINUTI
    Frequenza: ogni 60 minuti (Formula sali e scendi).

    🚍 RAGGIUNGERE LE SPIAGGE FUORI CATANIA IN TRENO/BUS


    Spiagge Sicilia

    BUS INTERBUS/ETNA TRASPORTI CATANIA - GIARDINI NAXOS
    🕐 Da Catania (7/7) : 7:00 - 7:20 - 9:00 - 14:30 - 17:30 - 18:00
    Da Giardini (dom) : 9:00 - 10:00 - 18:00
    Da Giardini (sab): 9:00 - 11:45 - 14:45 - 18:00
    Da Giardini (da Lun a Ven): 6:30 - 9:00 - 11:45 - 14:45 -18:00


    BUS INTERBUS/ETNA TRASPORTI CATANIA - TAORMINA
    🕐 Da Catania (6/7): 7:00 - 7:20 - 9:00 - 14:30 - 17:30 - 18:00
    Da Catania (Dom): 9:00 -17:30 - 18:00
    Da Taormina (da Lun a Ven): 6:15 - 8:45 - 11:30 - 14:30 - 17:45
    Da Taormina (sab): 8:45 - 11:30 -14:30 - 17:45
    Da Taormina (dom):8:45 - 9:45 -17:45

    E' POSSIBILE RAGGIUNGERE IN TRENO LE SPIAGGE DI LETOJANNI, SANT'ALESSIO, MASCALI E IN ALTERNATIVA ANCHE GIARDINI
    🕐 Gli orari dei treni sono soggetti a variazioni e possono essere consultati qui ☞ www.trenitalia.it

    9 REGOLE PER MUOVERSI A CATANIA E PROVINCIA #1



    1)Chiedete e vi verrà detto
    : i siciliani sono ospitali per natura, pensate che i nostri antenati greci consideravano l'ospitalità un rito sacro, non abbiate quindi paura di chiedere aiuto nel caso ve ne avreste bisogno.
    2)I bus non hanno corsie preferenziali quindi nelle ore di punta saranno probabilmente in ritardo!
    3)Aspettare il Bus: spesso le fermate di attesa non sono all'ombra e quindi aspettare può essere più faticoso che andare a piedi, valutare il da farsi.E' consigliato scaricare e usare l'app Moovit per tenere sotto controllo gli orari dei bus urbani.
    4)Muoversi a Catania: all'interno della città è consigliabile muoversi a piedi poichè i punti d'interesse sono facilmente raggiungibili, tutta via se si vogliono utilizzare i mezzi, si consiglia di usufruire del servizio Metro (molto efficiente), per raggiungere la zona alta della città (fermata BORGO) o il litorale costiero di Ognina (fermata GALATEA).
    5)Bus Catania spiagge (raggio di 20km da Catania): E' possibile raggiungere le spiagge della costa prendendo la linea D lidi Playa o la linea 538 per Vaccarizzo o per arrivare alla Foce del fiume simeto scendere al centro polifunzionale di Torre Allegra e prendere poi i vari sentieri che portano al mare.
    6)Bus per i paesi della provincia e Sicilia tutta: Le compagnie AST, INTERBUS E ETNATRASPORTi servono la provincia di Catania e permettono facilmente di raggiungere i paesi etnei o le città d'interesse.
    7)Noleggiare una bici: E' possibile usufruire del servizio di Bike Sharing di AMT gratuitamente, sostando presso il Parcheggio in Piazza Borsellino o al Parcheggio R1 di Via Plebiscito 747. Tenere presente che non esistono piste ciclabili e che Luglio/Agosto le temperature sono sopra i 30°.
    8)Guidare in Sicilia: non è difficile, basta essere pratici, non arrabbiarsi con gli eventuali indisciplinati e per le strade un pò rotte. La maggior parte delle persone è attenta alla guida , il problema comune purtroppo è l'uso dei telefoni alla guida e dei parcheggi in doppia fila.
    9)Usare il treno: Sicuramente un'esperienza romantica, OK per spostamenti a corto-medio raggio, impegnativa per spostamenti più lunghi viste le molteplici fermate dei treni regionali. Esiste tutta via un'esperienza in treno da non perdere, viaggiando sulla "Littorina", una ferrovia a scartamento ridotto che compie il periplo dell'Etna passando per diversi centri pedemontani etnei.

    🚍 BUS EXTRAURBANI CATANIA #1

    • Interbus collega Catania a Siracusa e provincia.
    • Etna Trasporti collega Catania a Ragusa, Giardini Naxos, Caltagirone e Taormina.
    • Le linee Ast servono invece le provincie interne a Catania come: Belpasso, Zafferana, Acireale, Nicolosi, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, Gravina, Lentini e Carlentini.
    • Mentre la Sais copre a lungo raggio le città di Palermo, Agrigento, Messina, Enna e Enna.


    Itinerario Siracusa

    ORARI INTERBUS Itinerario Siracusa

    ORARI AST Itinerario Siracusa

    ORARI ETNA TRASPORTI Itinerario Siracusa

    ORARI SAIS Itinerario Siracusa

    Biglietto Hop on Hop off Catania Acicastello Acitrezza Partenza da Catania
    🕐 Prima partenza ore 10:00am (Piazza Duomo)
    Frequenza: ogni 60 min.
    Durata: 80 min.
    Biglietto formula sali e scendi: €15.00
    INFO E ORARI

    🚌 SERVIZIO NOLEGGIO E TRANSFERT#2

    BUS OFF TOP GIARDINI NAXOS - LETOJANNI- TAORMINA- CASTELMOLA
    Partenza da Giardini Naxos (Terminal Bus Recanati)
    Orario: dalle ore 9 alle ore 18 (tutti i giorni dal 1 aprile al 31 ottobre)
    Frequenza: ogni 70 min
    Durata: 140 min
    Per info: +39 3485517136

    ALIBRANDO TRANSFERT DA CATANIA A MILAZZO ( TRAGHETTO PER ISOLE EOLIE), CAPO D'ORLANDO, GIOIOSA MAREA, PATTI, BARCELLONA POZZO DI GOTTO
    Possibilità di condivisione con altri prenotanti.
    ☞ Info & Booking qui

    VALASTRO BUS TRANSFERT DA CATANIA PER ORTIGIA, AGRIGENTO, TAORMINA E OUTLET VILLAGE. L'azienda di mezzi Valastro opera nel settore del noleggio autobus, pullman e minibus, offrendo servizi adatti a itinerari turistici, escursioni o trasferimenti di gruppo.
    ☞ Info & Booking qui

    TRASPORTO DA/PER GLI AEROPORTI DI SICILIA


    Da/per Aeroporto di Catania
    ALIBUS AMT: Corse ogni 25 minuti, causa traffico il bus può ritardare ma arriverà chiunque.

    1° corsa da Aeroporto Fontanarossa 4:40 (0.20 min). Ultima corsa da Catania 24:30 (0.20 min) .

    1° corsa da Catania 5:00 (0.20 min). Ultima corsa da Catania (0.20 min).

    Biglietto €4.00
    ☞ Orari Alibus
    ☞ FERMATE ALIBUS

    Treno da/per Aeroporto di Catania
    Il treno per l'Aeroporto Fontana serve i treni provienienti da/per Caltagirone, Caltanissetta Xirbi, Enna, Messina Centrale, Palermo Centrale e Siracusa.
    Il passante ferroviario collega la stazione di Aeroporto Fontanarossa con un servizio navetta in 2 minuti.
    1° corsa da Catania Centrale a Catania Fontanarossa 4:44 (6 min). Ultima 20:59.

    1° corsa da Aeroporto Fontanarossa a Catania Centrale 6:00 (6 min). Ultima 22:42.

    Biglietto €1.90
    ☞ Orari Treni Italia


    Da /Per Aeroporto di Comiso
    Da Catania si può partire da Piazza Giovanni XXIII o Piazza Alcalà L'Autolinea GIAMPORCARO.
    1° corsa da Catania Piazza Giovanni XIII 9:00 (Feriali), 11:30 (Festivi) (1.40 h). Ultima corsa da Catania 20:30 (Feriali e festivi) (1.40) .

    1° corsa da Aeroporto di Comiso 7:15 (Feriali), 8:00 (Festivi) (1.40 h). Ultima corsa da Aeroporto di Comiso 18:30 (Feriali e festivi) (1.40) .

    Biglietto: €7.00 - €10.00
    ☞ Orari Autolinee Giamporcaro

    Da/per Aeroporto di Palermo
    L'aeroporto di Palermo dispone di una stazione ferroviaria che collega il terminal con la stazione centrale di Palermo (56/71 min), da lì è possibile proseguire in treno fino a Catania o prendere l'autolinea Sais.

    1° corsa da Aeroporto di Palermo 5.15 (1.40 h). Ultima corsa 00.25 (Feriali e festivi) (1.40) .

    Biglietto: €5.90

    Da /Per Aeroporto di Trapani
    BUS : Autolinee Salemi per stazione centrale bus Palermo (2h/€11). Poi come sopra.

    🚆 VIAGGIARE IN TRENO DA/PER CATANIA

    Raggiungere Catania in treno è un esperienza molto fattibile, ma solo se si viene dalle stazioni centrali di Palermo, Messina e Siracusa, la difficoltà dei collegamenti dei piccoli comuni sta nel fatto che prevedono piu' cambi e essere servita da un solo binario non aiuta a smorzare i tempi morti. Nonostante ciò i paesaggi che si attraversano, sia d'inverno che d'estate offrono una vista unica nel suo genere e se siete disposti a praticare "il turismo lento" viaggiando a circa 70-90 km/h e con carozze dal gusto retrò, quest'esperienza è l'ideale per coloro che si vogliono godere il viaggio e non la meta.

    A differenza dei Bus il treno è più puntuale ,l'aria condizionata è prerogativa della 1° classe, essendo un treno regionale effettua tutte le fermate intermedie.

    La Sicilia è servita solo da treni REGIONALI, per tutti gli orari consultare il sito ☞ www.treniItalia.com

    La ferrovia Circumetnea: il giro dell'Etna in treno
    Provare l'esperienza della Ferrovia Circumetnea è l'ideale per chi vuole raggiungere i comuni della zona Etnea collegati da Catania fino a Riposto: passando per Paternò, Adrano, Bronte, Valcorrente, Misterbianco, Pianotavola, Biancavilla, Maletto, Bronte e Randazzo.
    Attraverso i paesaggi lavici dell'Etna d'estate brulli, d'inverno innevati, si avrà l'impressione di tornare indietro nel tempo in un lento viaggio alla scoperta delle meraviglie intorno all'Etna.

    In diversi periodi dell'anno partono dei treni turistici con visitate guidate quali: il treno dei vini dell'Etna, il treno delle due ruote, il treno dei castelli e il treno delle terre dell'Etna e dell'Alcantara.
    ☞ Info e orari

    MAPPA STAZIONE TAXI Catania

    -----------------------------

    TAXI UFFICIALE It_Eng
    Messaggio Whatsapp
    -----------------------------

    TARIFFE (Minimo €5):

    1° scatto €3;

    + €1/Km = per ogni km successivo;

    +€18 = per ogni ora di sosta; + €4 = per servizio notturno e festivo (dalle 22:00 al 7:00);

    + €3 = per servizio notturno;

    + €2 = per diritto fisso nei giorni festivi e domenicali;

    + €1 = per ogni bagaglio; + €1 = per chiamata colonnina; + €6 = per diritto Aeroporto e Zona Industriale.

    Le tariffe sopra indicate sono applicate all'interno del territorio di Catania, i pedaggi autostradali e i traghetti sono a carico dell'utente. Oltre il confine comunale le tariffe per il trasporto vengono concordate tra le parti. + €2 Ritorno da fuori città


    Tariffe Taxi  Siracusa Tariffe Taxi  Siracusa Tariffe Taxi  Siracusa

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    11 beaches you can't miss:


    1. Vaccarizzo

    2. Playa

    3. San Giovanni Li Cuti

    4. Aci Castello

    5. Acitrezza

    6. Capo Mulini

    7. Santa Maria La Scala

    8. Santa Tecla

    9. Pozzillo

    10. Riposto

    11. Lungomare Cottone
    Static Map



    Google Maps

    My MAPS: Catania beaches

    Itinerari Sicilia


       

    Vaccarizzo: Lido "Vacarizos" CT-18,6 km
    4,2 Google

    A very active lido along the coast in Vaccarizzo's municipality. Equipped with all possible services and at very affordable prices. Excellent meals, fixed menu of meat or fish. Open for dinner with occasional events (tribute band and foam party).

    A welcoming and perfect place for couples and families with children.

    Info & Booking
    +39 346 285 0572
    095 291625

    €
    Entrance fee 3 €
    An umbrellas and two deck chairs 10/15 € (or by specific deals).

    🕐 8-20 7/7 ☞ Lido Vacarizos

    🚍 Bus 538 ( 1,6 km) Timetables and Routes here . 


       

    La Playa: Lido "Le Capannine" CT-11km
    4,1 Google

    Along the wide sandy coast of Playa Catania, "Le Capannine" is both a lido and a tourist village, where in addition to enjoying all the comforts of a beach with cabin and services, you can also stay in this small oasis of beach houses in the shade of palm trees and tropical plants. A place that lends itself to social events, with a disco that often hosts artists and DJs.

    Perfect for young people and families. Convenient for the elderly.

    Info & booking
    +39 095 7357235
    info@lecapannine.com

    🕐 7/7 h24 ☞ Lido Le Capannine

    €
    Entrance fee € 5.00
    12-entry card € 50.00
    Single bed € 4.00
    Umbrella + 2 deck chairs € 15.00
    Cabin with air conditioning € 40.00 (Sofa and Safe included)


    🚍 Bus D ( 1,1km) Timetables and Routes here



       

    San Giovanni Li Cuti CT-0km
    4,1 Google

    The beach of San Giovanni Li Cuti is just behind an old small harbor of boats, under the Catania seafront. The place where every Catanese goes to take a break from the chaos of the city, where the "event" of swimming lasts until December. A beach one step away from the city. The perfect place if you want to mix with locals.

    For young and loners. Even for the elderly when there's a wooden solarium that makes it easy to enter into the water.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 421, 534,935 ( 800mt) Timetables and Routes here


       

    Lungomare Aci Castello CT-11km
    4,4 Google

    A place of great environmental, historical and geological value and one of the pearls of the Catania area, Acicastello takes its name from the fascinating Norman Castle close to the sea. The successive lava flows in these places testify the most ancient volcanic activities of Etna.

    Spending a day in the refreshing waters of the rocky coast and having access to the ☞ Castle, exploring the history of this small village is priceless.

    Perfect for young people and for those who love snorkeling. Less suitable for the elderly and small children due to the sharp rocks.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 534 or ACIREALE - CATANIA Line ( 300mt) Timetables and Routes here


       

    Riviera dei Ciclopi CT-11km
    4,5 Google

    Aci Trezza, a hamlet of Aci Castello, is a historic fishing bay and a place known for the "Malavoglia" (historical novel by the famous Catania writer Giovanni Verga, 1881). Today the Riviera is not only a protected marine reserve but also one of the Sicilian ecomuseums.

    In addition to being able to enjoy the magical view of the bay with its waters, you can find the opportunity for a dive from one of the mythical stacks, the opportunity to snorkel in a rich and protected ecosystem and spend a social evening in one of the clubs of the Riviera.

    Don't miss visiting the little ☞ Lachea Island and the ancient ☞ "Casa del Nespolo" - (House of the Medlar), famous for the aforementioned novel by Verga.

    Perfect for young people and families. Less suitable for very young children and the elderly because of the sharp rocks.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 534 or ACIREALE - CATANIA Line ( 300mt) Timetables and Routes here


       

    Capo Mulini: Lido "Holiday" CT-14km
    4,3 Google

    Within the Municipality of Acireale, another small village linked to the old mills takes shape on the lava cliff of the Ionian Sea: Capo Mulini.

    To enjoy the sea at its best, Lido Holiday has equipped its structure to the fullest, also offering diving courses and equipping itself with a swimming pool as a convenient alternative, in addition to the classic cmfort and meal services.

    Perfect for families and seniors, the swimming pool and solarium are an easy access for everyone.

    Info & booking
    +39 380 581 3810
    lidoholidaycapomulini@gmail.com

    €
    Entrance fee € 5.00 from Monday to Friday
    Entrance fee € 6.00 Saturday and Sunday
    Deckchair and umbrella € 4.00.

    🕐 7/7 h 8.30-19:30

    🚍 Bus line Acireale-Catania from Catania
    Bus line 3 from Acireale ( 500mt) Timetables and Routes here


       

    Santa Maria la Scala: "Spiaggia del Mulino" (Mill Beach) CT-20km
    4,2 Google

    Another seaside village of Acireale. It's characterized by being the bottom coast of the overhang of the "Timpa", another volcanic phenomenon that characterizes this side of the Ionian coast for the fascinating basalts which today are part of the ☞ "La Timpa" Nature Reserve that you should visit.

    Sometimes you can see a little torrent creating a waterfall on the edge of the basalt wall of "La Timpa".

    For the more sporty, it is possible to go along a quite demanding path that goes up the Timpa to reach the center of Acireale.

    Perfect for young people (especially the most sporty) and families. Less for the elderly and small children because of the rocks. 🕐 7/7 h24

    🚍 to Santa Maria La Scala the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS from Acireale to S.M. La Scala "Zappala&Torrisi"
    🕐 From ACIREALE to S. M. LA SCALA
    7.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 - 13.20 - 17.30 - 19.45
    From S. M. LA SCALA to ACIREALE
    8.00^ - 10.35 - 11.35 - 13.35 - 15.05 - 19.15

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic


       

    Santa Tecla: "La Torretta" Solarium e Lounge Bar CT-22km
    4,1 Google

    Along the Ionian coast, Santa Tecla is another village of ancient origins, overlooking the sea and characterized like the others by the presence of the "sentry box", turrets built in the 16th century to counter the Turkish invasions. Here in Santa Tecla it is clearly visible on the Apa rock.

    Although many of the places in Sicily refer to Saints, "Santa Tecla" seems to be the result of a dialectal distortion: "Sciant Tagla" which in Arabic would mean "landing place".

    The Solarium takes its name from the garritta, the "turret", still standing today. A comfortable accommodation for everyone to dive into the water comfortably from the platforms of the solarium with a common and free area and a reserved area where you can use the services.

    Perfect for everyone.

    Info & booking
    +39 346 306 4487

    €
    Free entry
    Umbrella + 2 deck chairs € 15.00

    🕐 7/7 h 9:00am - 00:30

    🚍 To Santa Tecla the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS Acireale - Santa Tecla "Zappala&Torrisi"
    🕐 Da ACIREALE per Santa Tecla
    6.15^ - 6.45^ S - 6.50 - 7.00^ S - 7.55 - 8.30^ - 9.55 - 12.10 - 12.45^ S - 13.20 - 13.30^ - 14.25 - 17.30^ - 19.45
    Da Santa Tecla per ACIREALE
    7.30^ - 7.35° - 8.20°S - 8.25°S - 8.35 - 10.05° - 10.35 - 12.50 - 14.05 - 14.20°S - 15.00 - 15.10° - 19.10 - 20.30

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic


       

    Pozzillo CT-25km
    4,9 Google

    The etymology of Pozzillo derives from "Pizziddu" which can be defined as "a small piece of coast". A seaside village built in the 16th century, it is known for its freshwater springs exploited up to twenty years ago and for having been the protagonist of some scenes in Mauro Bolognini's 1969 "A Beautiful November".

    If you want to discover this small harbor on the rocks in July, consider going the last two weekends of the month: for the octopus festival, or for the pescespada festival.

    Perfect for young people and families who like to dive.

    🕐 7/7 h24

    🚍 To Pozzillo the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS Acireale - Pozzillo "Zappala&Torrisi"
    🕐 From ACIREALE to POZZILLO
    6.15 - 6.45^ S - 6.50^ - 7.00 S - 7.55^ - 8.30 - 9.55^ - 12.10^ - 12.45^ S - 13.20^ - 13.30 - 14.25^ - 17.30^ - 19.45^
    From POZZILLO to ACIREALE
    7.20°^ - 7.25 - 8.00°S - 8.15S - 8.25° - 9.50° - 10.25° - 12.40° -13.55° - 14.05°S - 14.50 - 14.55° - 18.50° - 20.20°

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic


       

    Riposto CT-32km
    4,1 Google

    Called "The Port of Etna" the city of Riposto enjoys a magnificent view towards the majestic volcano. It was part of the County of Mascali and was intended to be the "storeroom" ("Ripostu") of the goods that were traded by sea.

    The rich seabed lends itself to snorkeling. From this beach it is possible to glimpse the coasts of Calabria and looking north towards Taormina and the village of Castelmola. Riposto is famous for being the birthplace of the great singer-songwriter Franco Battiato.

    Beyond the beach, you can enjoy the stroll along the seafront to Torre Archirafi - a small equally charming hamlet - or the bars and the market in the port near the beach and without a doubt taste the granita, one of the local specialties.

    A place suitable for everyone.

    🕐 7/7 h24



       

    Lungomare Cottone: Lido "Sole" CT-41km
    4,2 Google

    The Cottone promenade develops between the towns of Fiumefreddo and Calatabiano, a beach of fine pebbles among the eucalyptus fronds.

    Lido Sole offers services and comforts to fully enjoy such a place, with the beauty of being a stone's throw from the mouth of the Fiumefreddo river, the sea and the steaming mountain behind.

    For those who want to explore the surroundings it is important to point out the ancient ☞ Calatabiano Castle which deserves a separate visit, and the nearby ☞ Fiumefreddo River Nature Reserve, almost behind the beach.

    The place is suitable for all types of users.

    🕐 8-20 ☞ Lido Sole
    Info & Booking +39 3297624717

    €
    Entrance fee € 3,00
    Cabin € 10.00
    Umbrella € 5.00 (1st row)
    Umbrella € 4.00
    Deckchair € 4.00 (1st row)
    Deckchair € 3.00
    🚍 BUS LINES AND TIMETABLES

    Syracuse Transport

    Some beaches are not reached by buses or need line changes



    🚍 To reach Vaccarizzo from Catania the best line is 538
    🕐 Timetables and Routes here


    🚍 To reach the Playa and any beach, the best route from Catania is by taking Line D
    🕐 Timetables and Routes here
    .


    🚍 To reach San Giovanni Li Cuti the best route from Catania is by taking the lines 534 - 530 - 421.
    🕐 Timetables and Routes here
    .


    🚍 To reach Aci Castello the best route from Catania is by taking the 534 lines or the ACIREALE - CATANIA line.
    🕐 Timetables and Routes here
    .


    🚍 To reach the Riviera dei Ciclopi the best route from Catania is taking the 534 lines or the ACIREALE - CATANIA line.
    🕐 Timetables and Routes here
    .


    🚍 to Santa Maria La Scala the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS from Acireale to S.M. La Scala "Zappala&Torrisi"
    🕐 From ACIREALE to S. M. LA SCALA
    7.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 - 13.20 - 17.30 - 19.45
    From S. M. LA SCALA to ACIREALE
    8.00^ - 10.35 - 11.35 - 13.35 - 15.05 - 19.15

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic

    🚍 To Santa Tecla the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS Acireale - Santa Tecla "Zappala&Torrisi"
    🕐 Da ACIREALE per Santa Tecla
    6.15^ - 6.45^ S - 6.50 - 7.00^ S - 7.55 - 8.30^ - 9.55 - 12.10 - 12.45^ S - 13.20 - 13.30^ - 14.25 - 17.30^ - 19.45
    Da Santa Tecla per ACIREALE
    7.30^ - 7.35° - 8.20°S - 8.25°S - 8.35 - 10.05° - 10.35 - 12.50 - 14.05 - 14.20°S - 15.00 - 15.10° - 19.10 - 20.30

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic

    🚍 To Pozzillo the only reachable bus lines are in Acireale.
    BUS Acireale - Catania Line: departure from Piazza Papa Giovanni XXIII and terminus in Piazza Livatino in Acireale
    🕐 active from Monday to Saturday from 06:30am to 08:30pm
    Sunday NOT ACTIVE
    BUS Acireale - Pozzillo "Zappala&Torrisi"
    🕐 From ACIREALE to POZZILLO
    6.15 - 6.45^ S - 6.50^ - 7.00 S - 7.55^ - 8.30 - 9.55^ - 12.10^ - 12.45^ S - 13.20^ - 13.30 - 14.25^ - 17.30^ - 19.45^
    From POZZILLO to ACIREALE
    7.20°^ - 7.25 - 8.00°S - 8.15S - 8.25° - 9.50° - 10.25° - 12.40° -13.55° - 14.05°S - 14.50 - 14.55° - 18.50° - 20.20°

    ° transits from via Provinciale
    ^ goes through Acireale Piazza Dante
    S = scholastic

    To Riposto and Calatabiano there are no bus routes that are active up to the coast. However, you can reach the cities by train from Catania or Acireale
    🕐 Timetables and Routes here

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    Pantalica




       

    Perchè visitarla: Una della più grandi necropoli del Mediterraneo, un importantissima testimonianza delle culture preelleniche in Sicilia.

    Sito archeologico estremamente importante e patrimonio mondiale Unesco dal 2005.

    La Riserva Naturale, fondata nel luglio del 1997, si trova nella zona degli "altipiani Iblei", caratterizza gran parte della Sicilia sud-orientale.

    Il territorio della riserva costituisce un notevole complesso di grande interesse in termini di geomorfologia, natura, paesaggio, storia, archeologia ed etnoantropologia.

    Da non perdere: La scoperta delle grotte e dell'Anaktoron; la valle dell'Anapo.



      





    Visita aprile/settembre 7:00 - 19:00, ottobre/marzo 8:00 - 17:00

    Attrezzatura essenziale: scarpe da trekking o da ginnastica + acqua + cappello in estate.

    Avvertimenti importanti: pendii scoscesi, divieto di pesca, caccia, introduzione o prelievo di specie animali o vegetali e assenza di segnale e rete.

    Assenza di punti di ristoro. Portare con sè cibo e acqua.

    BUS: Il miglior ingresso raggiungibile con i mezzi è da Cassaro.
    ☞ linea bus  

    Mappa

    My MAPS: Itinerario sentiero di Pantalica e Valle dell'Anapo



    ☞ Ulteriori informazioni qui  

    Le Necropoli Rupestri di Pantalica



    Il sito di Pantalica nella Sicilia sud-orientale è meglio conosciuto come Necropoli Rupestri di Pantalica per i suoi vasti cimiteri di tombe a camera scavate nella roccia risalenti al XIII ed al VII secolo a.C.

    Si trova su un promontorio calcareo circondato da una profonda gola formata dai fiumi Anapo e Calcinara tra le città di Ferla e Sortino nella Sicilia sud-orientale.

    Si stimano circa 5000 tombe distribuite intorno ai fianchi di un grande promontorio situato alla congiunzione del fiume Anapo con il suo affluente, la Calcinara, a circa 23 chilometri a nord-ovest da Siracusa.

    Oltre al suo interesse archeologico il sito è anche Riserva Naturale Orientata, con una varietà di flora e fauna locali e grotte naturali (in particolare la Grotta dei Pipistrelli).

    Vari percorsi a piedi rendono versatile la visita dentro questo immenso sito, tra le grotte, le cascatelle e i laghetti in cui prendersi una pausa, e vie, tra cui una linea ferroviaria dismessa (smantellata nel 1956) lungo il fondovalle dell'Anapo.

    Antropizzazione del Sito




    Nel XIII secolo a.C. alcuni insediamenti costieri furono abbandonati probabilmente a causa dell'arrivo dei Siculi nell'isola e l'inizio di condizioni più instabili. Nuovi grandi siti come Pantalica apparivano nell'entroterra costiero collinare, probabilmente scelto per ragioni difensive.

    Pantalica evidentemente fiorì per circa 600 anni, dal 1250 al 650 a.C. circa. L'attuale nome del sito risale probabilmente al primo medioevo o al periodo arabo "buntarigah" cioè "grotte". L' origine del sito è incerta, ma è associata da alcuni archeologi con Hybla, dopo un re siculo di nome Hyblon, che è menzionato da Tucidide in connessione con la fondazione della colonia greca di Megara Hyblaea nel 728 a.C.

    Per molti secoli prima della colonizzazione greca Pantalica fu indubbiamente uno dei principali siti della Sicilia orientale dominando il territorio circostante compresi gli insediamenti sussidiari.

    Verso il 650 a.C., tuttavia, sembra essere stata una vittima dell'espansione della città di Siracusa, che in quel periodo costituì un avamposto ad Akrai (Palazzolo Acreide).

    Tuttavia, era ancora occupata durante l'antichità classica, dal momento che reperti del IV-III secolo a.C. (periodo ellenistico) sono attestati, così come durante i periodi tardo antichi o bizantini. Dopo il 12 ° secolo era probabilmente in gran parte deserta e oscurata da Sortino.

    I Resti e le strutture delle camere tombali




    I resti visibili oggi consistono principalmente di numerose camere funerarie preistoriche scavate nella roccia calcarea, a volte dotate di un portico o di un breve corridoio d'ingresso di fronte alla camera funeraria, originariamente sigillata con pietre o una lastra.

    Ci sono anche alcune grandi case scavate nella roccia con date incerte (spesso dette bizantine, ma forse di origini precedenti).

    La maggior parte delle tombe conteneva tra 1 e 7 individui di tutte le età e di entrambi i sessi. Molte tombe sono state evidentemente riaperte periodicamente per ammettere altre sepolture.

    La durata media della vita umana in quel momento era probabilmente intorno ai 30 anni.

    La dimensione della popolazione preistorica è difficile da stimare dai dati disponibili, ma potrebbe facilmente essere stata di 1000 o più persone.

    I tipi di celle


    I tipi di celle scoperte, in base alla forma e alla loro struttura appartengono a momenti storici diversi. le più antiche costituiscono alveoli e gruppi di tombe circolari ellittiche a volta curva:



    Altre sono costituite da un camerone rettangolare con corridoio centrale:



    Le più recenti sono celle quadrangolari con capezzale e soffitto piano:



    La scoperta del sito e i reperti



    Il sito fu principalmente scavato tra il 1895 e il 1910 dall'illustre archeologo italiano Paolo Orsi, sebbene la maggior parte delle tombe fosse stata già rigata o svuotata molto prima del suo tempo.

    Ceramiche, suppellettili, utensili, erano i corredi funebri riscoperti grazie agli scavi. Ci restituiscono l'identità di una cultura che si mostra più evoluta rispetto a Thapsos (altra cultura del siracusano) pur mostrando evidenti tratti di derivazione, oltre all'ispirazione micenea evidente in oggetti in metallo e gioielli.

    Possiamo notare un vasellame dalle forme ottenute dal tornio, reso in forme snellite ed eleganti, caratterizzato dal colore rosso e decorato a bande di solchi accostati.


    I reperti scavati da Orsi sono esposti nel Museo Archeologico di Siracusa. Includono i caratteristici vasi di terracotta brunita e oggetti metallici, tra cui armi (piccoli coltelli e pugnali) e oggetti di abbigliamento, come fibule di bronzo (spille) e anelli che sono stati collocati con il defunto nelle tombe.

    Le necropoli




    La necropoli di Filiporto consiste di quasi 1000 tombe, situate sul lato sud-occidentale del promontorio (accessibile dalla strada da Ferla). Nella stessa area si trovano i resti del fosso roccioso difensivo di epoca successiva (probabilmente IV secolo a.C.) che attraversa il promontorio nel punto più stretto.

    La necropoli nord occidentale è una delle più antiche (XII-XI secolo a.C.) ed è attraversata dalla strada asfaltata proveniente da Ferla.

    La necropoli di Cavetta ha tombe e case scavate nella roccia della preistoria e periodi successivi e può essere vista dalla strada e le piattaforme di osservazione designate.

    La necropoli nord è uno spettacolare cimitero di circa 1000 tombe che ricoprono i pendii molto ripidi che dominano il fiume Calcinara meglio visti dalla pista proveniente da Sortino e dalle piattaforme di osservazione vicino al sentiero. Resti di grandi dimore scavate nella roccia si trovano sui pendii più dolci verso est.

    La necropoli meridionale si estende lungo il fiume Anapo per oltre 1 chilometro ed è facilmente visibile dalla carreggiata sul fondo della valle (un sentiero vi porta giù dall'Anaktoron). La vecchia stazione ferroviaria, restaurata, ha informazioni sulla fauna e la flora locali.





    L'itinerario di Pantalica


    1. Pantalica ingresso principale - lato Sortino




    Visita aprile/settembre 7:00 - 19:00, ottobre/marzo 8:00 - 17:00

    Parcheggio gratuito

    Attrezzatura essenziale: scarpe da trekking o da ginnastica + acqua + cappello in estate.

    Avvertimenti importanti: pendii scoscesi, divieto di pesca, caccia, introduzione o prelievo di specie animali o vegetali; assenza di segnale di rete;

    Assenza di punti di ristoro e bagni. Portare con sè cibo e acqua.

    Tali indicazioni sono fornite sulle basi di consultazioni e confronti su mappa riscontrati in diversi itinerari forniti da guide e amatori. La redazione non si assume alcuna responsabilità in caso di imprevisti, cambiamenti, chiusure o deviazioni non segnalate.

    Itinerario a piedi a/r: 10 km circa.

    ***
    Clicca qui per Ingresso Pantalica lato Sortino


    Mappa (clicca qui)

    Considerando la partenza dal Parcheggio sul lato di Sortino, troverete all'ingresso un casotto sulla sinistra come Punto Informativo che potrebbe fornirvi una mappa. Cominciate la vostra avventura incamminandovi in questo splendido sito.⤏

    L'itinerario di Pantalica


    2. Grotta dei Pipistrelli




    Mappa (clicca qui)

    Proseguendo e seguendo l'itinerario d'entrata ci si ritrova nei pressi della Necropoli Nord di Pantalica. Iniziando la discesa verso la valle del Calcinara, la prima tappa è la Grotta dei Pipistrelli .

    Si tratta senza ombra di dubbio della cavità rocciosa più grande del comprensorio. Non si trova lungo il percorso, ma è indicato e bisogna prendere per un breve tratto un piccolo sentiero scosceso che finisce di fronte l'enorme grotta.

    Si dislocano diversi enormi ambienti all'interno di questa cavità. Vi consigliamo di non addentrarvi eccessivamente nei profondi meandri della grotta poiché potreste disturbare l'habitat della colonia di pipistrelli che vi abita e che dà nome a questo luogo.

    Riprendiamo il sentiero principale per proseguire il nostro cammino.⤏

    L'itinerario di Pantalica


    3. Guado del Calcinara




    Mappa (clicca qui)

    Scendendo cominciamo a sentire sempre più scroscianti i flutti del torrente Calcinara che presto raggiungiamo. Ci troviamo di fronte al principale elemento che ha forgiato questo luogo: l'acqua.

    Un'occasione per fare un prima pausa ed esplorare i dintorni di questa piccola vallata, osservando la bellezza del luogo, ascoltando i rumori della natura e osservando le cavità che il carsismo ha generato.

    Sarà possibile eslorare le rive a destra e a sinistra del nostro percorso e rintracciare scorci fluviali e rocciosi straordinari.⤏

    L'itinerario di Pantalica


    4. Chiesa del Crocifisso




    Mappa (clicca qui)

    Guadiamo il fiume - difficilmente senza bagnarci - e si inizia la prima ascesa. Incontrerete nuovamente la presenza dell'uomo in una delle tre chiese rupestri: La Chiesa del Crocifisso.

    Le grotte nel corso dei secoli hanno cambiato la loro destinazione d'uso. Fu così che nel periodo bizantino alcune di queste si trasformarono in vere e proprie chiese rupestri, con vani presbiteriali, absidi e affreschi. Lungo il percorso è possibile incontrare tre piccole cappelle medievali scavate nella roccia.

    La Chiesa del Crocifisso, vicino alla Necropoli Nord è forse la più danneggiata, ma conserva ancora resti di affreschi bizantini sulle pareti e vani preposti al culto.

    Proseguendo ancora ci ritroviamo all'uscita del sentiero sulla Strada Regionale (SR11), non è altro che uno degli ingressi, quello di Pantalica Ovest.⤏

    L'itinerario di Pantalica


    5. Anaktoron




    Mappa (clicca qui)

    Questo tratto nonostante ci porti a camminare per un pezzo sull'asfalto non ci nasconde sorprese e le cavità della Necropoli della Cavetta.

    Sull'angolo del secondo tornante sarà quindi possibile riprendere il sentiero che seppur un po' tortuoso ci porterà sull'altopiano dove si trova l'Anaktoron.

    ll cosiddetto Anaktoron o palazzo principesco, situato vicino alla cima della collina, è l'unico edificio, costruito in tecnica megalitica peraltro, che giunge a noi oggi, poiché sembra che il resto delle abitazioni e costruzioni fosse costituito essernzialmente di materiale deperibile (legno, paglia, fango).

    Si trova in cima alla collina ed è un edificio a più stanze di grandi blocchi con varie sale rettangolari scavate nel XIX secolo da Paolo Orsi. Le sue origini sono oscure, Il pensiero di alcuni archeologi originariamente era un edificio della tarda età del bronzo ispirato agli edifici dell'età del bronzo (micenea). Fu un edificio certamente utilizzato nel periodo bizantino come attestano le tegole e le ceramiche.

    Poiché non sono state trovate altre case preistoriche sulla collina, piuttosto erosa, la posizione dei quartieri preistorici originali rimane incerta.

    Potrebbero esserci stati vari gruppi di abitazioni associate a ciascuna delle principali zone di sepoltura. I resti di un grande fossato difensivo tagliato nel calcare sono chiaramente visibili lungo la sella di Filiporto (sul lato occidentale del promontorio, più vicino a Ferla e raggiungibile anche in auto).

    Le caratteristiche costruttive e le ceramiche rinvenute lo collocano tra la fine del V e l'inizio del IV secolo a.C., rappresenta un'opera difensiva di progettazione militare greca, probabilmente in linea con la politica di Dionisio di Siracusa, progettata per proteggere i siti alleati nell'entroterra. ⤏

    L'itinerario di Pantalica


    6. Chiesa di San Nicolicchio




    Mappa (clicca qui)

    Scendiamo sulla stessa via percorsa per raggiungere l'Anaktoron ma non perdiamo l'occasione di una breve deviazione per osservare la Chiesa di San Nicolicchio e la sua vista mozzafiato.

    la Chiesa di San Nicolicchio (qui sopra) e la Chiesa di San Micidario a Filiporto, conservano molto più chiaramente la loro struttura interna, e anch'esse hanno ancora, seppur deboli le tracce di affreschi importantissimi che attestano la presenza di piccole comunità monastiche, già votate al culto di Santi in epoca bizantina.

    Sono ancora visibili in questa Chiesa le rappresentazioni di Sant'Elena e Santo Stefano.

    Tornando sulla nostra via principale abbiamo la possibilità di dirigerci direttamente verso la Valle dell'Anapo, oppure allungare il nostro percorso verso la Sella di Filiporto per visitare la Chiesa di San Micidiario. ⤏

    L'itinerario di Pantalica


    7. Chiesa di San Micidiario e Sella di Filiporto




    Mappa (clicca qui)

    Si può proseguire verso la zona della Necropoli e il fossato di Filiporto mantendo la destra.

    Ci ritroveremo in un'altra zona alveolare di cavità tombali, riassegnate ad abitazioni in epoca bizantina per concludere l'esplorazione di questa zona con la visita al fossato e alla ben strutturata Chiesa di San Micidiario.

    Torniamo indietro sullo stesso sentiero e quindi imbocchiamo il sentiero a destra per raggiungere l'Anapo. ⤏

    L'itinerario di Pantalica


    Valle dell'Anapo e la vecchia ferrovia




    Mappa (clicca qui)

    Continua questa nostra seconda discesa verso il fiume Anapo.

    Il fiume Anapo, il principale tra i numerosi corsi d'acqua perenni negli Iblei, è uno dei più lunghi in Sicilia. Parte dal Monte Lauro e, scorrendo verso est, sfocia nel grande porto di Siracusa.

    A causa delle sue caratteristiche geo-morfologiche e dell'orientamento generale la valle dell'Anapo cambia parecchio la sua conformazione lungo il tratto del suo intero sviluppo.

    Lungo il percorso si rimane incantati dalla bellezza di questo posto. La roccia, la natura, l'uomo e l'acqua, hanno generato un connubio di splendore immenso e quasi ultraterreno. Non resta che immergersi con tutti i sensi in questo paradiso.

    Ci ritroviamo su un sentiero di terra battuta che ha sostituito la vecchia via ferroviaria. Ascoltiamo il fiume che vi scorre accanto e proseguendo alla nostra sinistra incontreremo il casolare di una vecchia fermata se siamo scesi da Filiporto.

    Proseguendo su questa via della ex ferrovia possiamo decidere di andare sempre dritti, o sulla destra, verso il bosco, dove presto incontreremo un ponte che attraversa il fiume per ricollegarci al nostro viale "ferroviario".



    Il nostro percorso da qui si snoda verso il ritorno: incontreremo un altro guado da attraversare e, proseguendo, attraversiamo una galleria, dopo la quale deviamo a destra per ammirare un tratto dell'antico acquedotto greco "Galermi" che ancora oggi porta l'acqua a Siracusa.

    Più avanti, prima della seconda galleria, deviamo per riprendere il sentiero naturalistico sulla sinistra lasciandoci alle spalle la vecchia via ferroviaria. Man mano risaliremo il colle per ritrovarci alle spalle del nostro punto di partenza, il Parcheggio del lato Sortino.

    La nostra avventura si conclude così, vi abbiamo proposto uno dei sentieri più completi e affascinanti, che abbraccia il più possibile tutte le emergenze che ci regala questo angolo ancestrale, ma i sentieri alternativi sono tanti e percorribili in base agli interesse e alle esigenze di ognuno.

    Citazioni su Pantalica e la Valle dell'Anapo


    Arrivammo a Pantalica, l'antichissima Hybla, ci arrampicammo su per sentieri di capre, entrammo nelle tombe della necropoli, nelle grotte-abitazioni, nei santuari scavati nelle ripide pareti della roccia a picco sulle acque dell'Anapo. Il vecchio parlava sempre, mi raccontava la sua vita, la fanciullezza e la giovinezza passate in quel luogo. Mi diceva di erbe e di animali, dei serpenti dell'Anapo, e di un enorme serpente, la biddina, fantastico drago, che pochi hanno visto, che fàscina e ingoia uomini, asini, pecore, capre.
    (Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica, 1988)


    Da te un ombra si scioglie
    che par morta la mia
    se pure al moto oscilla
    o rompe fresca acqua azzurrina
    in riva all'Anapo, a cui torno stasera
    che mi spinse marzo lunare
    già d'erbe ricco e d'ali.
    Non solo ombra vivo,
    chè terra e sole e dolce dono d'acqua
    t'ha fatto nuova ogni fronda,
    mentr'io mi piego e secco
    e sul mio viso tocco la tua scorza. Da te un ombra si scioglie che par morta la mia...

    (Salvatore Quasimodo - Albero)


    C'è sempre un' ombra che appare dietro una pietra di rovina tra un carrubo e una colonna sterrata. C'è sempre una voce che parla e che vuole raccontare, dire ecco il mondo è stato tutto questo, fermati ascoltalo non durerà per molto anzi, vedi, è già scomparso.
    ( V.Consolo, Le Pietre di Pantalica)
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    Palazzo Arezzo di Donnafugata




       

    Perchè visitarlo: bel palazzo in stile neoclassico che occupa una buona parte della via e conserva importanti opere d'arte.

    Da non perdere: il piccolo teatro, ancora oggi in attività con rassegne musicali e teatrali.



      





    Visita in occasione di eventi, tour e rassegne.

    Bus 35, 16, 11 (clicca per l'itinerario)

    Il Palazzo




    Sullo stesso lato del Circolo di Conversazione e ad occupare l'intera via che conduce da piazza Duomo alla piazzetta successiva, Piazza Pola, è l'imponente Palazzo Arezzo di Donnafugata, una massiccia costruzione dal color verde pistacchio, scandita in basso da portoni in legno e in altro da balconi. Nove balconi per l'esattezza con timpano triangolare e fascia marcapiano.

    Gli esterni della facciata sono in stile neoclassico, interrotti da una “gelosia” in legno, un balconcino coperto che ricorda l’architettura di quelli di Malta e che dava l'occasione alle dame o agli invitati di "spiare" la strada e chi passeggiava nel corso senza farsi vedere. Il palazzo è famoso per il magnifico androne con doppio colonnato e la bella scala in marmo che conduce al festoso salone. Questo si allaccia alle innumerevoli stanze ancora arricchite da oggetti d'arte e mobili antichi; altresì un luogo rilevante per la collezione di quadri raccolta per volere di Corrado Arezzo de Spucches, deputato al Parlamento Siciliano nel 1848.

    La maggior parte dei quadri hanno tematiche sacre, famosissimo e prezioso è il quadro che rappresenta la "Madonna con Bambino" attribuito a Salvo d’Antonio o, secondo altri, ad Antonello Da Messina. Seguono poi tele di Hans Memling e Guerci, maioliche giapponesi, una collezione di ceramiche di Caltagirone e molti altri oggetti di grande valore artistico.

    Fonte: http://www.terraiblea.it/arezzo-donnafugata.html

    Il Teatro




    Inserito nel prestigioso contesto del Palazzo Donnafugata si trova il Teatro di Donnafugata. Con i suoi 100 posti è uno tra i più piccoli teatri europei insignito del premio Eurispes tra "Le cento eccellenze italiane" nel 2006, rappresentando l'unico teatro di Ragusa.

    I lavori dei restauro di questo piccolo teatro iniziarono nel 1997 e finirono nel 2004 su iniziativa dell'Avvocato Scucces proprietario e membro della famiglia.

    Caratteristica principale del teatro è la perfetta acustica. L'avv. Scucces ama dire con un sorriso pieno di soddisfazione ed emozione che “nel suo teatro i microfoni sono assolutamente vietati!”. Le sale adiacenti sono state tutte restaurate e allestite in modo che possano essere utilizzate per ospitare convegni e conferenze.

    Dalla data di ultimazione del restauro il Donnafugata funziona regolarmente come teatro aperto al pubblico pur mantenendo la sua gestione privata affidata da sempre alla proprietà del teatro stesso.

    Fonti: rivista "Ragusa Sottosopra" (del Comune di Ragusa) n.5 del 10/10/2011(autori: Giuseppe Arezzo e Don Giuseppe Antoci).

    https://www.teatrodonnafugata.it/it/storia
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    Fontana Aretusa




       

    Perchè visitarla: Da qui in poi Aretusa, con la sua fonte, è uno dei personaggi mitologici più conosciuti al mondo , nonchè il simbolo della città di Siracusa.

    Aretusa è stata cantata da poeti come Pindaro, Mosco, Ovidio, Virgilio, D’Annunzio; raccontata dagli storici Timeo, Pausania, Diodoro Siculo, Strabone, Cicerone; raffigurata nelle monete dagli incisori siracusani Cimone ed Eveneto.

    Da non perdere: Il papiro di Siracusa unico posto in europa dove nasce spontanea
      





    Visita 00.00-0000 7/7

    €2 Ingresso . Ridotto €X.

    Bus XXXXXX

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    Gli Esterni




    Elementi di spicco della facciata: la grandiosa facciata barocca costruita dall’architetto siracusano Andrea Palma (1728), al posto di quella antica normanna distrutta durante il terremoto del 1693.

    Al palermitano Ignazio Marabitti appartengono le due statue marmoree in basso di S.Pietro e S.Paolo e quelle calcaree della Madonna nella nicchia centrale , Santa Lucia e San Marciano rispettivamente ai lati destra e sinistra.

    Spledide le Colonne tortili in stile Rococò.

    Gli interni




    ..la ninfa Aretusa, il cui nome, dal greco, significa “la virtuosa”. Aretusa era sacra ad Artemide, la dea della caccia e a lei aveva fatto voto di castità.

    Racconta il mito che in un giorno molto caldo, la ninfa si trovava in un bosco di Grecia.

    Stanca e accaldata decide di fare il bagno in un fiume dalle acque fresche e invitanti.

    Aretusa si spoglia dei suoi veli e comincia a nuotare nelle acque del fiume.

    Un giovane cacciatore di nome Alfeo, semidio figlio di Oceano, si trova a passare nelle vicinanze e, incuriosito dai rumori, si avvicina e … rimane incantato dalla bellezza della ninfa. ⤏

    Citazioni sulla Fontana Aretusa


    Una fonte incredibilmente grande, brulicante di pesci, e così situata che le onde del mare la sommergerebbero se non fosse protetta da un massiccio muro di pietra
    (CICERONE 106 a.C.–43a.C. (nelle Verrine))


    Ogni volta che a Olimpia si celebrava un sacrificio – si diceva –, le acque della fonte Aretusa si macchiavano di rosso; e se a Olimpia si gettava una coppa nel fiume Alfeo, questa riemergeva nelle acque del mare di Siracusa.
    (Strabone 60a.C.-24d.C.)


    Orazio Nelson rimase incantato dalla fonte, e quando sostò a Siracusa nel giugno del 1798, prima di affrontare Napoleone ad Abukir scrisse:
    Grazie ai vostri sforzi noi ci siamo riforniti di viveri ed acqua, e sicuramente avendo attinto alla Fonte Aretusa, la vittoria non ci può mancare

    (Orazio Nelson 1758-1805)
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    Fontana Aretusa




       

    Perchè visitarla: Da qui in poi Aretusa, con la sua fonte, è uno dei personaggi mitologici più conosciuti al mondo , nonchè il simbolo della città di Siracusa.

    Aretusa è stata cantata da poeti come Pindaro, Mosco, Ovidio, Virgilio, D’Annunzio; raccontata dagli storici Timeo, Pausania, Diodoro Siculo, Strabone, Cicerone; raffigurata nelle monete dagli incisori siracusani Cimone ed Eveneto.

    Da non perdere: Il papiro di Siracusa unico posto in europa dove nasce spontanea
      





    Visita 00.00-0000 7/7

    €2 Ingresso . Ridotto €X.

    Bus XXXXXX

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    Gli Esterni




    Elementi di spicco della facciata: la grandiosa facciata barocca costruita dall’architetto siracusano Andrea Palma (1728), al posto di quella antica normanna distrutta durante il terremoto del 1693.

    Al palermitano Ignazio Marabitti appartengono le due statue marmoree in basso di S.Pietro e S.Paolo e quelle calcaree della Madonna nella nicchia centrale , Santa Lucia e San Marciano rispettivamente ai lati destra e sinistra.

    Spledide le Colonne tortili in stile Rococò.

    Gli interni




    ..la ninfa Aretusa, il cui nome, dal greco, significa “la virtuosa”. Aretusa era sacra ad Artemide, la dea della caccia e a lei aveva fatto voto di castità.

    Racconta il mito che in un giorno molto caldo, la ninfa si trovava in un bosco di Grecia.

    Stanca e accaldata decide di fare il bagno in un fiume dalle acque fresche e invitanti.

    Aretusa si spoglia dei suoi veli e comincia a nuotare nelle acque del fiume.

    Un giovane cacciatore di nome Alfeo, semidio figlio di Oceano, si trova a passare nelle vicinanze e, incuriosito dai rumori, si avvicina e … rimane incantato dalla bellezza della ninfa. ⤏

    Citazioni sulla Fontana Aretusa


    Una fonte incredibilmente grande, brulicante di pesci, e così situata che le onde del mare la sommergerebbero se non fosse protetta da un massiccio muro di pietra
    (CICERONE 106 a.C.–43a.C. (nelle Verrine))


    Ogni volta che a Olimpia si celebrava un sacrificio – si diceva –, le acque della fonte Aretusa si macchiavano di rosso; e se a Olimpia si gettava una coppa nel fiume Alfeo, questa riemergeva nelle acque del mare di Siracusa.
    (Strabone 60a.C.-24d.C.)


    Orazio Nelson rimase incantato dalla fonte, e quando sostò a Siracusa nel giugno del 1798, prima di affrontare Napoleone ad Abukir scrisse:
    Grazie ai vostri sforzi noi ci siamo riforniti di viveri ed acqua, e sicuramente avendo attinto alla Fonte Aretusa, la vittoria non ci può mancare

    (Orazio Nelson 1758-1805)
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    Chiesa di S.Nicolò l'Arena




       

    Perchè visitarla: Le dimensioni maestose della chiesa e la sua facciata incompiuta, suscitano un immenso stupore a chiunque si stagli di fronte ad osservarla.

    Situata sul punto più alto della città di Catania, si trova al centro di Piazza Dante, dove detiene il primato di edificio di culto più grande e alto di Sicilia, con i suoi 66 metri d'altezza e 105 di larghezza.

    Da qui, sarà possibile salire i 141 gradini della scala a chiocciola su fino alla cupola, da dove si ammira a nord l'Etna e a sud fino a Siracusa.

    Da non perdere: L'antico organo a canne di Donato Del Piano e la meridiana astronomica.
      





    Visita 09:00-18:30 7/7

    Ingresso alla chiesa: Gratuito .

    Accesso al camminamento della cupola: 2€

    Bus : 504M - Fermata più vicina in Via Vittorio Emanuele:830-902-

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    La Storia della Chiesa



    Il primo tempio eretto nel 1578 dai Benedettini a Catania venne titolato "Sancti Nicolai de Arenis", letteralmente San Nicola dell'Arena, poi traslitterato nell'attuale denominazione, e prende spunto dalla devozione dei monaci a San Nicola di Bari e dalla terra chiamata rena rossa, ovvero sabbia rossa che caratterizzò il primo complesso monastico eretto a Nicolosi da cui provenivano i monaci, risultato dell'ustione ad elevate temperature della terra.

    Nel 1669 la struttura soffrì dell'eruzione etnea che colpì il versante occidentale della città, penetrando dalle porte civiche e colpendone i bastioni.

    La chiesa venne costruita a breve distanza dal limite della colata a partire dal 1687 dall'architetto romano Giovanni Battista Contini, il progetto rivela gli intenti funzionali e celebrativi dell'ordine.

    Da un lato, infatti, l'enorme superficie occupata dall'edificio religioso doveva servire ad accogliere quanti più fedeli possibili durante le feste religiose; dall'altro, la grandezza e la monumentalità del tempio dovevano evidenziare la potenza e la ricchezza raggiunte dal cenobio catanese.

    L'esempio a cui ispirarsi per concretizzare tutte queste premesse era la Basilica di San Pietro a  Roma anche perché il suo architetto aveva studiato proprio lì.

    Nel 1693 la fabbrica venne interrotta dal violento sisma che colpì la Sicilia sud-orientale e per quasi trent’anni il cenobio rimase senza chiesa principale; gli argenti e gli ori della chiesa vanno dispersi, ma una parte delle reliquie, dei codici, dei diplomi e dei libri è tratta in salvo e con essa la tradizione.

    Dal 1730 in poi, collaborarono alla ripresa del cantiere: Andrea e Antonio Amato, Francesco Battaglia, Carmelo Battaglia, Santangelo e Stefano Ittar a cui si deve l'innalzamento della grande cupola nel 1780.

    Nel 1767 è inaugurato il monumentale e solenne organo a canne di Donato Del Piano, molti viaggiatori ebbero la possibilità di sentirlo suonare tra cui Goethe.

    Nel 1776 nel mese di settembre, cadendo la festa del Santo Chiodo, la chiesa è inaugurata con eccezionale fasto.

    Le dimensioni del tempio erano enormi: il tronco maggiore lungo 105 metri e largo 39, i tronchi minori lunghi 48 metri e larghi 15.

    Nel 1841 nel pavimento davanti l’altare maggiore viene incassata la maestosa meridiana di Cristiano Peters e Wolfgang Sartorius.

    Gli Esterni




    La facciata su piazza Dante fu cominciata su progetto di Carmelo Battaglia Santangelo nel 1775. Il progetto, un ibrido tra il tardo barocco siciliano e il più lineare neoclassicismo che trova sempre più largo consenso anche nell’élite isolana, appare piuttosto freddo.

    Le sue le otto poderose colonne libere scandiscono la facciata, i tre grandi portali con le finestre balaustrate soprastanti e il timpano centrale, tutto elaborato in una scala grandiosa che non ha eguali in città e che si adegua alle dimensioni altrettanto grandiose della stessa chiesa.

    Confiscata dal governo unitario nel 1866, la facciata rimase incompiuta.

    I riferimenti alla basilica vaticana sono ben riconoscibili sia nei pilastri che reggono le navate con le paraste corinzie e i cornicioni plasticamente rilevati che nelle finestre, riecheggiano motivi prettamente romani.

    I maestosi interni




    Fabbricato con pianta a croce latina a tre navate con transetto e cupola all’incrocio dei bracci, con cappelle laterali sulle absidi del transetto, ed un coro sopraelevato molto profondo accoglie gli stalli dei monaci.

    Le navate divise da grandi arcate, con tutte le volte poste alla stessa altezza, con la luce forte e diffusa, proveniente dalle alte finestre, sui lati e in facciata, e ulteriormente accentuata dall’alta cupola, che permette di abbracciare con uno sguardo l’intera superficie della chiesa fino all’altare maggiore, con le sole cappelle laterali poco più in ombra, a suggerire una spazialità e monumentalità maggiori.

    A dare maggior luce alla zona dell’altare è poi la grandiosa cupola dell’Ittar, imponente struttura che domina la città ed è alta all’interno 62 metri.

    Le cappelle laterali sono tutte rivestite di marmi pregiati e di esse, infatti, si occuparono con particolare attenzione i monaci e gli abati del convento, che non solo fecero arrivare marmi da tutta Italia, ma anche per le pale d’altare si rivolsero a pittori non siciliani, o comunque attivi a Roma.

    La realizzazione dei manufatti delle cappelle rivela una profusione di materiali nobili che spaziano dal libeccio di Trapani, alabastro cotognino, alabastro di Fiumicino, alabastro di Roma, calcare alabastrino di Malta, calcare alabastrino di Palermo, giallo di Siena, verde di Calabria, marmo tessalico, bianco di Carrara, marmo di Taormina, marmo di Billiemi, verde antico, diaspro nero paragone, bardiglio di Genova, rosso di Francia, fondata di brullia di Francia, morgatello di Spagna, giallo di Castronuovo di Sicilia, pietre di varie tinte di Taormina, marmo portasanta, saravezza di Genova, pinsevera di Genova, marmo nero di Portovenere.

    Oltre i celebri architetti e argentieri, sono chiamati ad abbellire il tempio i più famosi pittori del barocco romano e delle correnti affini.

    Le opere più belle della navata sinistra






    -Prima Campata: Cappella di Sant'Andrea. Il Martirio di Sant'Andrea, tela di Ferdinando Boudard.

    Sant'Andrea uno dei dodici apostoli, viene rappresentato in questa tela mentre subisce la tribolazione legato ad una corda su di una croce posizionata ad X, proprio come Cristo, colpevole di aver predicato la fede ed esaltato il mistero della Croce. Il tutto è incorniciato da pilastri in marmo di Portosanta, la base è in giallo di Castronovo di Sicilia e la cornice del dipinto in morgatello di Spagna.



    -Seconda Campata: Cappella di Sant'Euplio. Calviasiano giudica il diacono Euplio, dipinto di Bernardino Nocchi del 1802.

    Sant'Euplio, co-patrono della città di Catania, è qui raffigurato durante il processo che lo accusava di onorare i Vangeli Cristiani, banditi dal Console romano Calvisiano nel 304 a.C. Sulla sinistra, il santo indossa una tunica rossa e si volge al Governatore mostrandogli una pagina del vangelo con la mano destra, mentre con la sinistra è legato al soldato in basso a destra.



    -Terza Campata: Cappella di S.Agata. Il Martirio di S. Agata , tela settecentesca di Mariano Rossi.

    Il monumentale incorniciato è interamente decorato con marmi bianchi e rossi di Verona, maestose colonne in verde di Calabria esaltano la tela raffigurante Sant'Agata, patrona di Catania mentre subisce il taglio dei seni, una scena drammatica enfatizzata dalla figura della madre con la fanciulla sulla destra che tenta di coprisi il volto. La cappella è famosa anche per avere ospitato la regia del film "I vicerè", di Federico De Roberto nel 2007.



    -La Cappella dedicata a San Benedetto da Norcia: al centro San Benedetto, tela di Antonio Cavallucci, a sinistra San Benedetto nel deserto del stesso Cavallucci, e a destra San Germano e San Benedetto di Niccolò La Piccola.

    L'ambiente è decorato da preziosi marmi che spaziano dal libeccio trapanese agli altorilievi del bianco di Carrara con cui sono scolpiti in altorilievo i simboli della Regola di San Benedetto, rispettivamente la mitra, il bastone abbaziale, le verghe fiorite e due coppie di palme incrociate, simbolo di immortalità dell'anima.

    Il dipinto centrale rappresenta l'incontro di S. Benedetto con i due patrizi romani che diffonderanno l'ordine monastico in Sicilia.



    -La Cappella della Natività: La Natività di Stefano Tofanelli.

    Una gradinata in marmo nero di Taormina conduce alla Cappella decorata in stile corinzio, ad ornare il tutto il dipinto che raffigura la Natività di Gesù nell'ambientazione di una grotta , con al centro la Madonna e il bambino, San Giuseppe, due animali e dei pastori che rendono omaggio alla venuta di Cristo, il cane in basso a destra rappresenta la fedeltà dell'uomo verso Dio.



    -La Cappella del SS. Sacramento: a sinistra La liberazione di un giovane schiavo da parte di S. Nicola di Stefano Tofanelli, a destra S. Nicola rifiuta la nomina a vescovo di Myra di Giuseppe Cades.

    La cappella presenta all'interno di un baldacchino, la statua del Cristo benedicente, il tutto adorno di marmi antichi, tra cui il giallo di Siena e marmo di Taormina. Il primo dipinto a sinistra presenta in alto il Santo sospeso a mezz'aria che tiene per la chioma un servo, con lo scopo di restituirgli la libertà. Il secondo a destra, raffigura il vescovo di Myra che porge a S. Nicola la mitra, dall'alto un angelo disceso ne impedisce la nomina, indicando il cielo a significato che lui è già stato nominato da Dio.

    La opere più belle della navata destra






    -Prima Campata: Cappella di San Gregorio. S. Gregorio invia Sant'Agostino in Inghilterra per convertire il popolo, tela di Vincenzo Camuccini.

    La tela qui presente, è contornata da una struttura monumentale di stile corinzio, la cui cornice è realizzata in marmo giallo di Castronovo, proveniente dalle Cave della Sicilia Occidentale. La pala rappresenta sulla destra, San Gregorio Magno vestito in abiti papali e ai suoi piedi, tre monaci benedettini in ginocchio che ricevono la lettera che li farà promotori dell'Evangelizzazione nel resto del Nord-Europa.



    -Seconda Campata: Cappella di San Giovanni. Decollazione del Battista, dipinto di Stefano Tofanelli.

    L'intera cornice del dipinto in morgatello di Spagna, accentua il carattere drammatico e divino della condanna di S. Giovanni, colui che battezzò il figlio di Dio. Egli viene raffigurato con i polsi legati dietro la schiena e vestito di rosso, simbolo del martirio imminente, da dietro il boia si prepara alla decapitazione, mentre una luce divina permane dall'alto per accogliere la sua anima nel Regno dei Cieli.



    -Terza Campata: Cappella di San Giuseppe. San Giuseppe che contempla il Bambin Gesù, tela di Mariano Rossi.

    Questa Cappella dedicata a San Giuseppe, presenta sul paliotto dell'altare uno splendido bassorilievo in marmo che rappresenta il momento della Fuga In Egitto scolpito da Gian Battista Marino, del 1776. Il tema della fuga e poi ripreso nella tela posta sopra, raffigurante S. Giuseppe che contempla Gesù appena nato, sulla sinistra un angelo tiene un giglio e altri puttini osservano curiosi la scena.



    -Cappella di San Nicola di Bari: L'Istituzione dell'Ordine dei Benedettini tela settecentesca di Mariano Rossi.

    La suddetta cappella è dedicata al Santo titolare dei Benedettini, qui in orgine risiedeva il trittico di S. Nicola, opera di Niccolò La Piccola che fu distrutto dai bombardamenti del secondo dopo guerra e che venne sostituito con l'attuale tela dedicata al momento storico dell'Istituzione dei Benedettini.

    Al centro della Cappella si può notare la statua emersa dalle macerie del terremoto del 1693 che raffigura San Benedetto, scolpita da Giovanni Lombardelli nel 1646.



    -Cappella di S. Placido: Il Martirio di San Placido, tela settecentesca di Placido Campolo.

    Il monumento appare dall'aspetto fragile per via infiltrazioni che negli anni ne hanno staccato i bellissimi marmi, in bianco di Carrara e bardiglio di Genova. La tela posta tra le due colonne, raffigura l'episodio dell'invasione dei vandali che durante il 571 giunsero a Messina e trucidarono San Placido insieme a 30 monaci presenti nel monastero, scena drammatica esaltata dalla luce tenue e cupa.



    -Cappella del SS. Crocifisso: Crocifisso in legno del 700' di Giuseppe Orlando.

    Volgendosi alla Cappella si può notare come sia i gradini d'accesso che le colonne binate siano realizzate con un antico marmo siriano, mentre le lastre del frontone sono in giallo di Siena. Al centro spicca il magnifico crocifisso in verde scuro, mentre per la figura del Cristo sono stati usati colori più cupi, lo sfondo serve infatti a far emergere il soggetto.

    La sacrestia ed il Sacrato




    Dal lato sinistro del transetto si accede alla sacrestia, opera di Francesco Battaglia, e al Sacrario dei Caduti, ricavato in alcuni locali dietro l’abside maggiore e sotto alcune aule del monastero.

    Il sacrario ospita le lapidi a ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale ed è ornato dagli affreschi di Alessandro Abate, fortemente degradati a causa dell’umidità, mentre la sacrestia, con gli stalli lignei settecenteschi e gli affreschi di Giovan Battista Piparo comunica col chiostro orientale da cui prende luce.

    L'area del presbiterio e il prezioso organo a canne




    Il basamento del grandioso altare versus Deum forma con la figura dell’organo, della cantoria e dell’articolato baldacchino ligneo, una quinta scenica spettacolare. Il manufatto rivestito di pietre dure presenta numerosi inserti metallici patinati in oro o argento, realizzazioni dell’orafo romano Vincenzo Belli.

    Imponente troneggia il grande altare maggiore, che con la sua cantoria, l'articolato baldacchino ligneo e il coro in noce destinato ai presbiteri, incornicia il grande Organo di Donato del Piano del 1767.

    Lo strumento presenta 2.378 canne in legno e lega di stagno, sei mantici, cinque tastiere e settantadue registri che permette di venir suonato contemporaneamente da tre organisti.

    Tesori da scoprire: la meridiana




    Avvicinandosi all'altare, il turista potrà notare la famosa meridiana realizzata per volere dei monaci benedettini nel 1841 dai costruttori Wolfagang Sartorius e Christian Peters.

    La sua realizzazione fu il risultato degli studi di astronomia che vennero condotti durante il periodo illuminista e oltre, che portò alla creazione di altri orologi solari in Sicilia.

    La meridiana misura 40 metri, ed è situata tra i bracci del transetto attraversando le navate da parte a parte.

    Sulla lastra marmorea sono segnate le ore, i giorni e i mesi, nonché i segni zodiacali e varie iscrizioni che forniscono notizie sull'opera, sui suoi ideatori, sull'interpretazione corretta di tutti i dati, sui rapporti tra le varie unità di misura in uso al tempo.

    Il suo funzionamento è legato al foro gnomonico praticato sulla cupola, che genera un raggio circolare luminoso in grado di scorrere sulla retta nera presente ad indicare il mezzogiorno, man mano spostandosi segna poi il giorno e il mese indicato dal segno zodiacale.

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    Teatro Romano e Odeon




       

    Perchè visitarlo: Occupa il fianco meridionale della collina di Montevergine e si identifica con il Teatro in cui Alcibiade tenne il leggendario discorso agli abitanti di Katane per convincerli ad allearsi con Atene contro Siracusa.

    Il teatro fu costruito probabilmente nell'area già occupata da un teatro ellenistico e poi ebbe in età Augustea la sua prima sistemazione come Teatro Romano. Raggiunse il suo assetto definitivo nel secondo secolo dopo Cristo e tra la fine del III e la prima metà del IV secolo dopo Cristo fu restaurato.

    Da non perdere: Le collezioni: l’Antiquarium regionale in Casa Pandolfo (del '700); casa Liberti e casa dell’Androne.



      





    Visita 09.00-17.00 da lunedì a sabato; 9-13 domenica

    €6 Ingresso . Ridotto €3.

    Bus 2-5, 534, 632, 642, 927, D

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    Le origini




    Tale struttura fu già identificata negli anni tra il 1884 e il 1919 e attribuita a un teatro greco di V-IV secolo a.C.

    Le fasi più antiche testimoniano la presenza di un edificio teatrale costruito con grossi blocchi di pietra arenaria con lettere in greco in cui era incisa la sigla KAT in pianta trapezoidale, interpretata come abbreviazione di Katane, antico nome della città greca.

    Ebbe in età augustea la sua prima sistemazione monumentale come Teatro Romano. Raggiunse il suo assetto definitivo nel II secolo d. C. e tra la fine del III e la prima metà del IV secolo d. C. fu restaurato.

    Il teatro poteva contenere secondo degli studi fino a 7000 spettatori.

    Descrizione del Teatro




    La caratteristica forma circolare del teatro si adatta in parte alle pendici del colle Montevergine su gradoni in calcare, la media e la summa cavea invece sono sostenute da poderose mura attraversate da due ambulacri collegati tra loro da scale.

    Di fronte alla scena si estendeva un largo palcoscenico la cui facciata movimentata da piccole nicchie rivestite in marmo erano decorate da statue e coronate da una cornice in marmo con motivi vegetali stilizzati.

    Lateralmente si aprivano tre porte attraverso cui gli attori giungevano sul palcoscenico.

    L'orchestra conserva il pavimento marmoreo il cui disegno è dato da grandi cerchi inscritti dentro quadrati. Fu restaurato già in antico con lastre di marmo bianco.

    Scoperta e recupero del teatro



    [Sopra il Teatro negli anni '30, prima dei lavori di sbancamento]

    Nel XVIII secolo il principe di Biscari eseguì scavi per liberare le strutture antiche che col trascorrere del tempo erano state coperte da case e recuperò elementi della decorazione della scena che portò nel suo museo.

    Dopo un lungo periodo di abbandono e disinteresse iniziarono poderose operazioni di espropriazione e impegnativi lavori di demolizione delle strutture moderne e di restauro di quelle antiche.

    La parte più consistente di tali lavori è stata eseguita tra il 1950 ed il 1970 ed ha portato al recupero della cavea e di gran parte degli ambulacri.

    Nel 1919 fu scoperto al di sotto dell'orchestra un poderoso muro inteso come elemento strutturale di un più antico teatro greco a struttura trapezoidale.

    La ricostruzione in 3D



    Ricostruzione virtuale operata attraverso le ricerche dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibam Cnr)


    Attraverso gli studi e le tecniche interdisciplinari che fondono la ricerca archeologica alle tecnologie più avanzate, l'IBAM ha ottenuto una ricostruzione del teatro il più possibile fedele tenendo conto di molti aspetti che risultano conformi e verosimili alle informazioni che i resti del teatro e dell'odeon possono darci.

    Sopra il video della presunta ricostruzione, che riporta in loco i reperti di pregio che si possono ammirare nell'Antiquarium: basi di colonne, statue e preziosi inserti marmorei.

    L'Odeon




    Ad ovest del Teatro Romano all'interno dell'area demaniale si trova il piccolo teatro o Odeon.

    La costruzione, anche questa di forma semicircolare, aveva una capienza di circa 1500 spettatori.

    Oltre che per spettacoli di danza e musicali, probabilmente era utilizzato anche per le prove degli spettacoli che si tenevano poi a teatro.

    L’edificio, chiamato anche teatro minore o fratello minore del teatro, era destinato a un pubblico più ristretto e sfruttato anche per riunioni e assemblee.

    Fu anch’esso soffocato dalle abitazioni e a differenza del teatro era fornito di copertura.



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    Foro Romano




       

    Perchè visitarlo: Completamente inabissato nei meandri dei palazzi più antichi, doveva trattarsi dello storico Forum che caratterizzava il polo commerciale cittadino non lontano dallo storico mercato.



    Da non perdere: Nelle vicinanze la pescheria di Catania, tutte le mattine riempie di folclore e tradizione il cuore della città.



      

    Il Foro Romano




    Gli antichi resti del Foro romano si trovano all’interno del Cortile di San Pantaleone a Catania.

    Questo presunto Forum si presentava come una serie di diversi edifici probabilmente magazzini e negozi, circondanti un'ampia area centrale che costituiva il "foro" vero e proprio.

    Ai tempi del principe Ignazio Paternò Castello (XVIII secolo) il pianterreno risultava essere sepolto, mentre il secondo piano (cinque metri più in alto) era diventato residenza per molti popolani e i lati ridotti a due soltanto (quelli a sud e ad est) uniti ad angolo retto.

    Nel 500 quest’area presentava otto ambienti con copertura a volta a sud e altri quattro a nord, questi ultimi perduti con la creazione di Via del Corso, attuale via Vittorio Emanuele II.

    Oggi del presunto foro rimangono soltanto un paio di ambienti attigui visibili a sud, con ingresso architravato sormontato da una apertura ad arco molto simile nell'aspetto ai magazzini del Foro Traianeo, oltre alle aperture ad arco semplice.

    Della struttura a est rimangono i resti di una parete in opus reticulatum appartenenti ad uno dei magazzini.

    Balneum di Piazza Dante




       

    Perchè visitarlo: Rispetto agli altri impianti termali della città qui ci troviamo di fronte a un balneum cioè una struttura termale privata.



    Da non perdere: Oltre ad essere di fronte allo straordinario complesso monastico del Benedettini, nelle vicinanze si trovano anche le Terme della Rotonda.



      

    Il balneum di Piazza Dante




    Il balneum si contraddistingue dalla thermae per essere considerato un impianto termale privato, cioè legato a una domus, anche se il termine di "privato" non impediva l'accesso al pubblico sotto il pagamento di una tariffa, una sorta di rendita per il proprietario.

    Il balneum, inoltre, si caratterizza per non avere un impianto canonico, più tipico delle terme, proprio perché sorgendo all'interno di un agglomerato urbano, doveva adattarsi agli spazi circostanti.

    Le mura che ancora oggi rimangono di questo balneum appartenevano a una domus privata, una “casa a peristilio” cioè costituita da stanze che affacciano su un cortile centrale per mezzo di un portico colonnato.

    Sul lato occidentale rimangono ancora le basi di alcune stanze quadrate alle quali si andavano probabilmente ad aggiungere altre stanze delle quali rimangono solo poche tracce di muro.

    Al centro si estendeva il balneum, cioè il complesso termale, e vi erano quattro ambienti riscaldati attraverso l’ipocausto cioè un pavimento rialzato per mezzo delle colonnine sotto il quale c’era il passaggio per l’aria calda.








    Visita 24/24 7/7

    Il Foro Romano si trova nel cortile San Pantaleone. Non è accessibile se non dietro prenotazione contattando il personale del Teatro Romano.

    Il Balneum di Piazza Dante è accessibile gratuitamente

    Bus per Cortile San Pantaleone 2-5, 534, 632, 642, 927, D

    Bus per Piazza Dante 431R, 448, 534, 726, 744, D

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    Anfiteatro Romano



       

    Perchè visitarlo: Si tratta di uno dei più grandi anfiteatri di Sicilia e uno dei maggiori della penisola italiana.



    Da non perdere: Oltre le Chiese e le strutture attorno di prestigio barocco, la vicina Fera o' Luni, mercato storico dove trovare cibo e articoli di ogni genere.





      





    Dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 13.00 // dalle 14.30 alle 18.00. Chiuso lunedì.

    Ingresso gratuito.

    Bus 2-5, 523, 534, BRT1, D.

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    Descrizione




    Di forma ellittica con un altezza di circa 31 metri e una serie di 52 grandi arcate, presentava due porte di accesso principali per i gladiatori e altre entrate minori per le belve feroci.

    La tribuna era separata dall’arena per la sicurezza del pubblico da un muro alto 2 metri rivestito in marmi pregiati ancora visibili.

    Per raggiungerla si attraversavano numerosi corridoi dotati di scale d’accesso. La datazione, secondo l’analisi della tecnica costruttiva, risale a circa metà del II secolo d.C.

    Per la sua costruzione fu adottata la stessa tecnica impiegata nei maggiori edifici di età imperiale: un resistentissimo opus coementicium e il muro centrale della muratura contenuto nei paramenti in blocchi squadrati di pietra lavica.



    La storia e il recupero




    L’ anfiteatro catanese, costruito nei primi secoli dell’impero, era l’edificio più grandioso dell'architettura civica romana dove i cittadini assistevano alle lotte gladiatorie e alle venationes (spettacoli fra uomini e animali feroci).

    Poteva contenere 15000 spettatori seduti e quasi il doppio considerando l’aggiunta di impalcature lignee per i posti in piedi.

    Definito dallo stesso Biscari: “il testimonio più grande dell’antica catanese grandezza”, fu abbellito da rivestimenti in marmo e da colonnati, come indicano alcune lastre ancora in loco nel muro del podio, e il bassorilievo raffigurante un cavallo incorniciato da un piccolo fregio a motivi floreali e dai numerosi frammenti di colonne rinvenuti.

    I suoi ruderi, visibili sotto Piazza Stesicoro, si estendono in senso nord/sud ed est/ovest, e corrono sotto la chiesa di san Biagio e gli altri edifici laterali.

    Le rovine furono utilizzate come cava di blocchi per la costruzione di edifici cittadini fin dall’età bizantina, poi in epoca normanna e anche sotto Calvo V. Fu sfruttata e occultata fino alla realizzazione di Piazza Stesicoro.

    Oggi sopravvive solo la parte inferiore dell’arena che rimase del tutto interrata fino al XVIII secolo, quando il principe di Biscari promosse i primi scavi per la sua liberazione.



    La ricostruzione in 3D e il virtual tour




    Attraverso gli studi e le tecniche interdisciplinari che fondono la ricerca archeologica alle tecnologie più avanzate, l'IBAM ha ottenuto una ricostruzione dell’anfiteatro il più possibile fedele tenendo conto di molti aspetti che risultano conformi e verosimili alle informazioni che i resti dell'anfiteatro possono darci.

    All’interno del teatro è altresì possibile esplorare - attraverso l’utilizzo di speciali occhiali 3D - la ricostruzione dell’anfiteatro attorno a noi mentre ci troviamo nell’arena.

    Un vero e proprio virtual tour che ci porta dov'è impossibile vedere naturalmente ciò che la città moderna ha sovrastato.

    Possiamo quindi immaginarci in una Catania romana, questo monumentale e antico "stadio" dove sedeva il pubblico, le gallerie attraverso le quali ci si dirigeva per i vari settori e l'arena dentro la quale si lottava per la vita.

    Il video di sopra che contestualizza la ricostruzione del teatro in un’ambientazione storica della città etnea in epoca imperiale è realizzato da Catania Living Lab.



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    Chiesa e Monastero di Santa Chiara




       

    Perchè visitarla: Fu qui che il Verga ambientò le vicende di "Storia di una Capinera": tra la chiesa e il monastero, la clausura viveva nel cuore della città tra quiete e solitudine, sbirciando l'affollato mondo a un passo là fuori.



    Da non perdere: I negozi d'artigianato tipico della città e poi andando verso il centro la casa di Verga e quella del Bellini attraversando Piazza Mazzini.
      





    Visita 11.30 domenica e festivi (nel corso delle funzioni) dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 20.00

    Ingresso gratuito.

    Bus 534, 632, 642, 744, 902, 927, D

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    La Chiesa




    Questa chiesa parrocchiale di Santa Chiara costruita nella seconda metà del 1700 su progetto di Girolamo Palazzotto, sulla preesistente antica chiesetta di San Lorenzo del XII secolo, appartiene alle Clarisse volgarmente chiamate anche delle monache “viscuttara” per la specialità dei biscotti che confezionavano per i bambini più poveri a forma di lettere affinché potessero imparare l’alfabeto.

    Tutto lo stile esterno è di un barocco moderato con una grande cupola ottagonale munita di finestre con gelosie, passerelle interne e sedili per il passeggio e la ricreazione delle suore.

    Durante il periodo bellico 1940-1943 tra la cupola ed il tetto dalle autorità militari venne sistemata la sirena d'allarme che avvertiva i cittadini di correre nei rifugi antiaerei.

    Per tale motivo la Chiesa fu presa di mira dalle fortezze volanti nemiche ed una bomba colpì la Canonica, il vecchio parlatoio delle Clarisse risparmiando per fortuna la chiesa, anche se in parte rimasero danneggiati il prospetto, il coro delle suore e distrutto l'organo.

    40 anni dopo nel 1973 per opera della soprintendenza ai monumenti fu rifatto a nuovo tutto il tetto con copertura per intero di legname di castagno e grossi travi opera artigianale di grande valore eseguita da Patanè Alfio da Riposto.

    Gli interni




    Il vestibolo è separato dal corpo della chiesa da una grande bussola in legno prezioso detto volgarmente pescepane e con vetrate smerigliate. La volta del vestibolo è arricchita di Stucchi dell'epoca.

    Varcata la soglia della bussola si ammira l'artistico pavimento in marmo policromo di Giovan Battista Marino ultimato nell'anno 1766.

    A destra del visitatore si trova l'altare dedicato all'Immacolata con l'artistica pala di Olivio Sozzi restaurata nel dopoguerra questo quadro preesisteva nella chiesetta di San Lorenzo demolita dal terremoto del 1693.

    Subito dopo si nota l'organo a canne costruito nel 1971 da Giuseppe Ruffatti da Padova tale organo offerto al parroco Pergolizzi in occasione delle sue nozze d'argento sacerdotali ed inaugurato il 12 agosto Festa di Santa Chiara dello stesso anno.

    Prezioso è l'altare maggiore ricco di marmo giallo decorato con colonne a pilastrini di marmo verde Alpino e due statue raffiguranti a destra San Francesco d'Assisi e a sinistra Santa Chiara.

    La volta della chiesa è a pancia di botte poggiate sulle mezze lune delle sei finestre.

    Al centro un grandioso affresco di Francesco Sozzi figlio che illustra il trionfo di Santa Chiara con le 3 virtù teologali: fede speranza carità che sovrastano sulla peccatrice Eva che tiene in mano la Mela Proibita e gli angeli ribelli in atto di precipitare negli abissi. L'opera è del 1766.

    Sotto le finestre luce stanno le pareti e ancora altre finestre munite di gelosie da dove le suore seguivano le funzioni liturgiche che si celebravano in chiesa.

    Le Clarisse e il Monastero




    "Le vergini indossando ruvido e pungente sacco cinte di rude corda e martoriate da aspre penitenze vivevano in altissima povertà accattando il vitto per il loro sostentamento dispensando il più ai poverelli e ricevendo altresì sotto la loro speciale cura gli infermi gli orfani e sofferenti."

    Così il sacerdote Pietro Novacco rievocava la vita che le suore del II° Ordine Francescano sotto la rigida regola di Santa Chiara conducevano al tempo della loro prima apparizione nella città di Catania che risale niente meno a circa 7 secoli e mezzo fa.

    Le Clarisse infatti vennero a Catania chiamate dal benedettino Gualtiero Palear, 31esimo vescovo di Catania.

    Fu proprio lui che concesse il primo reclusorio sulla collina che poi appunto prese il nome "Montevergine".

    Nel 1562 fu fondato un secondo monastero per volere del barone Oxina figlio di Pietro Paternò Colonna, che non essendo nati i figli dal suo matrimonio, volle che con i suoi beni si fondasse un monastero di donne vergini col titolo e sotto la regola di Santa Chiara.

    Fino alla fine del 1500 ancora non compariva il monastero di Santa Chiara pre terremoto come tale ma solo la chiesa di San Lorenzo affidata appunto alle Clarisse.

    Le religiose vivevano ancora in case adattate a convento di clausura, occupavano un intero isolato, si distribuivano attorno ad una corte interna adibita a chiostro.

    Le Monache di Santa Chiara venivano accolte in due case o luoghi monastici. Una accoglieva donne fino alla data del matrimonio, ragazze orfane o esposte al pericolo a causa della povertà; l'altra ricoverava donne che facevano penitenza e cercavano rifugio anche spirituale in questa casa.

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    Badia di Sant'Agata




       

    Perchè visitarla: Uno dei capolavori barocchi risorto per primo dopo il devastante terremoto del 1693, imperdibile gioiello catanese parte del patrimonio Unesco.

    Da non perdere: La spettacolare vista dalla cupola, forse la migliore, su tutta la città.





      





    Visita: martedi 9.30-12.30 da mercoledi a sabato 9.30-12.30 / 15.30-17.30 domenica 9.30-12.30 / 19.00-20.30 lunedi CHIUSO

    € 5.00 Visita al Coro Grande, Terrazze e Cupola.
    Ingresso gratuito all'Aula Liturgica.

    Bus 2-5, 429, 523, 534, 632, 927

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    La Chiesa




    Fin dal Medioevo, la monacazione per incentivare l’ingresso e garantirsi la continuità era gratuita.

    La giovane Isabella Cicala decide per devozione e vita spirituale, di fondare un nuovo Monastero a Catania.

    Nell'attesa del disbrigo delle varie pratiche la giovane entra nell'ordine delle monache Benedettine e quindi poi il monastero con il consenso del Vescovo prenderà il nome di Sant'Agata sotto la regola di San Benedetto.

    La chiesa e il Monastero erano ancora in costruzione quando tutto fu completamente distrutto dal terremoto del 1693.

    L'edificio a noi oggi visibile è un maestoso e repentino lavoro monumentale di ricostruzione della Badia a opera dell'architetto Giovan Battista Vaccarini.

    La facciata si caratterizza per le grandiose gelosie, il profilo concavo della facciata e la balaustra che sovrasta il tutto.

    Gli interni




    Il pavimento della chiesa è decorato con disegni in marmo bardiglio di Genova su marmo bianco di Carrara; i 5 altari sono rivestiti dal marmo giallo di Castronovo, il tutto rifinito da candido stucco.

    Gli altari, dedicati a Sant'Agata, l'Immacolata, San Giuseppe, San Benedetto, sono decorati da statue in stucco; mentre i 9 busti posti sul coronamento sono in pietra di Siracusa.

    Lo straordinario lampadario centrale segna con la sua presenza il centro dello spazio architettonico restaurato in situ.

    Ai lati dell'altare le finestrelle per la somministrazione della eucaristia per le monache mentre nella cappella del Crocifisso si vede la grata delle professioni delle monache e il tabernacolo a muro girevole.

    Il lavoro di Vaccarini




    Dalle rovine del terribile terremoto del 1693 le monache sopravvissute riuscirono a far recuperare solo qualche statua e il portale marmoreo opera degli abilissimi marmorari messinesi Giovanni Maria e il figlio Antonio Amato, completato già nel 1683.

    Il Vaccarini intraprende la costruzione della chiesa ispirandosi anche nelle dimensioni alla romana Sant'Agnese in Agone.

    La donazione di 4000 scudi lasciati da Giuseppe Moncada doterà il monastero di un arioso chiostro con ampio giardino quadripartito ornato al centro da una fontana.

    Questa chiesa fu quella ad avere la prima vera cupola della "Catania Risorta" ed è considerata l’opera più conosciuta e più rappresentativa del Vaccarini, che purtroppo però a causa della morte non riuscì a portare a termine i lavori.

    Si dice che lasciò il salario del suo lavoro al monastero per la devozione che aveva per Sant'Agata.

    La cupola




    Aperta al pubblico dal 2015, l'accesso alla cupola e alla terrazza balaustrata a quaranta metri d'altezza riporta il visitatore a uno dei luoghi di clausura delle monache.

    Infatti queste potevano assistere o dalle gelosie o dall'alto di questa terrazza alle celebrazioni della Santa e ad altri eventi che colorivano la città nel corso dell'anno.

    Il fascino dell'intera città, dei monumenti storici più importanti e dei colori del paesaggio si godono a pieno su questo punto che abbraccia a tutto tondo i panorami dell'Etna da un lato e del mare dall'altro.

    I momenti migliori per salirvi sono la sera e durante il tramonto.
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    Fontana di Sant'Agata




       

    Perchè visitarla: La fontana di Sant’Agata, quasi nascosta nelle mura di via Dusmet, sotto l’Arcivescovado, si trova di fronte agli archi della marina del viadotto ferroviario.

    I catanesi la chiamano semplicemente ‘a funtanella. Secondo la tradizione popolare venne costruita a ricordo del punto da cui era partito il corpo di Sant’Agata quando, intorno all’ XI secolo, fu trasportato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli. Venne realizzata nel 1621.



    Da non perdere: Il vicino mercato storico del pesce, le trattorie tipiche attorno, la rosticceria catanese.
      





    Visita 24/24 - 7/7

    Ingresso libero.

    Bus 2-5, 429, 523, 632, 927.

     

    La storia della fontana




    Passeggiando per via Cardinale Dusmet, costeggiando i bastioni della città edificati all’epoca di Carlo V, si scorge la fontana di Sant’Agata, difesa da una cancellata in ferro battuto poco distante da Porta Uzeda.

    Si tratta - seppur piccola e in un punto di transito - di uno dei monumenti più datati e tradizionalmente importanti per il “devoto” catanese.

    Il monumento è datato al 1621 e non è un caso che il punto scelto sia proprio questo angolo ai piedi delle mura dell’ex palazzo del seminario arcivescovile.

    Sembra infatti trattarsi del luogo in cui accadde uno degli avvenimenti più bui per la Santa e i suoi devoti: nel 1040 vennero infatti trafugate e trasferite a Costantinopoli le venerate spoglie di Sant’Agata per mano di Giorgio Maniace.

    Tornarono finalmente più di un secolo dopo, nel 1126, grazie all’impresa di due guardie imperiali bizantine: Gisilberto e Goselmo.

    Il ritorno delle spoglie custodite nella cappella S. Giorgio - in quello che oggi è il duomo - fu celebrato con la massima gioia da parte degli abitanti.

    Durante la processione nei primi giorni di febbraio per celebrazione della Santa, questo luogo costituisce una sosta fondamentale, che ricorda il luogo della dipartita delle venerate spoglie.

    Il monumento che tutt’oggi possiamo ammirare, fu uno dei pochi a non dannneggiarsi a causa del terremoto del 1693.

    Presenta il busto della Santa in alto, sotto al quale un’iscrizione ne celebra la costruzione, la datazione e la committenza. In basso un pilastro regge la vasca a forma di conchiglia.
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    Piazza Stesicoro




       

    Perchè visitarla: Piazza Stesicoro è una delle più frequentate piazze del centro storico di Catania, essa e’ al centro tra l’ Anfiteatro romano la Chiesa di Sant’Agata alla Fornace e diversi palazzi di pregio. Ogni anno, proprio da Piazza Stesicoro, e precisamente dalla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace, il 3 febbraio hanno inizio i festeggiamenti religiosi per la Patrona della città Sant'Agata.

    Da non perdere: il tipico mercato della “Fera o’ Luni” (la Fiera del lunedì , secondo l'interpretazione popolare), storico mercato cittadino aperto tutte le mattine durante la settimana.
      





    Visita 00.00-0000 7/7

    Bus AMT 433-429-2-5 , Alibus

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    L'origine storica del nome




    Dedicata al poeta greco Stesicoro, considerato dagli antichi come l’Omero della lirica corale, il primo grande poeta della Magna Grecia.

    Stesicoro, il poeta dei miti, era un citaredo ( citara è il nome greco della cetra), declamava, cioè, le sue opere accompagnandosi con la cetra.

    La particolarità della sua poesia è data dall'interesse per la psicologia dei personaggi: egli si sofferma spesso sui pensieri dei protagonisti, rallentando l'azione ma accentuando la drammaticità degli eventi.

    Questo metodo particolare gli attirò una stima incondizionata da parte dei poeti a lui contemporanei e non solo.

    Era ritenuto il primo poeta della Magna Grecia che allora, insieme alla Sicilia, dopo un lungo periodo di colonizzazione, stava raggiungendo una grande prosperità economica e un grande splendore di civiltà, e che era destinata a dare un notevole contributo alla poesia e al pensiero ellenico.

    E' certa la sua presenza in Sicilia e la tradizione riferisce che prese parte alla lotta politica opponendosi a Falaride, tiranno di Agrigento.

    Lotta durante la qule fu sconfitto e costretto dal tiranno a fuggire.

    Trovò asilo politico a Catania, dove morì per mano del brigante Nicànore.

    La tradizione vuole che in questa città fosse stato eretto in suo onore un grande sepolcro a pianta ottagonale, in quanto otto erano le opere a lui attribuite

    La struttura della piazza




    Situata su via Etnea, la piazza presenta una forma di tipo rettangolare. È delimitata a nord dal palazzo Tezzano  e dal palazzo del Toscano, ad est dal palazzo Beneventano e da un palazzo di fine anni cinquanta che ospita il Banco di Sicilia. Ad ovest si trova la chiesa di San Biagio ( meglio conosciuta coeme Sant’Agata alla Fornace) e dal Palazzo della Borsa, costruzione di epoca fascista.

    L'anfiteatro romano




    Nell'ala ovest della piazza si conserva, a circa dieci metri al di sotto del livello stradale, una porzione dell’anfiteatro romano, riportato alla luce nei primi anni del Novecento.

    Si presuppone che il grandioso monumento romano, secondo per grandezza solo al Colosseo, avrebbe dovuto avere una circonferenza esterna di circa 300 metri, oggi quasi totalmente coperto dalle moderne costruzioni.

    Nel 1943, durante il bombardamento degli Alleati che ridusse parte della città in cumuli di macerie, la struttura venne adoperata a mo' di rifugio.

    La statua di Vincenzo Bellini




    Nell'ala est, è collocata la statua commemorativa dedicata a Vincenzo Bellini.

    Il monumento, realizzato dallo scultore Giulio Monteverde, su commissione del comune di Catania, fu inaugurato il 21 settembre del 1882.

    L'opera è stata voluta in posizione “strategica”, in quanto durante i giorni di festa dedicati alla patrona della città di Catania (Sant’Agata) proprio quando il fercolo si trova in questa Piazza, lo stesso Vincenzo Bellini sembra volgere lo sguardo verso la Santa, quasi ad omaggiarla.

    Si narra infatti che lo stesso compositore catanese, durante la sua giovinezza, fosse molto devoto a Sant'Agata.

    Il monumento, completamente in marmo bianco, ha base quadrata ed è alto quindici metri.

    Sul basamento a forma di  parallelepipedo poggiano sette gradini, ad indicare le note musicali, che salgono a tronco di piramide. Alla sommità della scala sopra la colonna a forma quadrata è posta una statua di Vincenzo Bellini seduto su di una sedia.

    Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue come allegoria delle sue 4 opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata.
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    Il Giardino Bellini




       

    Perchè visitarlo: la "Villa" così chiamata dai catanesi, si estende in forma allungata del tipo trapezoidale, ed il perimetro è chiuso in gran parte da ringhiere, alcune in ghisa artisticamente decorate.

    Un ampio viale a tripla corsia delimitato da filari di alberi, costeggia quasi per intero La Villa e due collinette separate da un grande piazzale centrale movimentano il percorso, arricchito da sentieri e vialetti.

    All'interno La villa è provvista di numerosi elementi architettonici quali vasche, fontane, statue e numerosi busti di insigni personalità catanesi.

    Da non perdere: una delle fresche bibite al tipico chiosco catanese, tra le più tipiche: seltz limone e sale, mandarino al limone o tamarindo.
      





    Visita 06.00-22.00 7/7

    Ingresso libero

    Bus 2-5, 421, 429, 534, 744, ALIBUS

    La Storia




    Nel 1719 Ignazio Paternò Castello, Principe di Biscari ottenne un terreno sulla tenuta del S. Salvatore e creò un giardino di "verzura" con piante di agrumi.

    L'antico giardino dei Biscari, privato e pubblico al tempo stesso, divenne subito il più importante punto di incontro della città in quanto espressione della cultura illuminata del principe.

    Il giardino fu costituito da gallerie sotterranee per questo fu definito anche "il labirinto".

    L'adattamento a Giardino Pubblico non fu rapido soprattutto per ostacoli e problemi relativi alle restrizioni economiche imposte dal governo Borbonico.

    Fu solo nel 1858 che le spese per la trasformazione vennero autorizzate. I lavori furono completati nel 1883 e l'intero giardino fu consegnato nelle mani della cittadinanza la quale lo identificò come un luogo di ritrovo abituale e di lunghe e sane passeggiate.

    Nel totale di una superficie di circa 72.000 mq il Giardino fu inaugurato e aperto al pubblico il 6 gennaio del 1883, intitolandolo al grande musicista catanese Vincenzo Bellini.

    Durante il periodo post bellico è stato utilizzato come accampamento militare.

    Giardino zoologico e Villa mondana




    Saverio Fiducia descriveva il giardino come una villa pubblica che riecheggiava la moda del tempo in sintonia con gli aulici modelli delle grandi capitali europee: candelabri e statue decorative provenienti da Parigi, il palco della musica con merletti tipici dello stile moresco di Siviglia e dei patios dell'Alhambra; boulevard ad anello, punteggiato da due filari di platini, articolato in 3 viali riservati uno ai pedoni, l'altro per le amazzoni e i cavalieri e infine uno per le carrozze illuminato dalle prime lampade ad arco.

    Dentro nacque anche un giardino zoologico dove i pavoni erano animali domestici, liberi di girare tra gli altri abitanti del giardino, i cigni sguazzavano nella grande fontana, mentre nelle altre vasche c’erano trampolieri e pellicani e grandi voliere ospitavano pennuti di ogni specie.

    Nel 1873 vennero acquistate 5 scimmie la cui progenie è stata una delle attrazioni più popolari del giardino per quasi tutto il 900.

    Ma di particolare rilievo e ricchezza fu la donazione alla città da parte di un circo di passaggio di un elefante ribattezzato Toni è adottato dalla cittadinanza che poi però purtroppo morì negli anni 80.

    La storia racconta anche nel nel 1890 l'imperatore d'Etiopia Menelik II in segno di amicizia inviò in dono al re d'Italia Umberto I un piccolo elefante.

    Il sovrano a sua volta regalò il pachiderma alla città di Catania perché nel suo stemma teneva appunto un elefante.

    L'elefante giunse in treno a Catania nella prima metà di giugno, sfilò seguito dalla folla per le vie della città fino al giardino Bellini dove fu per pochi mesi motivo di curiosità. Morì prima dello scadere dell'anno purtroppo a causa del non adeguato habitat e fu imbalsamato e sistemato nel salone dell'Istituto di zoologia dell'università di Catania dove si trova ancora oggi.

    Negli anni 20 in primavera avevano luogo festeggiamenti floreali con la sfilata di carrozze, automobili e carri interamente decorati da fiori.

    Un luogo amato dai cittadini




    La villa nella mente del catanese e il luogo della fanciullezza dell'oasi in cui rifugiarsi durante la calura estiva, il luogo dove meditare o passare il tempo a leggere.

    Ma non solo, La villa è anche il luogo dei primi amori delle coppiette abbracciate su panchine appartate e accompagnati dal delizioso fruscio dell’acqua delle fontane, il luogo dove andare quando si marina la scuola o si dà un appuntamento a un caro amico.

    La villa come racconta la memoria di un catanese, negli anni sessanta era un luogo da cui emanava una magia esotica, patria per il divertimento dei bambini che potevano correre in lungo e in largo.

    La domenica si andava alla villa per ascoltare nel Palco della Musica, brani dell’opera di Bellini: La Norma, La Sonnambula, I Capuleti e i Montecchi, rinfrescati da “acqua e zammù” tipica bibita catanese di acqua con anice, venduta dai chioschi o comprare un rametto di erba secca con incastonati dei fiori di gelsomino per sentire il profumo mentre si passeggia o affittare una bicicletta o la macchinetta a pedali, o far sedere i bambini dentro un piccolo calesse e un pony che lo tira per far fare un giro del piazzale.
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    Via Umberto e lo stile liberty a Catania




       

    Perchè visitarlo: Nei primi anni del ‘900 Catania fu un punto di incontro per architetti ed artisti provenienti da ogni dove, che qui, in un periodo di grande espansione urbanistica, crearono alcune delle vie e dei palazzi liberty più belli d’Italia con sinuosi motivi decorativi floreali, venature delicate, linee curve e morbide e intrecci di viticci tratti distintivi dello stile Liberty.

    Da non perdere: Gli sciroppi artigianali brevettati dalle famiglie di “bibitari” degustabili nei chioschi in stile Liberty disseminati per la citta’.





    Bus AMT 2-5-421-534-628N-927, Alibus

    Il liberty catanese




    Anche Catania, come molte altre città in quegli anni, ebbe nel 1907 ebbe la sua esposizione in stile Liberty con decorazioni artistiche riconducibili ai moduli estetici dell’Art Nouveau.

    Il liberty a Catania racchiude diverse sensibilità artistiche del periodo che va tra fine 800 e inizi 900, tra eclettismo, stilo floreale e decó, ma anche antiaccademico. Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici vittoriani.

    Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti

    Gli architetti del liberty a Catania




    Il Liberty catanese risente dell’influenza del famoso architetto palermitano Ernesto Basile che realizzò Villa Manganelli, un esempio architettonico di notevole pregio dall’aspetto di castello regale. La villa, infatti, si presenta come un misto fra un castello severo e una villa nobiliare.

    Il prospetto principale, a cui si accede attraverso una scalinata monumentale, è costituito da un corpo centrale aggettante e dalle torrette angolari.

    Il cornicione di coronamento è ornato da merli, il piano terra è decorato da bugne in pietra arenaria bianca.

    L’edificio è stato uno dei set del celebre film “ Il Gattopoardo” di Luchino Visconti.

    Tra i massimi rappresentanti dello stile Liberty a Catania ricordiamo: Francesco Fichera, architetto basiliano ma indipendente nel gusto e nelle soluzioni creative.

    Paolo Lanzerotti si distacca dagli altri architetti liberty perché non ama lo stile floreale.

    Tommaso Malerba ha realizzato i palazzi più eleganti di via Umberto e viale Regina Margherita.

    Tra gli altri poi Giovanni Severino, Luciano Nicolosi e Salvatore Giuffrida.

    Infine il milanese Carlo Sada che fu anche il progettista del Teatro Massimo Bellini, che diede un notevole contributo al patrimonio artistico e architettonico di Catania.

    Palazzo Pancari Ferreri




    Progettato da Carlo Sada tra il 1881 e il 1900 in Via Etnea, 363 angolo via Umberto I.

    L' autore adotta soluzioni in uso nelle case d’affitto milanesi come la corte interna, aperta solo su di un lato, e le anticamere di disimpegno delle stanze, raggruppate intorno alle scale principali e di servizio.

    Agli inizi del Novecento il Barone Pancari acquista l’edificio ed affida allo stesso Sada il compito di apportare delle modifiche sulla scala principale, sul salone dell’appartamento del primo piano, sui soffitti a volta e sull’ arredamento dell’appartamento del piano nobile.

    Per quanto riguarda l'esterno, sulla facciata possiamo ammirare archi intrecciati, bassorilievi e varie decorazioni ricercate ma non particolarmente sfarzose.

    Una delle pecche del recente restauro è tuttavia il taglio di due balaustre in pietra, che forse hanno scelto di togliere per far spazio alle vetrine

    Il cinema Diana




    Sito in Via Umberto 13, fu Progettato dall’architetto Paolo Lanzerotti tra il 1924 e il 1925.

    L’edificio si sviluppa su due livelli ed è impostato su un basamento lavico.

    La facciata presenta un primo ordine architravato caratterizzato da pilastri compositi, mentre il secondo ordine è scandito da colonne ioniche ed è caratterizzato dal motivo della finestra tripartita sormontata da un timpano triangolare.

    Alla fine del Novecento l’edificio perde la sua originaria destinazione d’uso divenendo un esercizio commerciale.

    I chioschi




    Dell’architettura liberty catanese fanno parte “i chioschi”, luoghi unici della capitale etnea.

    Sia di giorno che di notte, il “ciosco”, oggi è un “must” della vita dei catanesi, che trova origine nei venditori di bevande, che dissetavano gli abitanti della città nell’Ottocento con fresca acqua e anice.

    Nel tempo l’attività ambulante si è trasformata. Sono sorte, dunque, diverse postazioni fisse, come dei piccoli gazebi con una tipica forma esagonale, dislocate in molte piazze della Catania antica e moderna.

    Le famiglie di “bibitari”o“cioscari”( da “ciosco”), hanno “brevettato” ognuna i loro sapori, con sciroppi di preparazione artigianale.

    Correva l’anno 1949 quando nacque la prima bevanda firmata Giammona: acqua e zammù. Una bevanda di poche lire, a base di anice.

    Ci si incontrava al “chiosco” un luogo di ritrovo per gli uomini di tutte le età e per poche, pochissime donne.

    Hanno sfidato le mode dei tempi, mantenendo la forma architettonica cilindrica con un layout stile liberty, intramontabile.

    Fermarsi al chiosco di giorno o di notte, dove poter bere una bibita fresca e frizzantina, scambiando quattro chiacchiere, è ormai un rito irrinunciabile per i siciliani ed un modo autentico di vivere la sicilianità per i turisti

    I chioschi non sono solo luoghi dove fermarsi per dissetarsi, ma sono parte integrante della città di Catania una vera e propria filosofia di vita.

    Caratterizzati da piani di marmo perennemente umidi, i rumori di tazzine e bicchieri che tintinnano e lo sfiato del tipico sifone da seltz, o l’apri e chiudi della “tenaglia” per spremere i limoni.

    Una scenografia unica fatta di limoni, arance, barattoli colmi di frutta fresca e bottiglie di sciroppi colorati con piccole finestre su più lati sia d’estate che d’inverno, per dissetare catanesi e turisti, soprattutto nelle giornate più calde, quelle dell’estate catanese in cui le temperature non perdonano.
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    Il Monastero dei Benedettini




       

    Perchè visitarlo: al rigore neoclassico dei corpi architettonici settecenteschi si contrappone lo sfarzoso e carnevalesco tardo barocco dei prospetti principali. Dall’eclettismo del coffe house si può scendere nei sotterranei cinquecenteschi, in passato utilizzati dai monaci come magazzini delle derrate alimentari, per scoprire i mosaici delle abitazioni romane. Un magnifico esempio di integrazione architettonica tra epoche diverse e gioiello siciliano dichiarato dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità.

    Il monastero diventa sede dell’universita’ dal 1977

    Da non perdere: Il Chiostro di Levante e di Ponente, il Giardino sul tetto e la Biblioteca Civica Ursino-Recupero che conserva la preziosa Bibbia miniata del Cavallini.
      





    Visita 08.00-20:00 6/7

    Ingresso al monastero Gratuito .

    Visita guidata a cura dell'AssociazioneOfficine Culturali:
    -8,00 € Intero
    -5,00 € min. 20 persone, Over 65, Tesserati FAI, Tesserati Touring Club Italiano, Tesserati Italia Nostra; Soci ICOM (International Council of Museums), Tesserati Società Dante Alighieri.*
    -3,00 € Studenti
    -2,00 € 2,00 € Scuole dell’obbligo, Studenti dell’Università degli Studi di Catania, Minori di 18 anni, Personale Università di Catania*

    Gratuito Possessori MonasteroCard, Minori di 12 anni (accompagnati da adulti), accompagnatori scolaresche (max 2 per 25 alunni)


    Ingresso alle Biblioteche Riunite "Civica e Ursino-Recupero": 3,00€

    Bus 503-902

    ☞ Aggiornamento Orari qui  

    La storia del monastero



    L'intrigante storia del monastero benedettino di San Nicolò L' Arena a Catania inizia nel 1558 anno in cui il Vicerè in persona, in rappresentanza del regno di Spagna di Filippo II d'Asburgo, presenziò alla posa della prima pietra nel luogo detto della Cipriana all'interno della Cinta delle antiche mura. Solo 20 anni dopo, il 9 febbraio del 1578 viene realizzato il complesso monastico più grandioso della città.

    In città il ruolo dei monaci divenne sempre più importante, possedevano infatti dignità e onori pari a quelli del vescovo con il diritto per l’abate di sedere nel parlamento siciliano, così intorno alla metà del Seicento il monastero si presenta abbellito da un giardino d'aranci e cedri, il tutto adorno da una magnificenza di marmi e statue degni del palazzo di un Imperatore.

    Ma l’edificio attuale non è quello che era possibile ammirare tra il 500 e il 600; il monastero sarà infatti destinato ad essere quasi cancellato da una doppia calamità naturale la terribile eruzione del 1669 il cui fiume di lava investirà per primo il monastero distruggendo gli alti finestroni, i Giardini esterni, le stalle, le cantine e infine la chiesa facendo crollare il tetto; soltanto 24 anni dopo ci sarà il funesto terremoto del 1693, che provocò più di 60 mila vittime distruggendo numerosi centri; si salvarono, oltre all'abate, soltanto 13 monaci; gli altri 34 fratelli perirono sotto le volte della chiesa lì dove si erano riuniti a pregare per scongiurare la calamità.

    La ricostruzione si protrasse per oltre un secolo e mezzo, ad Antonio Amato chiamato dai monaci per progettare il nuovo monastero, succedettero altri architetti: Giovan Battista Vaccarini realizzò l'antirefettorio e i due refettori, la cucina, la biblioteca, il museo e il capitolo. Francesco Battaglia progettò la armoniosa Sacrestia, il coro di notte e il ponte verso il giardino ricavato sul torrente di lava pietrificato. Alla fine del 700 Stefano Ittar realizzò la cupola e progettò il sagrato della chiesa con le esedre e i nuovi Palazzi della piazza. Carmelo Battaglia Sant' Angelo firmò il progetto della facciata e realizzò il monumentale scalone principale; l’ultimo architetto fu il catanese Mario Musumeci che nel 1841 completò I due Chiostri meridionali collocando nel primo il pittoresco coffe House.

    Il monastero dei Benedettini si presentava così come uno dei luoghi più importanti della città meta obbligata per i viaggiatori del Grand Tour e fra sette e Ottocento anche sede di rappresentanza per gli ospiti coronati o illustri che visitavano la città:lo stesso Patrick Brydone nel 1770 lo definì la Versailles Siciliana; il monastero Infatti si presentava come una vera e propria città nella città.

    Il cortile d'Ingresso



    Il monastero si presenta circondato da una sorta di cortina muraria in pietra nera, la cui sommità è cinta da una graziosa balaustrina in marmo bianco che circonda l'intero perimetro. Si accede da Piazza Dante, attraverso il grande portone monumentale centrale decorato, al grande cortile principale, dove addossate alle mura interne un tempo risiedevano le scuderie e i magazzini per le derrate alimentari, oggi sede di aule Universitarie.

    Prima di accedere all'interno del monastero, si passa su di un ponte dove al di sotto è possibile notare dei grandi lastroni in pietra lavica riconducibili al Decumanus Maximus romano emerso durante gli ultimi scavi (1990-2000). Alzando lo sguardo all'edificio non si può non notare la magnificienza delle finestre balconate in marmo bianco, interamente decorate con putti e mascheroni, il tutto scandito da paraste bugnate in contrasto con la pietra nera; alla fine del ponte l'ingresso principale incorniciato da colonne semplici ci conduce al grande Scalone Monumentale.

    Lo scalone monumentale



    Dal cortile principale ci si inoltra attraverso lo scalone monumentale diviso in due rampe, 95 Gradoni in fine marmo di Carrara, con il quale è realizzata anche la balaustra, il tutto all'interno di un ambiente impreziosito dagli Stucchi del catanese Gioacchino Gianforma con bassorilievi raffiguranti i quattro evangelisti: San Nicolò di Bari, San Benedetto, Sant'Euplio, Sant'Agata e anche il battesimo del Redentore e il martirio di San Placido.

    Lo Scalone immette negli ampi corridoi che portano le celle dei monaci, stanze con camerini e soppalchi contornate da un ingresso fregiato in pietra calcarea intagliata e con imposte spesso abbellite da pittura, proseguendo si giunge ai due Chiostri.

    Il Chiostro di Ponente



    Il Chiostro di Ponente detto anche dei "marmi, è il più antico del monastero, presenta un portico quadrato il cui perimetro è adorno da un primo ordine di colonne marmoree a tutto sesto, mentre al secondo ordine corrispondente al secondo piano, un ampia balconata con finestre e porte permette di affacciarsi dall'alto.

    Al centro spicca la grande fontana del Seicento in marmo di Carrara, la cui storia controversa la vede perduta nei secoli e ritrovata per caso nelle fogne durante lavori di manutenzione, dove fu poi recuperata, restaurata e riassemblata all'interno del Chiostro per darne degna collocazione.

    Il Chiostro di Levante



    Il Chiostro di Levante denominato "Caffè house", fu realizzato dall'architetto Musumeci in stile eclettico, la struttura al centro era proprio il luogo dove i monaci si dedicavano alla pausa caffè e alla lettura.

    La struttura è rialzata di circa 1 metro e mezzo da terra, presenta due piccole rampe d'ingresso al monumento, delle sottili colonne tortili si trovano agli angoli a contorno delle quattro aperture ogivali che caratterizzano questo gioiello, lo stile rimanda ad un misto tra il gotico fiorito e l'arabeggiante.

    Il Giardino che lo circonda presenta diverse specie naturali, tra questi un grande cipresso secolare di inizio 900'.

    Il Giardino dei Novizi



    Il Giardino dei Novizi sorge al secondo piano del Monastero dei Benedettini, detto anche "il Giardino sul tetto", questo luogo verde nasce in seguito alla volontà dei benedettini durante la colata del 1669 che distrusse parte del monastero, di alzare un muro a protezione dello stesso.

    Qui la lingua di fuoco si accumulò per 12 metri fino a giungere al secondo piano dell'edificio, ma grazie a questo intervento una piccola parte del monastero si salvò a discapito invece della Chiesa, sulla lava accumulatasi si decise in seguito di realizzarvi un giardino dove accogliere i novizi.

    Qui oggi è possibile trovare un'antica esedra per la preghiera, le cui maioiliche sono ancora visibili in terra, il tutto contornato da una ricca varietà di alberi da frutto come limoni e agrumi, insieme a piante aromatiche che ne fanno un luogo di pace e meditazione.

    Le Biblioteche Riunite "Civica A. Ursino-Recupero"



    Situate sull'Ala nord del Monastero, "Le Biblioteche Riunite "Civica A. Ursino-Recupero" nascono dalla fusione nel 1931 tra la Biblioteca Civica di Catania la Biblioteca del barone Antonio Ursino Recupero, delle Librerie di Congregazioni religiose soppresse nel 1866 e della Biblioteca -Museo Mario Rapisardi.

    I locali originali comprendono: la libreria benedettina, i locali dell'ex Museo benedettino, la "Sala Guttadauro", Il Refettorio piccolo chiamato anche "sala rotonda" e il "Corridoio dell'Elefante". Una delle più importanti aule è quella della "Sala del Vaccarini" , in nome dell'architetto che la realizzò nel 1773, riccamente affrescata nel suo soffitto e circondata da preziose librerie in mogano.

    Oggi qui vengono raccolti più di 270.000 preziosi volumi quali: incunamboli, manoscritti, pergamene, erbari, disegni, giornali, libri di storia naturale-scientifica e la famosa Bibbia miniata del 30'' dipinta a mano dal pittore e mosaicista italiano Pietro Cavallini, dichiarata una delle cinque Bibbie più belle al mondo.
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    I Quattro Canti




       

    Perchè visitarli: la loro presenza celebra l’incrocio di due delle vie più importanti di Catania: Via Etnea e Via Antonino di Sangiuliano. Tale incrocio a ogni “canto” ha sfarzosi e barocchi palazzi, emblemi della rinascita catanese e cornici dello spiazzo poligonale della città.

    Da non perdere: la zona pedonale di passeggio su via Etnea per godere di luoghi tradizionali e magari concedersi qualche acquisto tra i negozi.





    Incrocio tra Nobiltà, Storia e Religione




    I palazzi appartengono a nobili famiglie catanesi: a sud-est troviamo il palazzo di San Giuliano, dei marchesi Paternò-Castello, a nord-est il Palazzo appartenuto al Duca di Carcaci, a nord-ovest il Palazzo San Demetrio del barone Eusebio Massa e a sud-ovest il Convento di Santa Nicolella, quest'ultimo esistente già in epoca medievale.

    Inoltre, ad Est troviamo il tratto caratteristico della via Sangiuliano che si innalza ripidamente sulla collina di Montevergine, conosciuta dai catanesi come ‘acchianata di Sangiuliano (la salita di San Giuliano).

    È un punto importante per gli abitanti di Catania, poiché rappresenta uno dei momenti più coinvolgenti e sfiancanti della Festa in onore della Patrona, in quanto i fedeli devono saper percorrere questo tratto in salita, trascinando il pesante fercolo di sant'Agata.

    Si tratta di una prova di coraggio e di forza, tutto per la febbricitante fede dei devoti per la Patrona. La buona riuscita di questa faticosa impresa è di buon auspicio per il futuro e per le preghiere che cittadini e i devoti le rivolgono.

    L’iscrizione in pietra impressa in uno dei palazzi dei Quattro Canti, ci riporta invece a un fatto storico importante, si trova infatti nell’allora sede del Circolo degli operai: dal balcone di questo palazzo infatti si tenne il famoso discorso storico di Giuseppe Garibaldi, il 18 agosto 1862, culminante con “O Roma, o Morte”.

    Dal 1915 al 1935 l'area fu attraversata dai binari della tranvia che da Catania portava ad Acireale.

    Palazzo San Demetrio




       

    Perchè visitarlo: denominato anche Palazzo Massa San Demetrio è uno dei palazzi, se non forse il più bello, di tutta via Etnea.

    Da non perdere: vivere questo angolo della città e magari pernottando in una delle camere del palazzo che oggi è un b&b.





      

    Le ricostruzioni e i dettagli




    Fu ricostruito per la prima volta a una velocità strabiliante per l’epoca, subito dopo il terribile terremoto che colpì tutto il Val di Noto l’11 gennaio 1693. La committenza infatti non era comune: Eusebio Massa, barone di San Gregorio e San Demetrio era anche banchiere e uomo di spicco a Catania.

    Cominciati a meno di un mese dalla catastrofe che fece 16 mila vittime su 25 mila abitanti, i lavori si protrassero e si conclusero in meno di due anni nelle mani magistrali dell’architetto catanese Alonzo Di Benedetto, creatore anche dello straordinario Palazzo Biscari.

    Il palazzo venne distrutto il 16 aprile del 1943 a causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale, nel corso dell’ennesima distruzione della città, colpita duramente e più di tutte nel sud Italia.

    Non prevedendo sostanziali modifiche all’originario progetto, il proprietario di allora, il ragioniere Sebastiano Pavia di Francesco, ricevette ben presto il nulla osta dall’allora soprintendente dott. Armando Dillon per la riedificazione del palazzo che ebbe inizio nel gennaio del 1944. Al 1949 risale l’aggiunta di un ulteriore terzo piano che rende monumentale il prospetto.

    Oggi l’ampia facciata presenta uno dei migliori esempi di barocco dell’epoca, con tutte le tipicità che ne caratterizzano lo stile: i balconi dalle inferriate panciute; i mensoloni in pietra con i “mascheroni”, grottesche e ilare caricature degli amici del barone Massa; la bicromia - riscontrabile in molti altri monumenti del catanese - nell’elegante incontro tra pietra lavica e la pietra bianca calcarea.






    Visita 24/24 7/7

    Ingresso libero

    Bus 2-5, 523, 534, 538, 628N, BRT1

     
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    Le 11 spiagge imperdibili:


    1. Vaccarizzo

    2. Playa

    3. San Giovanni Li Cuti

    4. Aci Castello

    5. Acitrezza

    6. Capo Mulini

    7. Santa Maria La Scala

    8. Santa Tecla

    9. Pozzillo

    10. Riposto

    11. Lungomare Cottone
    Mappa statica



    Google Maps

    My MAPS: spiagge nel catanese

    Itinerari Sicilia


       

    Vaccarizzo: Lido Vacarizos CT-18,6 km
    4,2 Google

    Lido molto attivo lungo il litorale nel Comune di Vaccarizzo con tutti i comfort possibili e a prezzi davvero convenienti. Ottimi pasti, menù fisso di carne e di pesce, aperto anche a cena con occasionali eventi (tribute band e schiuma party).

    Un posto accogliente e perfetto per le coppie e le famiglie con bambini.

    Info & Booking
    +39 346 285 0572
    095 291625

    €
    Ingresso 3 €
    10/15 € per lettini e ombrellone o in base alle offerte.

    🕐 8-20 7/7 ☞ Lido Vacarizos

    🚍 Bus 538 ( 1,6 km) Guarda orari e percorsi . 


       

    La Playa: Lido Le Capannine CT-11km
    4,1 Google

    All'interno del vasto e lungo litorale sabbioso della Playa di Catania, Le Capannine è sia lido che villaggio turistico, dove oltre a poter usufruire di tutte le comodità di un lido con cabina e servizi è anche possibile soggiornare in questa piccola oasi di casette sulla spiaggia all'ombra di palme e piante tropicali. Un posto che si presta ad eventi mondani, dotato di una sala da discoteca che spesso ospita artisti e dj.

    Perfetto per i giovani e le famiglie. Comodo per anziani.

    Info & booking
    +39 095 7357235
    info@lecapannine.com

    🕐 7/7 h24 ☞ Lido Le Capannine

    €
    Ingresso € 5,00
    tesserino 12 ingressi € 50,00
    lettino singolo € 4,00
    ombrellone + 2 sdraio € 15,00
    cabina con aria condizionata € 40,00 (Divano e Cassaforte inclusi)


    🚍 Bus D ( 1,1km) Guarda orari e percorsi



       

    San Giovanni Li Cuti CT-0km
    4,1 Google

    La spiaggia di San Giovanni Li Cuti è appena dietro un vecchio porticciolo di barchette, sotto il lungomare di Catania. Il luogo dove ogni catanese va per prendersi una pausa dal caos cittadino, dove l'"avvenimento" del bagno a mare qui dura fino a dicembre. Una spiaggia a un passo dalla città. Se vuoi mescolarti tra la gente del luogo è il posto perfetto.

    Per giovani e solitari. Anche per gli anziani quando c'è il solarium in legno che agevola l'entrata in acqua.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 421, 534,935 ( 800mt) Guarda orari e percorsi


       

    Lungomare Aci Castello CT-11km
    4,4 Google

    Luogo di grande pregio ambientale, storico e geologico e una delle perle del catanese, Acicastello prende nome dall'affascinante Castello normanno a ridosso del mare. Le lave succedutesi in questi luoghi testimoniano le attività vulcaniche più antiche dell'Etna.

    La possibilità di trascorrere una giornata nelle acque rinfrescanti della costa rocciosa e poter accedere al ☞ Castello esplorando la storia di questo piccolo borgo non ha prezzo.

    Perfetto per i giovani e per chi ama lo snorkeling. Meno per gli anziani e i bambini piccoli a causa degli scogli.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 534 o Linea ACIREALE - CATANIA ( 300mt) Guarda orari e percorsi


       

    Riviera dei Ciclopi CT-11km
    4,5 Google

    Aci Trezza, frazione di Aci Castello è una baia storica di pescatori e nota ambientazione dei "Malavoglia". La Riviera, oggi, è non solo riserva marina protetta ma anche uno degli ecomusei siciliani.

    Oltre a poter godere della magica vista della baia con le sue acque, si può trovare l'occasione per un tuffo da uno dei mitici faraglioni, l'opportunità di fare snorkeling in un ecosistema ricco e protetto e trascorrere una serata mondana in uno dei locali della riviera.

    Da non perdere la visita alla piccola ☞ Isola Lachea e l'antica ☞ Casa del Nespolo, famosa per il sopracitato romanzo di Verga.

    Perfetto per i giovani e le famiglie. Meno per i bambini molto piccoli a causa degli scogli.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Bus 534 o linea ACIREALE - CATANIA ( 300mt) Guarda orari e percorsi


       

    Capo Mulini: Lido Holiday CT-14km
    4,3 Google

    All'interno del Comune di Acireale, un altro piccolo borgo legato ai vecchi Mulini prende forma sulla scogliera lavica del Mar Jonio: Capo Mulini.

    Per godere al meglio del mare il Lido Holiday ha attrezzato la sua struttura al meglio, proponendo anche corsi di diving e dotandosi di una piscina come comoda alternativa, oltre ai classici servizi di igiene e ristorazione.

    Perfetto per le famiglie e gli anziani, comoda la piscina e il solarium.

    Info & booking
    +39 380 581 3810
    lidoholidaycapomulini@gmail.com

    €
    Ingresso € 5,00 dal lunedì al venerdì
    Ingresso € 6,00 sabato e domenica
    Sdraio e ombrellone € 4,00.

    🕐 7/7 h 8.30-19:30

    🚍 Bus Linea Acireale-Catania da Catania
    Bus Linea 3 da Acireale ( 500mt) Guarda orari e percorsi


       

    Santa Maria la Scala: Spiaggia del Mulino CT-20km
    4,2 Google

    Anche questo è un borgo marinaro di Acireale. Si caratterizza per essere il litorale di fondo dello strapiombo della "Timpa" di Acireale, un altro fenomeno vulcanico che caratterizza questo versante della costa jonica per gli affascinanti basalti e che oggi costituisce la ☞ Riserva Naturale Orientata La Timpa da visitare.

    La spiaggia fatta di grossi ciottoli regala la rinfrescante corrente d'acqua dolce che si riversa in certi periodi come una cascatella sul muragliore lavico alle spalle del mare.

    Per i più sportivi è possibile dirigersi per un sentiero non poco impegnativo che risale la Timpa per raggiungere il centro di Acireale.

    Perfetto per i giovani (specialmente i più sportivi) e le famiglie. Meno per gli anziani e i bambini piccoli a causa degli scogli.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Per Santa Maria La Scala i percorsi migliori in autobus si prendono raggiungendo prima Acireale.
    BUS Linea Acireale - Catania: partenza da Piazza Papa Giovanni XXIII e capolinea in Piazza Livatino ad Acireale
    🕐 attiva dal lunedì al sabato dalle 06:30 - 20:30
    domenica NON ATTIVA
    BUS Acireale - S.M. La Scala "Zappala&Torrisi"
    🕐 Da ACIREALE per S. M. LA SCALA
    7.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 - 13.20 - 17.30 - 19.45
    Da S. M. LA SCALA per ACIREALE
    8.00^ - 10.35 - 11.35 - 13.35 - 15.05 - 19.15

    ° transita da via Provinciale
    ^ transita per Acireale Piazza Dante
    S = scolastica


       

    Santa Tecla: La Torretta Solarium e Lounge Bar CT-22km
    4,1 Google

    Lungo il litorale jonico Santa Tecla è un'altro borgo di antiche origini, prospiciente sul mare e caratterizzato come gli altri dalla presenza della "garritta di guardia" torrette costruite nel XVI secolo per contrastare le invasioni turche. Qui a Santa Tecla è ben visibile sullo scoglio dell'Apa.

    Per quanto abbiate sentito nominare innumerevoli Santi che battezzano i nomi dei luoghi, qui "Santa Tecla" sembra essere il risultato non di una Santa, ma di una storpiatura dialettale: "Sciant Tagla" che in arabo significherebbe "luogo di approdo".

    Il Solarium prende il nome dalla garritta, la "torretta", ancora oggi oggi in piedi. Una sistemazione comoda per tutti per poter immergersi in acqua comodamente dalle pedane del solarium dotato di uno spazio comune e gratuito e uno riservato dove poter usufruire dei servizi.

    Perfetto per tutti.

    Info & booking
    +39 346 306 4487

    €
    Ingresso gratuito
    ombrellone + 2 sdraio € 15,00

    🕐 7/7 h 9:00-00:30

    🚍 Per Santa Tecla i percorsi migliori in autobus si prendono raggiungendo prima Acireale.
    BUS Linea Acireale - Catania: partenza da Piazza Papa Giovanni XXIII e capolinea in Piazza Livatino ad Acireale
    🕐 attiva dal lunedì al sabato dalle 06:30 - 20:30
    domenica NON ATTIVA
    BUS Acireale - Santa Tecla "Zappala&Torrisi"
    🕐 Da ACIREALE per Santa Tecla
    6.15^ - 6.45^ S - 6.50 - 7.00^ S - 7.55 - 8.30^ - 9.55 - 12.10 - 12.45^ S - 13.20 - 13.30^ - 14.25 - 17.30^ - 19.45
    Da Santa Tecla per ACIREALE
    7.30^ - 7.35° - 8.20°S - 8.25°S - 8.35 - 10.05° - 10.35 - 12.50 - 14.05 - 14.20°S - 15.00 - 15.10° - 19.10 - 20.30

    ° transita da via Provinciale
    ^ transita per Acireale Piazza Dante
    S = scolastica


       

    Pozzillo CT-25km
    4,9 Google

    L'etimolgia di Pozzillo deriva da "Pizziddu" definibile come "piccolo pezzo di costa". Borgata marinara sorta nel XVI secolo è nota per le sorgenti d'acqua dolce sfruttate fino a venti anni fa e per essere stato protagonista di alcune scene in "Un bellissimo novembre" di Mauro Bolognini del 1969.

    Se andate a scoprire questo piccolo porticciolo sugli scogli a luglio, ricordatevi che negli ultimi due weekend del mese si tengono rispettivamente la sagra del polpo e quella del pescesada.

    Perfetto per i giovani che amano tuffarsi e le famiglie.

    🕐 7/7 h24

    🚍 Per Pozzillo i percorsi migliori in autobus si prendono raggiungendo prima Acireale.
    BUS Linea Acireale - Catania: partenza da Piazza Papa Giovanni XXIII e capolinea in Piazza Livatino ad Acireale
    🕐 attiva dal lunedì al sabato dalle 06:30 - 20:30
    domenica NON ATTIVA
    BUS Acireale - Pozzillo "Zappala&Torrisi"
    🕐 Da ACIREALE per POZZILLO
    6.15 - 6.45^ S - 6.50^ - 7.00 S - 7.55^ - 8.30 - 9.55^ - 12.10^ - 12.45^ S - 13.20^ - 13.30 - 14.25^ - 17.30^ - 19.45^
    Da POZZILLO per ACIREALE
    7.20°^ - 7.25 - 8.00°S - 8.15S - 8.25° - 9.50° - 10.25° - 12.40° -13.55° - 14.05°S - 14.50 - 14.55° - 18.50° - 20.20°

    ° transita da via Provinciale
    ^ transita per Acireale Piazza Dante
    S = scolastica


       

    Riposto CT-32km
    4,1 Google

    Definita "Il Porto dell'Etna" la città di Riposto gode di una magnifica veduta verso il maestoso vulcano. Faceva parte della Contea di Mascali ed era preposta ad essere il "Ripostiglio" ("Ripostu") dei beni che venivano smerciati via mare.

    Il fondale ricco si presta allo snorkeling. Da questa spiaggia è possibile intravedere le coste della Calabria e guardando verso nord Taormina e il borgo di Castelmola. Riposto è famosa per avere dato i natali al grande cantautore Franco Battiato.

    Oltre la spiaggetta, potrete godervi il passeggio sul lungomare fino a Torre Archirafi - piccola frazione altrettanto affascinante - o i locali e il mercato del porto vicino la spiaggia e assaggiare senza ombra di dubbio la granita, una delle specialità del luogo.

    Un luogo adatto a tutti.

    🕐 7/7 h24



       

    Lungomare Cottone: Lido Sole CT-41km
    4,2 Google

    Tra il comune di Fiumefreddo e quello di Calatabiano si sviluppa il lungomare Cottone, una spiaggia di ciottoli fini tra le fronde degli eucalipti.

    Il lido Sole, offre servizi e comodità per godere a pieno di un luogo simile, con la bellezza di stare a due passi tra la foce del fiume Fiumefreddo, il mare e la montagna fumante alle spalle.

    Per chi ha voglia di esplorare i dintorni è importante segnalare l'antico ☞ Castello di Calatabiano che merita una visita a parte, e la vicinissima ☞ Riserva Naturale del Fiume Fiumefreddo, quasi alle spalle del lido.

    Il luogo si presta a utenza di ogni tipo.

    🕐 8-20 ☞ Lido Sole
    Info & Booking +39 3297624717

    €
    cabina€ 10,00
    ombrellone € 5,00 ( 1° fila)
    ombrellone € 4,00
    sdraio € 4,00 (1° fila)
    sdraio € 3,00
    ingresso € 3,00
    🚍 BUS SPIAGGE

    Syracuse Transport

    Alcune spiagge non sono raggiunte dagli autobus o necessitano di cambi



    🚍 Per Raggiungere Vaccarizzo da Catania la linea migliore è la 538
    🕐 Guarda orari e percorsi


    🚍 Per raggiungere la Playa e qualsiasi lido il percorso migliore da Catania è prendendo la Linea D
    🕐 Guarda orari e percorsi
    .


    🚍 Per raggiungere la San Giovanni Li Cuti il percorso migliore da Catania è prendendo le linee 534 - 530 - 421.
    🕐 Guarda orari e percorsi
    .


    🚍 Per raggiungere la Aci Castello il percorso migliore da Catania è prendendo le linee 534 o con la Linea ACIREALE - CATANIA.
    🕐 Guarda orari e percorsi
    .


    🚍 Per raggiungere la Riviera dei Ciclopi il percorso migliore da Catania è prendendo le linee 534 o con la Linea ACIREALE - CATANIA.
    🕐 Guarda orari e percorsi
    .


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    🕐 attiva dal lunedì al sabato dalle 06:30 - 20:30
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    🕐 Da ACIREALE per S. M. LA SCALA
    7.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 - 13.20 - 17.30 - 19.45
    Da S. M. LA SCALA per ACIREALE
    8.00^ - 10.35 - 11.35 - 13.35 - 15.05 - 19.15

    ° transita da via Provinciale
    ^ transita per Acireale Piazza Dante
    S = scolastica

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    🕐 Da ACIREALE per Santa Tecla
    6.15^ - 6.45^ S - 6.50 - 7.00^ S - 7.55 - 8.30^ - 9.55 - 12.10 - 12.45^ S - 13.20 - 13.30^ - 14.25 - 17.30^ - 19.45
    Da Santa Tecla per ACIREALE
    7.30^ - 7.35° - 8.20°S - 8.25°S - 8.35 - 10.05° - 10.35 - 12.50 - 14.05 - 14.20°S - 15.00 - 15.10° - 19.10 - 20.30

    ° transita da via Provinciale
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    🕐 Da ACIREALE per POZZILLO
    6.15 - 6.45^ S - 6.50^ - 7.00 S - 7.55^ - 8.30 - 9.55^ - 12.10^ - 12.45^ S - 13.20^ - 13.30 - 14.25^ - 17.30^ - 19.45^
    Da POZZILLO per ACIREALE
    7.20°^ - 7.25 - 8.00°S - 8.15S - 8.25° - 9.50° - 10.25° - 12.40° -13.55° - 14.05°S - 14.50 - 14.55° - 18.50° - 20.20°

    ° transita da via Provinciale
    ^ transita per Acireale Piazza Dante
    S = scolastica

    Per Riposto e Calatabiano non ci sono percorsi in autobus che risultano attivi fino alla costa. Si possono raggiungere comunque le città in treno da Catania o Acireale
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    Palazzo Manganelli




       

    Perchè visitarlo: un palazzo talmente bello e ben tenuto da attirare chiunque, turisti e cittadini. Luogo che ospita eventi, congressi e celebrazioni private.

    Da non perdere:alle spalle del palazzo tra le viuzze minori si sviluppa San Berillo: un quartiere di artisti e locali completamente rivalorizzato, un angolo di luce e colore.



      

    Dettagli e storia di un palazzo nobiliare




    Il palazzo Manganelli, non aveva fregi e apparteneva alla famiglia Tornambene. Venne costruito sulla Lava Larmisi nel 1400 e aveva un solo piano, quello nobile in perfetto stile catalano. Nel 1505 Bernardo Tornambene vendette il palazzo ai baroni di Sigona la cui ultima erede, Isabella, andò sposa nel 1655 ad Alvaro Paternò.

    L’ingresso è decorato nel più puro stile barocco ed è sormontato dallo stemma della casata, costituito a destra dallo stemma dei Paternò e a sinistra da quello dei Borghese, costituito da un’aquila che sormonta un drago.

    Il nome del palazzo coincide con quello del predicato nobiliare della famiglia e si riferisce al principale apparecchio che si usava nei secolo passati per la filatura della seta.

    La famiglia Paternò gestiva una ricca attività in questo settore, con un centinaio di operai, e possedeva molti manganelli, che ispirarono il re Filippo IV, venuto in visita a Catania, ad abbinare ad essi il titolo di barone, con cui gratificare la famiglia.

    Tutti i mobili dei ‘700 andarono perduti, del secolo precedente non rimase nulla anche perché i soldati garibaldini, avevano saccheggiato il palazzo.

    Nell’androne, opera di Sebastiano lttar, fu posta una statua, che rappresenta la storia della famiglia.

    Il giardino pensile




    Il terremoto del 1693 lo distrusse quasi interamente ma i muri perimetrali resistettero al sisma. L’ attuale Palazzo Manganelli, che conserva le mura perimetrali del ‘400, fu costruito a partire dal 1694, su commissione di Antonio Paternò, dagli architetti Alonzo Di Benedetto e dal suo discepolo Felice Palazzotto.

    Le due facciate principali presentano sostanziali differenze. Sulla Via di Sangiuliano si aprono sette ampie luci per botteghe, realizzate dopo l’abbassamento del livello stradale, su cui insistono altrettanti piccoli balconi di un piano ammezzato.

    Il robusto muraglione, che contiene il terreno sfrutta un segmento di quella che fu la cinta muraria cinquecentesca della città.

    Il Palazzo Manganelli, infatti, oltre ad avere il prestigio di interni raffinati, eleganti arredi, decori e pitture, ha il privilegio di essere l’unico palazzo della città a godere di un giardino pensile sopraelevato rispetto al piano stradale, un luogo di pace e raffinato rifugio dal caos cittadino.

    Gli splendidi balconi con ferro battuto, sono sorretti da bellissime mensole con caratteristiche facce d’angelo, tipica del barocco catanese, tutte diverse tra loro. L’ultimo piano fu aggiunto solo negli Settanta dell'800.

    Teatro Sangiorgi




       

    Perchè visitarlo: un teatro storico che ha portato modernità e sperimentazione artistica e architettonica grazie al suo creatore Mario Sangiorgi, mente grandiosa che illuminò la città.

    Da non perdere: la vicina Piazza Vincenzo Bellini con il suo maestoso Teatro Massimo.

      

    La storia di un teatro moderno




    Le sollecitazioni del nuovo secolo fanno crescere anche la voglia di divertimento. È in una temperie storico-culturale vivace e piena di fermenti che Mario Sangiorgi - uomo poliedrico che lanciò la sedia thonet, costruendola in patria sul modello austriaco – pensa di creare una struttura, avveniristica nella sua concezione, di quelle che oggi saremmo portati a chiamare multimediali.

    L’intraprendente cavalier Sangiorgi, vuole ripetere questa esperienza vista a Parigi, anche a Catania. Il Teatro Sangiorgi viene inaugurato il 7 luglio del 1900, con la Bohème di Puccini.

    La grande novità proposta da Mario Sangiorgi sta nel fatto che la struttura offre, con il teatro estivo dove si rappresentano opere, operette e spettacoli di prosa, un salone interno di caffè concerto, un ristorante, una sala da pattinaggio, vari spazi di ritrovo e di ristorazione (fra gli anni Quaranta e Cinquanta si doterà di altri servizi, tra cui un kursaal e un “diurno”, l’unico mai realizzato a Catania, per accogliere quanti arrivano dalle province vicine per acquisti e affari) e un albergo.

    Le architetture moderne, in uno stile Liberty al passo coi tempi attraverso il progetto dell’ingegnere Salvatore Giuffrida e gli stucchi e le decorazioni del pittore napoletano Salvatore Di Gregorio furono attrazione e meta di tanti anche perché non erano escluse le sorprese: capitava di assistere a un avvenimento sportivo oppure a una proiezione cinematografica.

    Decadenza e rinascita



    Sopra Guglielmo Sangiorgi, erede e gestore del Teatro


    La successione del teatro passò presto al figlio minore di Mario, Guglielmo Sangiorgi, al quale si devono le innovazioni successive.

    Per un cinquantennio abbondante il Sangiorgi vivrà un’intensa e meravigliosa stagione. Dai suoi palcoscenici passeranno i miti dello spettacolo leggero, i grandi del teatro, i divi della canzone e ognuno lascerà una traccia, una foto o una dedica autografa.

    Con la crisi del varietà, sul finire degli anni Cinquanta, il Sangiorgi subisce un destino comune a molti teatri in tutt’Italia: si trasforma in cinema di quartiere, quindi, nei Settanta, a luci rosse, mentre le sue altre strutture subiscono un progressivo deterioramento, anche di natura fisica.

    Il 16 novembre del 2002 uno dei luoghi della memoria più importanti di Catania, gli “Esercizi Sangiorgi”, in via Antonino di Sangiuliano, è stato restituito alla città con una semplice ma significativa cerimonia cui ha partecipato l'ex proprietario, quel commendatore Guglielmo Sangiorgi che all’epoca aveva 105 anni e la cui vita è sempre stata strettamente legata a quella del Teatro.





    Palazzo Manganelli: visita solo su prenotazione, durante eventi pubblici o per itinerari turistici organizzati

    € Biglietto 7 euro - Ridotto 5

    Bus 2-5, 429, 632, 744, 927, BRT1

    ☞ Aggiornamento Orari qui  


    Teatro Sangiorgi: visita negli orari della biglietteria e degli spettacoli

    Bus 2-5, 429, 632, 744, 927, BRT1

    € Gratuito nel foier // Ingresso con biglietto dello spettacolo in programma

    ☞ Aggiornamento Orari qui  
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    Il Barocco catanese e Via Crociferi




       

    Perchè visitarla: tra le vie e viuzze è proprio nella Via Crociferi che appare questa straordinaria forza suggestiva del barocco, contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili. Un vero esempio di unità dell’architettura barocca chiusa in fondo dal portale d’ingresso di villa Cerami, sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania.

    Da non perdere: una passeggiata serale tra i locali della via per scoprire sapori e colori del calore catanese.
      





    Visita 24/24 - 7/7

    Bus 2-5, 448, 534, 744, BRT1

    Il Barocco come simbolo di rinascita




    Il barocco di Catania è uno stile di forme ricche di contrasti esuberanti, fantasioso e affollato, tortuoso e abbondante nella pietra intagliata. Fantastiche mensole sorreggono palchi, loggiati, tribune, allegorie, simboli ed emblemi, mascheroni e grottesche; balconi rigonfi di grate e inferriate; chiese con cupole, campanili e pinnacoli, scalinate, sagrati e terrazze, creando scenografie oniriche e surreali.

    Non sorprende che questo sontuoso stile caratterizza non solo Catania con le sue forme e con la sua pietra lavica, ma tutto il Val di Noto risorto, che nella sua rinascita ha sentito il bisogno di primeggiare nello sfarzo delle forme e nella preziosità dei materiali.

    All'epoca ciò manifestava l'opulenza e l'orgoglio di rialzarsi più forti di prima.

    Uno dei motti settecenteschi catanesi fu Melior de cinere surgo: "risorgo ancora più bella dalle mie ceneri". Tale frase la si trova tutt'oggi impressa sulla Porta Ferdinandea, che, costruita dopo il sisma, accolse tutti coloro che varcavano la soglia della città.

    La via delle Chiese




    La via ci accoglie con la Chiesa a una sola navata di S. Benedetto con portale vaccariniano e un vestibolo con scalinata marmorea.

    Questa, è collegata al convento delle suore benedettine dall'arco omonimo che sovrappassa la via e collega la Badia grande alla Badia piccola. Ad essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto.

    Proseguendo si incontra la chiesa di San Francesco Borgia, alla quale si accede tramite due scaloni. Le due chiese sono separate da una viuzza che porta al palazzo Asmundo Francica Nava aggettante su una piccola e deliziosa piazzetta.

    A seguire si incontra il collegio dei Gesuiti, vecchia sede dell'Istituto d'Arte, con all'interno un bel chiostro con portici su colonne e arcate.

    Il culmine artistico di via Crociferi è raggiunto dalla chiesa di San Giuliano considerata uno degli esempi più belli del barocco catanese. L'edificio, attribuito all'architetto Giovan Battista Vaccarini, ha un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti, mirabile capolavoro di architettura settecentesca religiosa, con la sua facciata curvilinea, a pianta ellittica di tipo borrominiano.

    Oltrepassando la via Antonino di Sangiuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi e quindi la chiesa di San Camillo.

    La leggenda del cavallo senza testa




    Si narra che nel Settecento la via Crociferi fosse frequentata in orari notturni da nobili che non volevano essere scoperti mentre intrecciavano storie d’amore clandestine e intavolavano cospirazioni di varia natura.

    Per evitare che questi perseverassero in tali attività venne diffusa una voce su un cavallo senza testa che vagava lungo la via Crociferi nel cuore della notte, dal tramonto all’alba.

    Il popolo, innocente e credulone si intimorì facilmente, tanto che nessuno osava avventurarsi fuori casa dopo il calar del sole.

    Un giovane, in barba a tale credenza che si era ormai diffusa, fece una scommessa con degli amici e disse che sarebbe andato nella via di notte, e che per provarlo avrebbe piantato un chiodo sull’Arco delle Monache Benedettine.

    Il ragazzo, in effetti, raggiunse l’arco e riuscì anche a salire e a piantare il chiodo, ma non si accorse che parte del suo mantello era rimasta attaccata sotto di esso, e quando venne il momento di scendere, sentendosi strattonare, pensò di essere stato in qualche modo afferrato dal Cavallo senza testa e morì sul colpo d’infarto.

    Il segno del chiodo è ancora visibile sotto l'arco e da allora ci vollero anni prima che qualcuno rimettesse piede in via Crociferi di notte. Si dice che ancora oggi, a notte fonda, qualcuno riesca a sentire il rumore degli zoccoli di un cavallo sul basolato.

    Set cinematografico




    Più di molti altri luoghi, Via Crociferi si prestò numerose volte come set di noti e pregevoli film per lo più di produzione italiana, calpestata da ben noti attori. Seppur piccola, l'affascinante via risultò versatile e fotogenica per molti registi nella sua condensazione barocca di arte.

    Per la prima volta la via appare nel 1954 con L'arte di arrangiarsi di Luigi Zampa, che vede un "opportunista e voltagabbana" Alberto Sordi in un film brillante e satirico, ultimo soggetto di Vitaliano Brancati.

    Ancora in bianco e nero vi fu girato Il Bell'Antonio del 1960 ,diretto da Mauro Bolognini, per una scena in cui attrice fu pure una delle imponenti chiese della via.

    A seguire alcune scene di Lina Wertmuller per Mimì metallurgico ferito nell'onore del 1972 e Paolo il Caldo del '73 di Marco Vicario, entrambi con Giancarlo Giannini come protagonista.

    Infine Storia di una Capinera del 1994 di Franco Zeffirelli, e I Vicerè del 2007 di Roberto Faenza esaltano la bellezza dei luoghi barocchi con le ambientazioni in costume aderenti alle location.

    Citazioni su via Crociferi


    La sera, Antonio e Leonardo Lentini passeggiarono in su e giù per la corta, ma infinitamente bella, via Crociferi. Le tre chiese e i due conventi, fra i quali la strada scorre in declivio, erano deserti e silenziosi; le alte cancellate di ferro battuto, che stringono in seno le brevi e ripide gradinate dei sagrati, eran chiuse con catenacci.
    (Vitaliano Brancati 1907 - 1954 "Il Bell'Antonio")


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    Piazza Università




       

    Perchè visitarla: Piazza Università è teatro della movida catanese, soprattutto nella stagione estiva quando vengono organizzati spettacoli e la piazza si riempie dei tavoli all’aperto dei locali vicini.

    Da non perdere: sei nel cuore di Catania, a pochi passi dal Duomo, in pieno centro tra locali e tipici ristoranti.



      





    Visita 24/24 - 7/7

    Bus 2-5, 429, 448, 534, 632, 927, BRT1

    La Piazza




    La sua esistenza, progettata dall’ingegnere Giuseppe Lanza, duca di Camastra , risale almeno al 1696 quando sul lato ovest, venne edificato il palazzo dell'Università dopo le distruzioni causate dall'evento sismico del 1693.

    Il pavimento è interamente lastricato in pietra lavica e al centro è posto in rilievo lo stemma della città. La piazza Università prende il nome dal palazzo del Siculorum Gymnasium meglio conosciuto come Palazzo Università.

    La caratteristica di questo bellissimo salotto barocco del centro storico di Catania sono i quattro lampioni in bronzo che abitano la piazza e precisamente ai suoi angoli.

    Realizzati nel 1957 dal maestro Mimì Maria Lazzaro, al quale fu poi dedicato il celebre Istituto d’Arte e dallo scultore Domenico Tudisco, i basamenti dei quattro candelabri sono posti ai 4 lati della piazza.

    Le quattro leggende che i bronzi decorativi dei lampioni rappresentano sono emblematiche della storia dell’identità di Catania: raffigurano quattro personaggi delle storie popolari catanesi, in ordine: la giovane Gammazita e i fratelli Pii (Anfinomo e Anapia); il leggendario paladino catanese Uzeta e il marinaio Colapesce dalle doti subacquee.

    Gammazita e i Fratelli Pii






    Gammazita era una giovane ragazza, bella, virtuosa e promessa sposa. Di lei s’innamorò follemente un soldato francese, conosciuto col nome di Droetto, che perdendo la testa non le tolse mai gli occhi di dosso. Un giorno per necessità decise di andare al pozzo nei pressi del Castello Ursino di Catania e fu inseguita dal soldato d’oltralpe. Pur di non cedere alle vibranti pretese, Gammazita decise di gettarsi nel pozzo e dare la sua vita piuttosto che disonorare il proprio impegno.

    Per l’occasione partì una vera e propria caccia all’uomo nei confronti di Droetto. Infatti, gli abitanti catanesi fecero pronunciare la parola “ciciri“ (ceci in dialetto) a diversi passanti e grazie a questo shibbolet, parola molto difficile da pronunciare per chi parla un’altra lingua o dialetto, cercarono di individuare il soldato.

    Si dice che anche da tale misfatto l’indignazione popolare generò la storica rivolta dei Vespri.

    I fratelli pii Anapia e Anfinomo, contadini delle terre etnee, vennero sorpresi da una forte eruzione mentre si apprestavano ad arare i campi.

    L’unica soluzione era quella di fuggire velocemente ma pur di salvare i genitori se li misero sulle spalle. Questa decisione ne rallentò drasticamente la fuga e vennero ben presto raggiunti dalla lava.

    Leggenda vuole che quest’ultima, una volta arrivata nei pressi dei fratelli, si divise miracolosamente in due per poi ricongiungersi, lasciando i fratelli e i genitori incolumi. L’episodio era ben noto nell’antichità come esempio di pietas.

    Uzeta e Colapesce






    Il paladino Uzeta, giovanotto di umili origini e figlio di gente povera, conquistò il cuore e la benevolenza del re Federico II di Svevia grazie al suo coraggio e al suo valore.

    La leggenda narra che con la sua tenacia sconfisse i giganti Ursini, che all’epoca abitavano l’attuale Castello Ursino (da cui prende nome), sconfiggendoli e cacciandoli dalla poderosa costruzione. Tale impresa gli valse anche la mano della figlia del re Federico.

    Quella di Colapesce probabilmente è la leggenda più nota delle terre siciliane, esportata oltre lo stretto e presente in tantissime varianti. Abile nuotatore, tale da poter abitare anche settimane e mesi sott’acqua proprio come un pesce, era un giovane amante del mare e degli abissi.

    Così incuriosito dalle storie raccontate dal giovane, il re Federico II di Svevia lanciò il suo anello e Colapesce prontamente, lo recuperò. Ma stavolta non portò al re belle notizie, in quanto nella sua immersione scoprì che una delle colonne che sorreggono la Sicilia era incrinata.

    Il re, allarmato, gli chiese di andare a controllare meglio, ma data la profondità e la stanchezza, Colapesce domandò un pugno di lenticchie da portare nei fondali: se le lenticchie fossero tornate a galla ciò sarebbe stato segno della sua morte. Colapesce si immerse e dopo qualche tempo riemersero le lenticchie.

    Secondo la leggenda, Colapesce non è morto ma, avendo visto che la colonna incrinata stava cedendo, si è sostituito ad essa ed è ancora li a sostenere Messina e la Sicilia intera.

    Infatti, quando vi è un terremoto, si dice che Cola, stanco di sostenere la colonna, cambia spalla generando il tremore della terra.

    Palazzo dell'Università




    Il palazzo venne edificato su progetto di diversi architetti fra i quali Francesco e Antonino Battaglia e Giovanni Battista Vaccarini. Il palazzo, come tutti i palazzi di Catania, fu ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1693.

    Successivamente, a seguito del terremoto del 1818 si rese necessario un ulteriore restauro che fu affidato all'architetto Antonino Battaglia. Questi modificò i prospetti laterali apponendo alle murature esistenti una controfacciata, adottando la stessa strategia adoperata dal padre, Francesco Battaglia, che foderò con un contromuro la facciata principale, lesionata dopo il sisma del 1785.

    L'edificio è costituito da un intero isolato, con un cortile interno a forma di chiostro con porte originariamente aperte su tutti i quattro lati del palazzo. Il palazzo possiede una splendida Aula magna affrescata dove è appeso un arazzo con lo stemma della dinastia di Aragona.

    La Biblioteca dell'Università conserva dei preziosi codici, incunaboli, manoscritti e lettere autografe oltre a 200.000 volumi. L'Università di Catania, fu fondata il 19 ottobre del 1434 da Alfonso il Magnanimo. L'Università degli Studi di Catania o Siciliae Studium Generale, Siculorum Gymnasium, Studij Publici o Almo Studio è la più antica università della Sicilia e tra le maggiori in Italia per numero d'iscritti.

    Palazzo San Giuliano




    Nel 1784 il ventisettenne Orazio Paternò Castello, primogenito del terzo marchese di San Giuliano, uccise a Catania, nel palazzo di famiglia, la giovanissima moglie Rosana Petroso E Grimaldi; costretto a sfuggire alla giustizia del viceré Domenico Caracciolo, fece perdere le sue tracce e di lui non si ebbero più notizie.

    Progettato dall'architetto Giovan Battista Vaccarini, fu costruito nel 1738 per i Paternò, marchesi di San Giuliano. All'ingresso alcune lapidi ricordano gli ospiti illustri che vi hanno soggiornato. Fra questi il re d'Italia Vittorio Emanuele III con la regina Elena. Il palazzo è stato più volte rimaneggiato ma i prospetti esterni sono rimasti pressoché integri. Nei primi anni del XX secolo ospitava il teatro Machiavelli e in quegli stessi anni una parte dell'edificio era occupato dall'hotel Bristol.

    Di particolare interesse è il partito centrale con il maestoso portone e la tribuna d'onore soprastante, di sicura ideazione vaccariniana (il progetto è del 1747).

    Costruito con vari marmi policromi, il portone è fiancheggiato da due colonne di marmo, recuperate a qualche edificio d'epoca romana, forse il teatro.

    Al culmine dell'arco è posto un doppio stemma, a sinistra dei Paternò Castello, committenti del palazzo, a destra quello degli Asmundo, altra importante famiglia patrizia catanese, da cui era derivato a questo ramo cadetto dei Paternò il marchesato di San Giuliano nel 1702.

    Palazzo Gioeni




    Il palazzo venne costruito nel 1743, molto probabilmente su progetto dell'architetto Gian Battista Vaccarini, in stile barocco siciliano. Venne commissionato dal duca Gioeni d'Angiò quale palazzo di famiglia.

    L'ingresso principale si apre sulla piazza dell'Università ed è contornato da un ricco portale in pietra bianca. Il palazzo venne ristrutturato intorno agli anni sessanta del XX secolo divenendo sede di un grande magazzino. Nel palazzo venne ospitato lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe nel corso del suo soggiorno a Catania durante il suo viaggio in Italia.

    La costruzione fu avviata nel 1743, forse su disegno del Vaccarini. Policastro afferma che "il prospetto su via Fragalà fu liberato da antiche sovrastrutture manifestando un'altra facciata ben più antica, forse anteriore del 1693, ricca di decorazioni". In occasione della trasformazione in magazzino negli anni ‘60, fu rimosso dall'androne un pregiato bassorilievo di marmo dedicato ad Annibale Gioeni, dal fratello Ottavio nel 1590, bassorilievo probabilmente tolto da un sepolcro.

    Sul prospetto è rimasto invece il monumento di bronzo che ricorda che nel palazzo nacque e morì Giuseppe Gioeni dei duchi d'Angiò (1747-1822).

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    La Pescheria




       

    Perchè visitarla: uno dei luoghi più caratteristici e tradizionali di Catania e di Sicilia, immancabile tappa, alle spalle del Duomo. Non solo pesce: anche mercato dove trovare frutta, verdura, specialità tipiche casearie e salumi.

    Da non perdere: una pausa al chiosco, in una delle rosticcerie per un "coppo" di fritto di pesce o in una delle trattorie storiche che circondano il mercato dove mangiare pesce.... mai più fresco di così!



      





    Visita da lunedì al sabato dalle 7 alle 14

    Bus 2-5, 429, 538, 632, 744, D

    Piazza Alonzo di Benedetto e la Porta di Carlo V





    Proprio alle spalle della splendida fontana dell’Amenano, circondato dallo scroscio dell'acqua e reso vivo dalle grida dei venditori, si apre il più grande mercato alimentare all'aperto del Mediterraneo, la Pescheria. I banchi si trovano sulla ribassata piazza Alonzo di Benedetto, ed è attiva dall'inizio dell'Ottocento nel tunnel scavato sotto il Palazzo del Seminario dei Chierici e le mura di Carlo V, di fronte agli Archi della Marina, un tempo immersi nelle acque del sottostante porticciolo di pescatori oggi riempito e trasformato in verde pubblico.

    Si trattava infatti di una storica zona portuale ancora bagnata dal mare all'epoca, che ancora oggi ha mantenuto le proprie funzioni.

    I volti sorridenti dei pescatori, le mani grondanti di acqua per ravvivare il pesce, le piramidi di olive bianche e nere, i grappoli d'uva, le distese infinite di pomodori, zucchine, melanzane, i banconi stracolmi di formaggi, carni e salumi di ogni genere, rimangono nella memoria dei turisti che passando per Catania ne conserveranno un indelebile ricordo.

    La Porta è l’unica, delle sette che costituivano l’antica cinta muraria, ancora esistente. La costruzione delle mura iniziò nel 1541 per volere del Vicerè Vega, come ricorda la lapide celebrativa del 1553, con lo scopo di migliorare la capacità difensiva della città contro i pirati che frequentemente attaccavano le coste catanesi.

    Dedicata al sovrano spagnolo, la porta è collocata all’interno della folcloristica Pescheria, mostrando un prospetto rinascimentale inconsueto a Catania.

    La fontana dei sette canali




    La Porta di Carlo V viene anche chiamata “Porta dei Canali” perché un tempo aveva di fronte i trentasei canali della Marina, in cui scorrevano le acque del fiume Amenano che si riversavano in mare. I canali furono ricoperti dalla colata del 1669, e la porta di Carlo V fu temporaneamente murata, per deviare il percorso della lava ed evitare che invadesse la città.

    La colata lavica del 1669 oltre ad aver provocato la distruzione di numerosi paesi pedemontani e il danneggiamento di una parte consistente di Catania, ha deviato in maniera irreversibile il corso del fiume Amenano, il cui corso oggi è in parte misterioso, visibile in pochi angoli, in quanto il letto del fiume scorre ormai sottoterra, disgregato in diversi piccoli torrenti.

    Alle spalle della fontana dell'Amenano si apre piazza Alonzo di Benedetto, conosciuta non solo perché ospita l'antica pescheria, ma anche perché vi è ubicata l'antica fontana dei Sette Canali, che riporta e ricorda il nome della sopracitata Porta.

    La fontana fu costruita nel 1912 incastonata all’interno di un arco alle spalle della Fontana dell’Amenano sul muro laterale del Palazzo del Seminario dei Chierici.

    L’architettura e la struttura della fontana in realtà sono molto più antiche antecedenti il terremoto del 1693, e ricorda molto lo stile greco. Dal marmo pregiato si compone di sette canali dai quali sgorgano le acque dell’Amenano riversandosi sulla antistante vasca rettangolare. Al di sopra una grande iscrizione su marmo ormai poco leggibile ricorda sicuramente l’epoca e la committenza in scrittura latina.

    La grata in ferro fu costruita per impedire l’attingimento: queste infatti si contaminano attraversando la città. Resta comunque un pregevole esempio di manufatto marmoreo di grande importanza storica.
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